10/09/10

Fu un sogno, ma non durò poco.

Un racconto che è venuto fuori da un mio sogno, mi piaceva ed è tutto per la vostra tristezza.

Dopo una discussione su Dylan e su alcuni dettagli che erano in pochi a conoscere il ragazzo accostò la macchina, spinse sul cranio pelato gli occhiali da sole e disse: “Difficile trovare un vero fan di Bob, complimenti.” La ragazza al suo fianco era annoiata dalla conversazione e guardava fuori dal finestrino nella direzione opposta. Stava passando una suora, il ragazzo se ne accorse e aggiunse: “Deve avere un crocifisso in culo!” Il poeta rise. Soprattutto per quello a cui andava incontro la suora: attraversò la strada e entrò nella piazza piena di cespugli abbastanza alti. Varie coppie avevano scelto quel posto per divertirsi nascosti dal mondo. Ma la suora passava proprio vicino al verde e allora la prima coppia si alzò e cominciò a scappare, che scena tragicomica! Il ragazzo era a petto nudo e la ragazza era vestita, ma scalza. E correvano come se chissà quale diavolo li avesse scoperti. Anche la coppia poco più avanti fece la stessa cosa, ma loro si presero per mano mentre si allontavano in velocità. Allora anche la suora cominciò a correre per non assistere a qualche sconcezza giovanile. Magari le veniva la voglia dopo. E corse goffamente con il velo che volava e voleva scappare da quella testa bianca. L’ultima coppia si alzò e si avviò verso il centro della piazza mentre il ragazzo, che era senza scarpe, si lamentava con la ragazza, pantaloni di pelle attillati e tacchi rossi, perché si erano interrotti. Un gruppo di quattro vecchi li guardavano curiosi con le loro facce argute e incavate. Il poeta era sempre dall’altra parte della strada, sentì un urlo con tono di rimprovero da parte della ragazza seguito da uno schiaffo. E il ragazzo per terra. Si rialzò e cominciò a camminare in tondo come se non fosse successo nulla, dopo un minuto o due se ne andò. Forse come rivincita maschilista un vecchio con un giubbotto beige fiaccato dal tempo si infiammò e schiaffeggiò a sua volta la ragazza. Cadde anche lei e si trasformò in una farfalla, le zampe che si muovevano sempre più lentamente, sempre più lentamente. Lì il poeta si era incazzato, si avvicinò velocemente, guardò la farfalla con le zampe all’aria. Questa si fermò per sempre. E allora lui aggredì l’anziano: “Maledetto bastardo! Maledetto stronzo! Finirai in galera per questo! Galera, stronzo!” Il vecchio, tornato la mite nullità della sua triste esistenza, sembrava davvero contrito e preoccupato, voleva quasi scusarsi, ma l’altro lo sovrastava urlando: “E’ morta! E tu l’hai uccisa! Maledetto stronzo!”. Si girò per guardare quella metamorfosi deceduta, era bella: ali rosse con puntini neri, ma immobile come il cemento. Ma quelle parole avevano smosso qualcosa: le ali cominciarono a sbattere e in due attimi la farfalla era libera in cielo e volò sul braccio scoperto del poeta. Resurrezione. Lui rise e, per la prima volta in quel giorno, pieno di gioia urlò: “Fuggi! Fuggi farfalla della resurrezione! Ape dell’imperatore!” E la accompagnò con le mani verso il volo.

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Cazzo quanto scrivo male. Sarà per questo che non scrivo racconti.

4 commenti:

  1. sarà che scrivi male, ma tanto non ho buon gusto
    non mi dispiace il tuo sogno, pazienza del resto
    (mi sono appena risvegliato con un incubo da paura, meglio i sogni altrui?)

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  2. No, i sogni di tutti sono interessanti e bisognerebbe sempre scriverseli da qualche parte. L'ho fatto per qualche mese, poi mi sono sganasciato i coglioni, ed il risultato è stato simpatico. Poi stanotte ho sognato una scossa di terremoto mentre ero a letto, mi sono svegliato ed effettivamente ero a letto (ma va?) con un po' di paura in più. Dopo due scosse (vere) di ieri.

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  3. Wow, un blog flashato. Mi piace. Come direi su facebook.

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  4. Ma il "mi piace" di facebook si dà a cani e porci. Oh cazzo.

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