25/05/15

L'odio è benzina ed io arrivo sempre primo.

Ancora primo e primo per sempre, ho i rolling stones nelle orecchie e mi avvio verso la casa del mio spacciatore e mentre siamo sul letto a fumare lui mi dice veloce "la mafia sta rompendo il cazzo ai nigga perchè vendono l'erba per strada" e io penso "cazzo, e se beccano te cosa fanno? Ti sciolgono nell'acido?", ma non voglio creargli inutili pressioni, perciò vado subito via e torno a casa a fissare il soffitto bianco mentre ascolto la musica, sdraiato come una stella marina cerco di riposare il cervello.
Esco velocemente da casa e mi avvio in macchina accorgendomi di non pensare a nulla, alla strada, alla direzione, al freno, al volante, vado in automatico e per brevi momenti di lucidità mi chiedo se non sia pericoloso stare così poco attenti, eppure sembra andare tutto bene, quattro minuti e sono arrivato (sono già arrivato?), compro le cartine, abbraccio due amiche e andiamo a fumare sul balcone, a guardare le stelle con la testa buttata all'indietro mentre sono seduto, a dire che se non ci fosse quel lampione lì se ne potrebbero vedere di più, e a pensare che nessuno guarda in alto spesso e volentieri come faccio io stupendomi di nuovi scorci e nuovi panorami di strade che ho sempre calcato, ma mai apprezzato. Un tiro lungo e il mondo è tutto mio.

La guardo, agile e scattante come un pugile peso mosca, carmen potrebbe farlo: ha un fisico sottile e lungo e finge di essere ubriaca più di quanto non lo sia. Mi fa delle domande e la mia testa è altrove, esattamente sto pensando a dove posare gli occhi, non voglio metterle troppa pressione guardandola sempre, ma c'è poco spazio nel locale e non voglio fissare il vuoto o i bicchieri o il bancone o le sedie. Beviamo.
La musica è troppo alta, il chiacchiericcio è troppo forte e non ci sentiamo nonostante neanche mezzo metro ci separi in linea d'aria, perciò lei si sporge verso di me, abbassandosi dietro le spalle di una sua amica, e io faccio lo stesso, le nostre teste sono in un mezzo metro quadrato di intimità e vedo i suoi occhi brillare un attimo, un attimo impercettibile, una finestra temporale dove so che ho la certezza di accarezzarle le labbra con un bacio, ma non faccio nulla perchè non sarebbe stato un bacio solido, sarebbe stata solo una puttanata da dimenticare facilmente e questo non l'avrai mai da me. Ti brucerò completamente.
Torno nella mia posizione iniziale e mi guardo intorno vedendo dalla porta l'entrata perfetta di due gambe nude che conosco bene, ma nessuno si ferma a guardare questo momento poetico in cui tutto si fa silenzioso, ognuno concentrato nei suoi piccoli tavoli a pensare cosa poter dire e chi guardare e chi sta dirigendo la conversazione, intanto marta entra sorridendo e nessuno lo sa, e nessuno può pensarlo, che i suoi occhi non hanno più lo stesso sguardo. Hai perso luminosità, non hai più quelle espressioni che avevi prima, qualcosa è cambiato. Dannazione, amore mio, hai perso luminosità.
Piangerei per questa realizzazione, questo se potessi provare delle emozioni in questo momento, e invece penso "non è utile" e ritorno con la mente al mio tavolo.
Il cellulare squilla, un mio amico mi cerca, era dentro il locale fino a due secondi fa e ora è probabilmente fuori, potrebbe semplicemente aprire la porta e trovarmi, ma decide di chiamarmi, io non rispondo e metto la modalità silenziosa, molto molto meglio. E la serata va avanti così con gente che si bacia a caso senza troppa convinzione, un esercizio stilistico come quelli che piacciono a me, ma privo di senso. Nulla più mi influenza/crea problemi/dà fastidio, è tutto vuoto, ma in un senso positivo. Tutto mi fa sorridere e pensare ad altre cose che sono successe milioni di anni fa, ecco, forse il problema è che non sono realmente qui.

Io ricordo...di essere seduto su di un divano con un amico che, dopo una discussione lunghissima sulle relazioni, mi spara, come se avesse avuto un'illuminazione: "devo tradire la mia ragazza, ma non so con chi". Purtroppo, come spesso in questi casi, è tornato dall'ex, grave errore, grave grave errore figlio mio. E questo è uno dei tanti e chissà se si è verificato davvero, chissà se non l'ho sognato. Ma il più bel ricordo è stato quando eravamo sdraiati, su di un letto, d'estate, dopo aver fatto l'amore con rabbia e incomprensione e sofferenza e il mio cervello stava scoppiando letteralmente e sarei voluto essere ovunque tranne lì e tu, finalmente, hai pianto sul mio petto senza dover dire niente altro, ma non è bastato, non è bastato, non è bastato.