30/12/13

Tra le crepe del muro.



Si pensa a mente fredda: decidete chiaramente le vostre priorità. Valutatele, rifletteteci e ricordatele, non fatevele sfuggire dal cranio.

Non fatevi prendere dall'emozione del momento, dall'odore del momento, state calmi. Vivere tra le crepe del muro è bello, ma pericoloso. E vivere felici è ancora più pericoloso, sopratutto alla mia età. Ti guardano tutti male. Quelli che non ti guardano male sono impegnati ad insultarti.

E noi abbiamo i nostri alti e bassi, ma a loro che cazzo gliene frega?

Puoi perdere tempo a scavarti nel cervello con nuove canzoni. O con vecchie canzoni e nuovi brividi.
Puoi perdere tempo a riflettere, razionalizzare e vivere di rimorsi. Puoi anche perdere tempo tentando di spiegare delle cose semplici o delle cose complicate che tanto non verranno mai comprese. E tutti ti prenderanno per pazzo e diranno che sei un mostro e tenteranno di farti capire che il mondo è colorato in un modo diverso. Tu riderai. All'esterno, eh. Perchè dentro magari hai anche qualche emozione.
Sì, anche tu.
Puoi sempre combattere la legge, ma la legge vince.
Tu continua ad andare avanti.
Coerenza, ci vuole. Ricorda: non puoi permetterti di essere incoerente. E' proprio infattibile e, soprattutto, deleterio. No: devi essere un blocco di cemento.
E' tanto facile andare avanti quando i tuoi modi di vivere combaciano con la realtà, quando tutto ti va bene, quando la vita è in discesa.
Ma quando, dio cristo urno smettila con queste banalità, sei per terra a prenderti le mazzate, allora ti si porrà davanti la vera scelta.
Continuo a fare quello che credo?
O mando tutto a fanculo.
E mi rinnego.
E ammetto consciamente di star sbagliando.
Quando inconsciamente eri riuscito a costruirti il tuo bel mondo.


La scelta sta a voi, checche. Chi sono io per dirvi come vivere la vostra vita? Ricorda, però, che la gente va e viene, ma tu resti. Tu ci sei sempre per te stesso.
Comportati di conseguenza.

04/12/13

La vittoria della sconfitta.

"E anche una franziskainer", ordino. La cameriera prende appunti e se ne va sgattaiolando.
Matteo continua a raccontare le sue avventure sessuali estive che suonano all'incirca così: "e poi mi sono trombato questa e poi mi sono inculato quest'altra e poi eravamo in spiaggia e mi hanno inculato ho vomitato sul falò."
Io e giuliano vorremmo applaudire, ma siamo troppo presi dalla fame ed ascoltiamo felici. Dai, in verità il racconto è divertente. Non si risparmia sui dettagli degli schizzi di seme un po' ovunque e di quando una tipa aveva il ciclo e lui se n'è fregato il cazzo. Giustamente.
Ci siamo seduti da cinque minuti e già siamo a fare a gara a chi ha scopato di più. Ok, è da parecchio che non ci vediamo tutti e tre e siamo anche uno strano trio, ma possibile che...? Chi voglio prendere in giro. Ogni cazzo di volta che due o più maschi si riuniscono, si finisce volenti o nolenti a parlare di figa.
Ora è il turno di giuliano: si è lasciato con la ragazza mesi fa, ma ancora ci pensa e il discorso presenta almeno dieci volte le parole "la mia ex, la mia ex, la mia ex".

"La tua ex è morta, non ci devi pensare."
"L'ho rivista e stava con uno che conosco, ma che figlio di troia, neanche a chiedermi il permesso."
"Non c'è più il codice morale di una volta.", aggiungo.

Nonostante questo, ora sta contrattando con una e sembra sia quasi fatta, devono solo scopare, ma chissà. Fanno un po' le imprevedibili, quando gli garba.
Ci descrive tutta la situazione. Matteo fa commenti interessati e sembra preso dalla chiacchierata. Io immagino questa qui che mi fa un bocchino.
E poi penso a come sarebbe scoparsi la sua famosa ex. O magari potrei farmele tutte e due in una stanza chiusa, con una cappa di fumo sopra le nostre teste.
A due tavoli dal nostro ci sono un tizio stempiato e una che mi sono scopato anni fa. Sono grandi amici, lo so. Lei non mi parla più, non che mi dispiaccia. Sono stato uno stronzo cattivello, si dice. Cazzate.
Rizzo le orecchie e origlio quello che dicono.

"cazzo, sono due settimane che non trombo!"
"e io sono due mesi!", dice il prossimo calvo, "inoltre mi sveglio arrapatissimo tutti i giorni."
Ridono.
Ahahahahah.
Come se non fosse sotteso il suo "dai, ci starebbe trombare noi due" e come se non fosse chiara la risposta "ma sei un mio grande grande amico!".

"Felix? Felix?"
Torno con il cervello al mio tavolo.
"Felix, e tu?"
E io.
E io?
"Mah. Una settimana fa mi sono bruciato una perchè non l'ho baciata subito. E' che avevo la testa altrove, ma tanto tornerà. Intanto mi sto lavorando lisa, quella che mi ha presentato giuliano."
"Ah, quella! Facile, facile. Tranquillo che anche tu ti farai un giro in giostra.", dice matteo convinto.
"E infatti domani vado ad una festa dove conosco praticamente solo il festeggiato, solo perchè dovrebbe esserci lei."

Mi vibra il telefono.
Come se si fosse ricordato all'improvviso qualcosa, matteo parte in quarta "ah, ragazzi, ma non ve l'ho detto? Questo weekend ho casa libera perchè i miei partono. Organizziamo un festacchione, facciamo una cazzo di orgia. Invito qualche amica e poi ci ubriachiamo e poi ce le trombiamo tutte."
Io sono lievemente interessato, giuliano non tanto.

"Seriamente, felix, ci sei?"
"Ci sono sempre, fammi sapere."

Arriva il mio hot dog e dopo cinque minuti già non c'è più. Scomparso nel mio stomaco, magicamente. Mi ricordo della vibrazione del cellulare. Lo prendo e leggo "grazie per ieri sera, è stato bellissimo, è significato molto per me", alessandra. Non rispondo e prendo in mano il bicchiere di birra. Bevo.


Davvero qui alla festa non c'è un cazzo di nessuno. Una roba alla buona: pizza e birra. Qualche faccia conosciuta. Il festeggiato, paolo, mi intrattiene ringraziandomi per essere qui. Io mi guardo intorno. Sono arrivato in ritardo e lisa non c'è. Aspetto un po'. Parlo di musica con un ragazzo di cui non mi ricordo il nome, poi lo lascio tranquillo dato che sta con una bionda che pende dalle sue labbra. Mi avvicino al tavolo dove ci sono le birre. Bevo senza quasi mai fermarmi. Vicino a me ci sono due ragazzi che probabilmente stanno vivendo la mia stessa situazione. Conoscono paolo, ma non conoscono altri. E stanno ad aspettare gentilmente che tutto finisca. Sembrano simpatici. Siamo tutti e tre a guardare le birre e sento un forte senso di empatia. Dovremmo presentarci. Dovremmo stringerci le mani e chiederci "e tu che fai nella vita?", ma leggo nei nostri occhi che non lo faremo. Sento che provano la stessa sensazione. Strana la vita. Ma il silenzio è un'interazione più che sufficiente per me. Ogni tanto ci inseriamo nei discorsi dei passanti.

Un ragazzo grande e grosso chiede a paolo dove sia un altro amico.
"Oh, arriva più tardi, aveva da fare."
"Ah, starà scopando!"
"No, no, aveva davvero da fare."
"Ahahah, scusami, sono un po' fossilizzato su una cosa."
"Per fortuna è la più importante", dico velocemente.
"Felix, tu sì che hai capito tutto della vita.", risponde lui.

Come cazzo conosceva il mio nome?
Continuo a bere. Oramai è mezzanotte e lisa non arriverà. Non fa nulla. Ho scroccato abbastanza. Anche se scroccato non è il termine esatto, ho cacciato dieci euro e non so neanche quale sia il regalo. Nè lo saprò. Stritolo il bicchiere di plastica che ho in mano e saluto il festeggiato con una pacca sulla spalla.
Mi risponde quando sono già di spalle, impegnato a parlare con due ragazze. Esco dalla casa e chiamo l'ascensore.
Fuori piove. Apro l'ombrello e mi immergo nella notte. Cammino verso casa, non è lontano.
Prendo il cellulare e mando un messaggio a matteo "allora, per il weekend?". La risposta è praticamente immediata "scusami, caro, non è che non vorrei è che..." e una sequela di cazzate che io traduco con "no, guarda, nessun rancore, ma non voglio tu venga perchè poi ti scopi le ragazze e io voglio scoparmele da solo o con qualche amico più fidato di te". Però me la pone bene, la scusa è credibile e io sorrido perchè mi sento di nuovo giovane. Come quando non venivo invitato alle feste delle superiori perchè ci provavo con tutte.
Mica male. Cominciavo a sentirmi vecchio.
Poi arriva un altro messaggio, è laura: "stronzo, domani non ci vediamo.".
Non rispondo.
Oramai prendo complimenti e insulti come se fossero la stessa identica cosa.
Scoppio in una risata e poi continuo ad avere un mezzo sorriso da ebete per tutto il tragitto.

27/11/13

Siamo re a cui hanno rubato le regine.




Bam! Due mondi due asteroidi si scontrano si rincontrano si riscontrano mi piace la tua nuova faccia si fanno male si separano nasce una grande e stupenda stella sotto l'egida della paura cambi per fare capire che sei cambiata bam! Dopo lo scontro c'è il rimbalzo come l'abbandono più veloce del previsto e il rimorso e pensi che sia tutto finito e corri il grosso grosso rischio "ripigliati ripigliati" ti urla qualcuno di razionale al di fuori di te ripigliati e stai tranquillo e aspetta mezza giornata. L'invidia i bastoni tra le ruote vedi come ride quello sperando che vada tutto a puttane sperando che. Intanto fumo devo camminare mi prende male cammino il cuore non sto bene cosa dici? Mi siedo ci guardiamo posso? Sì che puoi ti attacchi al mio braccio non devo fossilizzarmi non devo non devo. Dormiamo insieme nudi corro in macchina perchè non c'è tempo ci guardiamo allo specchio ridiamo ci siamo persi siamo confinati in questo posto che grosso rischio le tue idee folli "e ora tu non dire niente" non riesco quasi a respirare mi batte il cuore troppo forte ma vorrei spiegarti come funziono come funzioni. Mangiamo vuoi un caffè ne faccio un'altra non mi credi gli asteroidi si allontanano con degli anni consolidati in breve tempo condensate tutta la musica tutte le carezze. Sbagliato tutto nel reparto musical questa è la mia era te l'avevo detto vita eterna avrei potuto e avrei potuto cambiarti e non sarei e non mi sentirei consumato da pensieri egoisti ma io sono stato fatto per la vita quel bel casino sulla tua faccia. Io cantavo tu cantavi c'era il tuo sorriso soffocato in un abbraccio abbiamo già deciso le nostre canzoni le nostre playlist and I will try to fix you solite cose io sono lo stesso e tu non sei cambiata di molto, lo giuro su karma police ho dato il massimo e sono felice ci siamo ripetuti ma senza incazzarci stavolta. Ti ho lasciata troppo ad aspettare e tutti i giorni si sono fatti lunghissimi dice l'angelo della speranza che loro sono più felici di aver amato e perso un re che di essere rimaste in mezzo ai mediocri per tutta la storia della loro vita sono dieci volte di fila che questo mi ripete "perchè non c'è niente altro da fare".

16/11/13

I dubbi hanno un nome ed un cognome: weekend.

Ho le labbra in fiamme, bruciano come se avessi baciato uno scorpione. Bacio persone dalla dubbia morale e queste mi rinfacciano di avere una dubbia morale. Parlo nel locale quando stanno tutti zitti, staranno ad ascoltare le stronzate che dico. Questa ragazza mi guarda e vuole mangiarmi ed io me la rido perchè mi immagino il suo cervello in quel momento.

"che facciamo? Facciamo la prima mossa?"
"No, no, sono una donna, non si fa."
"lo voglio scopare, scopare, scopare."
"chiaramente ci proverà lui prima o poi."

Prima o mai. Ci salutiamo e scappo via.
E' tardi: c'è una festa e devo essere lì. Arrivo e sono in ritardo, stanno già bevendo tutti. Mi offrono vodka lemon e sambuca e vino rosso. Non conosco quasi nessuno e nessuno vuole conoscere me, perfetto. Mi lasciano in pace e io guardo il fondo del bicchiere e butto giù. Guardo il culo di una che è fidanzata, apprezzo, ma la faccia non mi ispira. Bevo ancora, guardo il cellulare, c'è un messaggio, è nadia: "vuoi venire a casa, stanotte?".
Lunga notte, devo prima vedermi con altri amici. Perciò il compleanno può finire qui: ingollo altri due bicchieri e mi avvio verso la macchina, ma una ragazza, con cui ho parlato solo svariati mesi fa, mi dà un colpetto sulla spalla e mi chiede un passaggio. E va bene, so io dove andrà a finire questo passaggio. Casa sua è in culonia e nonostante questo faccio una deviazione per prendere un paio di birre, lei ha quasi subito capito la situazione, ma sta tentando di resistere.

La sua bocca sa di monetine. Non mi viene un altro modo per descrivere il suo sapore. L'ho già sentito su qualche altra bocca, ma non ricordo quale, giuro.
Un'ora dopo siamo sui sedili posteriori, lei nuda con le spalle verso il finestrino ed io seduto in mezzo con le gambe sopra i sedili anteriori vicino ai poggiatesta, solo con i jeans. Lei parla di qualcosa, di me, mi promette fedeltà, ma sai a me cosa cazzo frega? Io sto pensando al fatto che mi sento Iggy Pop: in questa posizione gli addominali sono più accentuati, mi guardo, mi guardo e mi ricordo che qualcuna mi sta ancora aspettando, gli amici capiranno. Mollo l'altra a casa e mi fiondo verso nadia. Imbocco un controsenso e parcheggio esattamente sotto il suo portone. Salgo e questa si fa trovare in pantaloncini e con una canna in mano. Se non è una proposta questa... Fumiamo sul balcone e saliamo sul letto pieno di cuscini, mettiamo un po' di musica. Ci provo ripetutamente, ma niente, non me la vuole dare. Dopo un paio d'ore di cazzate, mi ritrovo a palparle le tette mentre dorme e poi mi addormento anch'io. Ho un sonno nervoso e mi risveglio varie volte. Nadia respira pianissimo quando dorme, è un soffio. Mi fermo a guardarla pensando che sto realizzando tutti i sogni di qualche verginello incallito: dormire abbracciato ad una ragazza, fantastico.
Fantastico il cazzo. Ma questa stronza mi becca sempre quando ho già scopato e sono abbastanza soddisfatto e non mi va di insistere più del dovuto. Ti ho sotto controllo.
Mi arrovello il cervello per decidere se andarmene mentre dorme, stile film, o restare immotivatamente a casa sua fino alla mattina. Ma sto comodo, sto bene, anche se ho dormito con le lenti a contatto. Per le nove si alza e per le dieci sono in macchina che torno a casa, mi schianto sul letto e dormo tre ore.

Mi sveglio e mi ripeto che oggi faccio il bravo, oggi niente casino, niente bere, niente canne, niente fighe di legno. Questo mood dura un paio d'ore, inevitabilmente rotto da un messaggio su facebook di giada, ex baldracca indemoniata ora riscopertasi fedele al ragazzo, o almeno questo è quello che ci vuole far credere: "ti va di stare a casa del mio ragazzo, oggi pomeriggio?".
Potrei dire mai di no?
Alle quattro e mezza sono puntualmente sotto casa sua, lei mi indica la strada, mi fa vedere il mazzo di chiavi che le è stato lasciato dal tipo, e in cinque minuti siamo in questo tipico appartamento da single, c'è un casino assurdo: vestiti per terra, pile di piatti nel lavandino, erba e fumo in bella vista, accendini e cartine un po' ovunque. Non è una brutta situazione, sebbene mi aspetti che il tizio torni con un'ascia e chiedo subito dove potrei nascondermi, giada risponde ridendo che non succederà. Meglio essere cauti.

In un paio d'ore ci siamo fumati tre grammi e scolati qualche birra. Questa roba è pesante e sono rimasto imbalsamato sul divano, anche lei non è messa benissimo, siamo abbracciati e facciamo lunghi discorsi mormorando monosillabi. Tento di baciarla e si richiude a guscio, ma resta lì. La prendo a cuscinate e poi le illumino la faccia con l'accendino e lei mi dice "sei un cazzone".
"In parte è vero", rispondo.
O questo le fa scattare una scintilla o è il combinato di thc e etanolo che le raggiunge il cervello facendo uscire la troia che è in lei, che in tanti abbiamo adorato in passato, e finalmente mi concede nell'ordine le labbra, la lingua, le grandi labbra, le piccole labbra.
Giusto cinque/dieci minuti dopo il ragazzo la chiama e perdono un quarto d'ora al telefono. Apprezzo sempre la capacità di dimostrarsi subdole e disinibite, spudorate e senza vergogna, in questi momenti topici. Cammina su e giù per la stanza e mi lancia anche delle occhiate languide. Io, come sempre, guardo altrove e mi rivesto e rubo cartine, accendino e qualche moneta. Giada finisce di parlare, sistemiamo il casino eccedente e andiamo via.

Oramai sono le nove, sono a casa e, visto il weekend, decido di stare quieto e di vedere un film. Anzi, un documentario su David Bowie: cracked actor. Sono a venti minuti dall'inizio quando mi chiama la tipa del passaggio finito bene e mi chiede se voglio una birra.
No no no no no no no: oggi faccio il bravo, oggi niente casino, niente bere, niente canne, basta fighe.





Scherzo. Poi me la sono scopata.



12/11/13

Sarò il miglior fantasma.




Lexi gli rende noto di trovarsi molto bene a parlare con il proprio specchio. "Non mi dire", pensa felix, "mai successo a nessuno", ma non le risponde.
A malapena l'ascolta. Non l'ascolta mai, magari ad un occhio disattento può sembrare che lui stia ascoltando qualcuno, non è così. Mentre lexi parla, guarda altrove e pensa alla strada da fare, alle cose da dire, ad altre ragazze che deve addentare, come fare come fare come fare.
Non ascolta, ma sente. Quindi ogni tanto qualche informazione arriva, come quella dello specchio, anche se lui non avrebbe voglia di sentirla.

Sono nudi e sul letto, felix è sopra, quasi eccitato, leggermente svogliato, tocca lexi e trova vecchi ricordi. Lei ride e dice "te l'avevo detto prima".  Vero, chissà a cosa stava pensando il ragazzo. Le tocca l'interno coscia e trova vecchi ricordi e i suoi occhi si accendono di una luce omicida. Con le gambe le sta stringendo i fianchi e le informazioni arrivano troppo veloci al suo cervello e i neuroni si scontrano, si capiscono, arrivano ad una soluzione.


(il vecchio felix)
stringe ancora di più i fianchi con le gambe, le piazza due sonori schiaffi, si alza, si riveste, lei non piange, l'azione è stata troppo repentina, si mette a sedere, lo guarda, sta quasi per capire, ma lui è già uscito dalla stanza, senza spendere una parola.


(il nuovo felix)
quasi ride e pensa che tanto lui non è EFFETTIVAMENTE lì, in quel momento. Non solo: non ci sarà mai. Grazie ai nuovi software percepiti e capiti dal suo cervello, la sua reazione è pacata e tranquilla. Proiettili evitati, tante volte, e rischi all'orizzonte. L'uomo di ghiaccio continua il suo lavoro, lexi gli prende la testa tra le mani e lo fissa negli occhi per riprendersi l'anima, senza successo, e intanto rovescia gli occhi all'indietro.

30/10/13

Al prossimo crollo.

Non frega un cazzo a nessuno.

E non è la solita frase dove tutti annuiscono e dicono "sì, sì, è vero, la gente muore ogni giorno e tutti se ne sbattono la minchia". Siamo rinunciatari, siamo pigri e non abbiamo voglia di far nulla.
Mi alzo ogni mattina chiedendomi dove sono e perchè mi devo alzare e perchè mi sono svegliato. Perdo almeno mezz'ora a riprendermi e penso al da farsi.
Momenti tragici quando il programma della mattina include la doccia. Cazzo, la doccia di mattina dovrebbe essere vietata, così come lavarsi il cazzo con l'acqua fredda. Sono piccoli sacrifici da fare.

"e poi figurati che quando tornavo a casa stanco, dovevo anche scopare."
"anche, poverino."

Ho la pelle secca, ma non frega un cazzo a nessuno.
Men che meno a me. Non mi sprono, nessuno mi sprona, alle ragazze va bene così. Nessuna se ne frega un cazzo e io continuo così, con questi periodi lunghi mesi in cui la pelle mi si sfalda addosso e io mi vesto ugualmente e mi guardo allo specchio e mi chiedo cosa merda sia successo la notte prima.
In certi momenti rischi di implodere.

Intanto realizzo che per mia madre sarebbe preferibile scoprirmi drogato piuttosto che fedifrago. Ognuno ha le sue priorità.
Ad esempio, per me, scopare tre volte al giorno dovrebbe essere la normalità, ma ci sono tante persone per cui due volte a settimana sono più che sufficienti. Mica è un problema. E' bello che il mondo sia variegato e colorato, finchè non mi entra dalla finestra. In quel caso lo sbatto fuori a calci come i coglioni che si rifanno vivi cercando di mettere il piede nella porta della mia vita, con le loro facce da culo che mormorano "ma come, eravamo tanto amici?".

E poi magari scopo tre volte di fila e torno a casa e mi ascolto I can't get no satisfaction e rimango con la tipica faccia che ho quando mi muore un parente o quando vinco il superenalotto e mi apro una birra e fisso lo schermo del pc mentre ascolto musica che ha scritto gente morta.
Sembra una scena deprimente, ma dopo due secondi penso a tutti quelli che vorrebbero essere al mio posto e piangono nei loro cunicoli di matta e giovane disperazione e mi torna il sorriso.
La notte urno lavora per voi.




24/10/13

Voglio la tua morte.

Certe mattine ti svegli con l'odio addosso, la morte dentro e tutto ti fa girare i coglioni. La morte. Insoddisfazione. Io adoro il silenzio ed odio i rumori. E odio sentirti parlare e odio sentirti pensare e respirare e ogni giorno desidero, prego, scalpito pensando al momento vicinissimo in cui morirai. Spero che in qualche modo ti saltino le corde vocali, quella tua voce di merda, quelle parole di merda. Deve piovere sangue, devono essere tutti muti. Non si può più sopportare, voglio la fine. Darei tutti i miei soldi per potervi uccidere indiscriminatamente e farvi mangiare merda e buttarvi acido in faccia e sentire le vostre lacrime e cavarvi le ghiandole lacrimali. Rompervi le ossa, strapparvi i genitali, deprivarvi del sonno.
Fremere di gioia mentre state morendo. Sentire il gorgoglio del sangue e vomito che vi intasano la gola.

IO VI ODIO.


23/10/13

State bassi, state giù.

Dall'altra parte della barricata noi confezioniamo illusioni. Illusioni, illusioni. Te le porgiamo gentilmente e tutti saranno in giro a chiedersi "opperbacco, ma chi è questo ragazzo?" facendo finta che gli interessi poco.
Non gli interessa poco, la gente fa la fila alla mia porta per menarmi prima di complimentarsi come la farebbe da uno spacciatore qualsiasi. Come fa la fila per ballare da strafatta, sempre sulla stessa mattonella, a proteggere gli zaini di tutti, dove sono tutti? C'è questa tipa che balla esattamente come uma thurman in pulp fiction, dai, la scena con travolta. Cazzo, uguale con trenta cm in meno, ma è uguale. Io sono qui che le ballo di fronte tentato dal saltarle addosso, ma questa tipa è la ragazza del mio amico. E il mio amico è scomparso a fumare chissà dove con qualche francese o giapponese impasticcato. Entro in questa casa enorme, libri per terra, cd per terra, letti per terra, un cesso che non funzionerà mai più, sul lavandino ci sono rasoi, shampoo, sigarette. Entro in questa casa e su due grandi divani dei giamaicani emettono nuvole di fumo, piantagioni di nuvole di fumo, dalla bocca facendo dei tiri assurdi, non riuscirei neanche a trattenere il fiato per quel tempo. E la roba passa e la roba passa e ho gli occhi appannati e non ci vedo più e dov'è casa mia, dovevo, dovrei bere, ma con che faccia da cazzo si ripresenta questa a chiedere di chi, di come, ah ah, sei tu! Ti ho vista, lì dietro. Il braccio, il braccio sinistro mi fa un male cane. Tornando a noi, rilassati, va tutto bene. Ma non rilassarti troppo, la tua sofferenza è la tua felicità, e non voglio che vada tutto bene. Negozio, libreria, vedere quella tipa, troppe cose da fare, solo una vita e troppe cose. Dice questo tizio, mi guarda e fa un gesto come per dire "che vuoi che sia?" e intanto mi butta addosso grandi banconote, le sventola per aria, le fa volare, cadono a terra e allora mi alzo e dico "ti ricordi quel coglione che diceva che sarebbero dovuti piovere soldi a breve?" e lui "sìsì, era qui qualche tempo fa, poi sappiamo tutti com'è andata a finire".
"Alla morte!", brindiamo.

13/10/13

Man the fuck up, son.

Noi siamo gli addetti ai lavori. A noi non sfugge nulla.
Conosciamo i meccanismi che muovono il tuo cervello e sappiamo quello che fanno i tuoi conoscenti, i tuoi amici, il tuo ragazzo.

Siamo nell'ombra a glissare sulle tue domande, sui tuoi perchè e sulle tue paranoie.
Non ce ne frega un cazzo.

E non pensare di averci capito qualcosa.
Non pensare di essere speciale, non pensare di poterti sottrarre agli istinti.
Noi non ci caschiamo e riusciamo a vedere i fili sopra al palco.

Sappiamo cosa fare, quando farlo e come toglierti di dosso le tue responsabilità.
E' tutta colpa nostra, ora goditi il momento.





26/09/13

Ancore di odio.

Sei una puttana.
Sei una puttana perchè hai venduto odio in cambio di un cazzo.

Le persone tristi e depresse, quelle stressate, quelle con problemi pressanti, utilizzano, volontariamente o involontariamente, delle ancore per collegare il cervello a momenti felici o divertenti.
In pratica si ascoltano una canzone, tipo quella con cui hanno scopato la prima volta, o quella di una notte in cui hanno dormito con l'amato/a e si ricordano i momenti e si li immaginano di nuovo e sono contenti. Mettono tutto da parte per qualche decina di minuti prima di risprofondare nella realtà.
Io no.
Io ho ancore di odio.
Mi servono a ricordare di quanto tu, lei, lui, abbiate sbagliato e mi abbiate fatto male. Mi ricordo le parole, i gesti, le puttanate dette per scusarsi, gli sguardi infami e ipocriti. E così vivo benissimo perchè ho memoria.
Mi ricordo cos'hai fatto e, così, non potrai venire a chiedermi scusa neanche il giorno del giudizio, neanche quando l'apocalisse ci smantellerà.

Non sai per quanto tempo, mesi, avevo preparato tutto.
Mi ero informato su dove abitava, sulla sua macchina, sulla strada da fare, sui vestiti da indossare, sul passamontagna, sulla pistola.
Spararlo da finestrino a finestrino, dopo che si fosse fermato per salutarmi.
L'ultima volta che ci eravamo parlati gli avevo suggerito di vendere il culo per fare un po' di soldi.
E tutte le volte che mi passava accanto, pensavo "dai, provaci. Provaci. Salutami. Vediamo cosa succede." e immaginavo di piazzargli una bomba tra le ruote.
Mesi e mesi di sogni che implicavano la sua morte e altre vicine.
Ero io quello che gli ha spaccato lo specchietto.
Come dimenticare tutti i sogni in cui si impiccava in una cantina buia e triste, con la tristezza in volto? Tutto si avvera.
Io immaginavo un incidente stradale che mi avrebbe tolto dalle incombenze di rischiare la galera, ma la provvidenza ha scelto diversamente, ma sempre giustamente.
Chiuso in una stanza, ti sei guardato allo specchio un'ultima volta, con le lacrime agli occhi, con uno sguardo perso e rassegnato, con quella sensazione di freddo in bocca.
Lì, insieme a tutte le mie maledizioni.

Ed ora sono tutti spuntati come funghi a dirti arrivederci. Tutti quelli che ti avevano accusato, tutti quelli che avevano portato prove contro di te, tutti che ti adulano come il mentore che gli ha salvato la vita. Ora tutti ti vogliono un gran bene, vedi? Bisogna sempre aspettare per essere apprezzati.
Non ti fa ridere?
Io ridevo un botto mentre ci fumavo sopra.
Non ho questa empatia che sembra innata nella razza umana, non sono uno di voi. Io mi siedo in camera e rido a voi ed a tutti i miei sogni.

Io sono altrove, babe.

11/09/13

Riparo dalla tempesta.

In una foto sei seduta a gambe incrociate sull'erba e hai uno di quei vestiti colorati che si mettono alle bambine e sorridi come solo una bimba può fare, fai brillare gli occhi e sai che tutto andrà bene perchè ci sono i tuoi genitori e qualcuno si prenderà sempre cura di te e i tuoi capelli svolazzano contenti anche loro.

Era inverno e tu avevi le cuffie nelle orecchie, guardavi nella mia direzione e non credevi che sarei venuto a parlarti, sbagliavi.
Fremevo.

C'è una foto, che è andata persa da qualche parte, dove sono seduto a suonare la chitarra, tentando di insegnarti un sol e tu sei lì, in piedi, che mi guardi, poco dopo aver tentato di darmi fuoco. Eri nervosa.
Eri rimasta in macchina stesa sui sedili posteriori a decidere se uscire ed incontrarmi o meno.

Il mese successivo fu un continuo inseguirsi, un correre incessante. Non sapevamo dove andare, non sapevamo dove cadere e dove farci male.
Decidemmo di farlo un po' ovunque.
Decisi di perdermi nel tuo profumo e nei tuoi gesti, non fu una grande scelta.

Come non lo fu quella di mandarti a fanculo.

Ma sapevamo che tutto sarebbe tornato normale.
Ti ho ritrovata un giorno triste e ti ho scritto una canzone, ma tu non lo sai.
Ci siamo baciati come due innamorati mentre ci coprivamo per il freddo e sono tornato a casa ghiacciandomi mentre ascoltavo lucky.

E un giorno sei venuta tu da me, ma questo nessuno lo sa, tu non eri gentile, tu non ci tenevi, e hai fatto lo stesso e ti ho chiamata per tenerti compagnia durante la strada e dov'era l'angelo che doveva sorvegliarti?

Mi sono girato ed eri lì, avevi braccialetti sui polsi e fiori nei capelli, sei venuta verso di me e mi hai offerto riparo dalla tempesta. Siamo passati come fantasmi davanti a tutti, ci siamo dati la mano per evitare domande, il cameriere ci ha sorriso ed ha capito e quel giorno abbiamo cantato hallelujah, facendo l'amore sotto le stelle, sotto il soffitto, sotto noi stessi, è stato quasi un sogno e come un sogno ci è sfuggito dalle mani.

Un'altra volta ho bevuto un intero pomeriggio e sono stato malissimo e tu mi tenevi in piedi, o sdraiato, non fa differenza e dicevi che abbracciarmi era meglio di fare l'amore.

Infine mi sono ubriacato e sono venuto a dirti addio e tu non hai capito, non mi hai preso sul serio.
Perciò ho preso a camminare fino all'alba, che era l'ora dove sapevo ti avrei trovata a guardare fuori dalla finestra, appoggiata al davanzale, e tornavo a casa stanco e con le piante dei piedi distrutte.
Saltavo di panchina in panchina pensando a come sarebbe stato averti lì con me e maledicevo i passanti, sapendo che fuori dalla porta non c'era nessuno ad aspettarmi.





18/08/13

Un iceberg col cazzo.

Ecco una massa di coglioni piangenti impilata a dovere in un tumblr per la nostra comodità, gioia e ludibrio.


http://marinaabramovicmademecry.tumblr.com/


Per i piccoli froci che nel 2013 si ostinano a non conoscere l'inglese, ecco cosa vi dice il traduttore di google al riguardo:

"Ritratti scattate durante la mostra del MoMA (Museum of Modern Art) di performance artist "Marina Abramovic: The Artist Is Present". Abramović si siede a un tavolo, in silenzio, e gli ospiti del museo può sedersi di fronte a lei e guardare.

Alcune persone non in grado di gestire il calore."




Da gustare con una canzone ad hoc che vi propongo qui di seguito.


15/07/13

Scelte.

Il mio amico sembra un attore. Quando non ha la barba sembra robert pattinson in cosmopolis, là dove fa quel giovane supermiliardario che si gira la città in limousine e si tromba qualche ragazza e poi la moglie lo molla etc., non voglio sputtanarvi tutto il film, comunque lo consiglio.
E un po' anche pete doherty, ma senza l'aria da drogato.

Il mio amico è figo e ha deciso di mandare a fanculo l'università, piuttosto fa lavoretti in giro tentando di scalare la società e di farsi un po' più soldi dell'ultima volta.
Si mette spesso camicie oppure una maglietta e sopra un cardigan e ha un certo fascino naturale che voi non avrete mai.

E' anche fidanzato da ormai due anni e più, penso.
La ragazza è chiaramente pazza, e lui lo sa. Non è neanche eccessivamente bella, ma sembrano stare bene insieme. Comunque come tutte le ragazze pazze...scusate, ho aggiunto una parola di troppo: come tutte le ragazze, crea un casino dal nulla per puttanate minuscole, lui la ignora un po' e la lascia sbollire. Torna a casa e la tipa vuole litigare, ma lui fa capire di essere stanco per il lavoro e non se ne fa nulla.

Di sicuro tromberà come una matta. Intanto loro ascoltano la loro musica ed io ne sono fuori e quando ascolto la stessa musica mi sento come se potessi essere lì con loro a bere birra in casa con gli amici dopo un concerto. O in un pub. Un concerto dopo l'altro e la vita scorre così. E tutti ridono e tutti si fanno foto e tutti sembrano felici ed escono anche bene, 'sti stronzi.
Scherzano spesso. Magari incellofanano la loro vita in quei brevi istanti e per il resto del tempo si grattano i coglioni e restano seduti ad aspettare la paga bisettimanale.

Questo mi fa sentire come se volessi essere in una città che dia milioni di possibilità quando poi resto a casa a farmi le canne, se non ho appoggi.
Il problema della mia vita è che le persone che già conosco mi stanno sul cazzo e le evito volentieri, mentre quelle da conoscere non mi interessano o non valgono il rischio di perderci del tempo assieme.

O forse pretendo troppo dalla mia vita da ragazzo nei twenties. Dopotutto una tizia mi disse "nessuno fa cose eccezionali a venti anni" e probabilmente aveva ragione. Chi lo sa.

Ripenso a quando l'ho conosciuto: eravamo due ragazzi alle prime armi con il mondo e ci siamo divertiti e passavamo le notti insieme e ci raccontavamo il nostro minuscolo passato ed i nostri progetti, le nostre strade diverse.

Ed ora sono qui durante un brutto trip e mi chiedo quale sia la scelta giusta.
Ditemelo voi.

26/06/13

A lume di cannetta.

Tu puoi anche non conoscere URNO, ma lui conosce te.
E tu puoi essere anche a settecento chilometri dalla sua residenza, ma a lui stai sul cazzo già.

Lui ti odia nel novanta per cento dei casi.

La gente mi fa schifo, mi fa ribrezzo.
Mi disgusta.

Tutta questa gente a camminare per strada come se non fosse nulla, a parlare, a blaterare parole di cui non conoscono il significato, a sfornare figli come se fosse mangiare un gelato, a non vivere di illusioni, a morire ad ogni respiro.
Siete orribili. E disgustosi.

Urno vi odia a prescindere, che voi esistiate o meno.

E troverà difetti in voi e ragioni per disprezzarvi, sempre.

Non ci credete?
Partiamo dai mille amici di un qualsiasi stronzo su facebook.

Troione psicopatico.
Troia emo.
Troia tagliavene.
Orfano pelato e triste.
Simpaticone coglione con gli occhiali cerchiati come lennon.
Ahahhahhahhah, su questo non mi esprimo, sarebbe come fucilare un morto.
Poverina questa, va in giro come se non fosse eccessivamente brutta.
La ninfomane, va benissimo.
Oh lui, pezzo di merda frocio a cui auguro una morte sempiterna.
Lurido ingrifato che ci prova con tutte.
Pazza troia grezza che si tinge i capelli ogni due giorni.
Cogliona che si è divertita a fare la lesbica finchè un gran bel cazzo non l'ha convinta.
Pirla che si crede intelligente come un furetto zoppo.
Nullafacente hipster alternativissima donna vogliosa di pene.
Vabbè, questa è un'idiota patentata.
Poverino questo è un ragazzo represso sessualmente e mi sta pure simpatico.
Questa era carina due anni fa ed ora è peggiorata in maniera incredibile.
Coglionazzo che vuole fare il trentenne a diciotto anni.
Il solito famoso ciccione.
Questa era una giovane promessa ed è diventata una troietta brutta qualunque.
Altra che gioca a fare la bisex.
Comunistella che ama le canne.
Disperata con tette appese.
Tristissimo tizio che vuole fare il metallaro.
Ciotta che si fa le foto solo in faccia.
Ancora con i capelli tinti di colori improbabili ad una certa età? Eh cazzo.
Tu morirai.
Stronza cornuta.
Capelli da emo dopo che la moda è passata da cinque fottuti anni.
Ancora con queste pose di merda, mani in faccia.
Ecco un'altra merdina con gli occhiali cerchiati che cerca di fare il simpaticone.
AAAAAAAAAAAAAH. Porca puttana, la cosa/ragazza più brutta mai partorita.
Caso perso, rifiuto della società.
Tipico ragazzo orrendo che non mette MAI una sua foto.
Lesbica per gioco da anni.
La piccola succhiacazzi moralista.
I baffetti a diciotto anni, porco dio ripigliati, coglione.
Poveraccia, sarà già dura uscire di casa.
Questo è una malattia.
Questa era amica del feticista suicida.
Questo è una merda che si è messo con la ex del suo migliore amico, sparati nel culo.
Minchia come sei ingrassata figlia mia.
Cazzo mi guardi con questa faccia da disperata se sei al mare? SESSANTA MI PIACE, così, gratis.
Lo spacciatore uomo di famiglia, foto con i genitori e tutti vestiti bene, come no.
Moralizzami 'sto cazzo, ipocrita.
Posa da hipster, labbra un po' sollevate come per dire "eh, sai, io sono così".
Questo ha 28 anni e non troverà mai lavoro.
Comunistone ufficiale.
Questa cercava il principe azzurro e si ritrova con 'sto sgorbio, saranno calati gli standard.
Poveraccio, tromberà solo a pagamento.
Famosissima troia in sovrappeso.
Oh lui, tutti lo volevano ed ora è nel dimenticatoio.
Ahr ahr, questo l'ho minacciato con cattiveria.
Vedi com'è contenta di essersi presa le corna? Un sorrisone.
Ricicliamoci dj, magari funziona.
Ah, la ragazza che si voleva suicidare e per compensare ha succhiato cazzi, come dimenticarla.
Il brutto batterista.
Eminentissima puttana.
Cazzo alzi il sopracciglio, merda di cane.
Piccoli drogati crescono.
IL FEDORA IN ITALIA, NO, CRISTO.


 Il cappello si chiama fedora.



Quanti cazzo di amici ha questo? Basta.
Devo smetterla di fare danni.





14/06/13

C'è un eremita del cazzo in ognuno di noi.






Non mi importa se fa male.

Mi spiace, ragazzo, ma ci sei cascato. Ci sei cascato, ti sei fatto fregare. Sei stato gabbato, ma non ti affligere, zio, non sei il primo. E' capitato ad altri.
Ti sei fatto gabbare.
Tu pensavi che sarebbe stato ok dire la verità. Certo, tutti apprezzano la sincerità. Ancora, ancora questi pensieri del cazzo ad una certa età? La verità non deve essere conosciuta. E non usare scuse del cazzo, non ti crediamo.

Quando si tradisce si è sempre ubriachi, e certo. Tutti ubriachi. C'è qualcuno che scopa da sobrio? Fatemelo sapere. Riportiamo le testuali parole, o simili:

"eh no, ma sai, ti assomigliava, PENSAVO FOSSI TU"

Cristo, ragazzo, mi fai morire dal ridere. TI ADORO.

"è stata colpa dell'alcol"

Se sono finito dentro ad un'orgia spettacolare in cui ho goduto come un maiale.
Ragazzo, sei un idolo.
Colpa dell'alcol. Sei un fenomeno.
Sei me? Peggio.

Non è mai colpa dell'alcol, la verità è che le donne sono tutte troie, ma il fatto che siano tutte troie implica che non lo sia nessuna: è la loro natura essere in quel certo modo che noi, poveri maschi, definiamo "troie dai pompini lini". Mentre noi, noi abbiamo le nostre colpe: ovunque ci tira il cazzo andiamo a colpire. C'è poco da fare.

Quando una cessa vuole dartela dirai "no, guarda, sono fidanzato" e ti sentirai anche un figo perchè sei una persona dalla grandissima moralità.
Moralità cosa?
AHR AHR.
Fammi ridere.

Appena viene una più fattibile del normale, le salti addosso e te la trombi in macchina, a casa tua, a casa sua. Non hai ritegno e non vuoi averlo. Dopotutto, cosa te ne frega? Non dare conto a nessuno.



Non porti limiti, figlio di puttana, MAI PORSI LIMITI. Non funziona così.
Davanti a tutti ci sei sempre tu.
Ricordalo.
Ricordalo quando non riceverai la giusta fiducia o il giusto rispetto dalla tua donna angelicata del cazzo. Quando lei crederà ad altri e non a te. Ricordati queste parole e pensa a vivere la tua vita perfetta, come te la sei immaginata.
Non farti fermare da nulla.
Non fare discorsi come "sai, ora ho una famiglia e quindi..."
"sai ora ho un figlio e quindi..."

"sai, dobbiamo sposarci e quindi..."

Limiti.
Sono solo limiti alla tua felicità.
Fottitene e investi tutti con il tuo carro armato.
Fottitene.

Ti sei fatto fregare. Per cosa? Per una figa qualsiasi?
Per una qualsiasi che per dimostrati di essere la migliore ha dovuto farsi vedere nuda davanti a tutti?
Eri geloso, ragazzo?
E poi cos'hai fatto?
Hai inculato una troia qualsiasi per rifarti? Le sei venuto addosso? Titjob? Titfuck? Queste puttanate qui?
Hai fatto bene.

Io ti capisco, tu non mi leggerai, ma io ti capisco.
Non fare cazzate ora, non provare a recuperare ora. Non c'è nulla da recuperare. Non dirle quelle stronzate che usiamo noi come "sai, nessuno mi ha mai dato niente, ho dovuto sempre LOTTARE per avere un briciolo di dignità, ho lavorato, sto lavorando, volevo vederti, etc.", no, no. Fregatene.
Non esiste nulla che meriti la nostra attenzione perenne. Siamo molto più avanti.

Non hai capito un cazzo. Io non ti penso, non sei tu nei miei pensieri. E neanche nei miei post, smettila di farti mille flash come "oh, guarda quel post era su di me! COSA NE PENSI?", ne penso un cazzo.
Stai calma, nessuno ti caga a parte stronzi pelati.

Sì, dico a te, troia, no, non tu, quella dietro. Sì, sì, tu, sei la troia ufficiale.

Non hai capito un cazzo, lo ripeto. Renditi conto di non aver capito un cazzo.
Perciò non presentarti in strada a dire "questo è pazzo, questo è malato", non è così. Sono altri i malati, ad esempio i ciccioni che fanno la fila per scopare le tue membra esposte. Ciccioni di merda. Ahr ahr.

Stiamo divagando, torniamo a te ragazzo. Anzi, torniamo a te ragazza.
Sai qual è il problema?
La moralità, il rispetto, la sincerità.

Questi sono i problemi. I problemi sono quando tu pensi "e va bene, da oggi in poi mi comporterò bene", NO. NO.

Non ha senso, non buttare il tuo tempo nel cesso in questo modo. Non ti fidare, risolvi il problema alla radice: non ti fidare. Non ti fidare neanche di te stesso.
Non dare fiducia, non dare rispetto.
Tutti hanno qualcosa da nascondere e lavoreranno duro per nascondertelo.

Non esiste nulla di vero, qualcuno dovrà pur sapere la verità, ma tu non la saprai mai. Allora mettiti in una posizione difensiva, fai capire che non potrai essere attaccato. Fai capire che non hai problemi di personalità e che hai le palle al contrario di altri.

Sfida il mondo, combatti, LOTTA. Lotta per sempre e quando sarai morto, deceduto, tre metri sotto terra o in una bara qualsiasi in un cimitero buco di culo, almeno avrai la coscienza di essere sempre stato coerente con te stesso e godrai per l'infinità del tempo.
E gli altri stronzi ti guarderanno dal basso e penseranno "però, questo figlio di puttana ci ha fregati tutti" e tu sarai lì: a goderti il nero più nero del tutto.



A FLUTTUARE NEL NULLA SAPENDO DI ESSERE IL MIGLIORE.

Oscillo.




Sono aperto e recettivo.
Apro un album dei Sol Invictus: Sol Veritas Lux. E mi sembra la musica giusta per questo momento. Non ho mai ascoltato nulla di meglio.

Penso ai sogni lucidi che mi aspettano domattina, avete presente? Quando siete in un sogno e siete coscienti di esserci e quindi riuscite a controllarvi per un po'.
Beh, ci si può allenare. Non starò qui a spiegarlo, ma vi dico solo che due notti fa il mio corpo ha cominciato a scivolare in avanti dritto verso un muro ed era una bella sensazione. Paralisi.

Altrove. Pubblicità: la cocaina non è buona per la tua salute.
La musica elettronica ha effetti sul cervello, a lungo andare. Non bevete responsabilmente, non bevete e non designate guidatori.
Fumate paglie e tirate raglie.







Non perdetevi il prossimo post.

05/06/13

Le basilari leggi di mercato.



Siamo nel 2013 e ancora si ride per un rutto, satana porco.



Di seguito delle robe che mi fanno ridere, ma solo in certi momenti.










Ma di solito mi divertono le barzellette come:

Cosa ha ricevuto per natale il bambino senza braccia e senza gambe?

IL CANCRO.



Cosa c'è di peggio di mangiare una mela e trovarci dentro mezzo verme?

L'OLOCAUSTO.



31/05/13

The KKK took my baby away.

Sei tornata.
Hai resistito per mesi e mesi, ma alla fine sei tornata.
Sei migliorata, hai meno bisogno di me, ma alla fine sei tornata.
Con tutti i tuoi cazzi, tutte le stronzate con cui ora desideri sciacquarmi la faccia. Ero così contento di non averti tra i coglioni, ma a quanto pare è inutile evitarti: sei sempre in agguato dietro ad un cespuglio, attendendo il momento propizio per saltarmi addosso e chiedermi aiuto.

Aiuto, aiuto, aiuto.
Qualcuno ci aiuti.
Qualcuno mi aiuti, aiuto!
Qualcuno salvi questa povera donna.
Qualcuno faccia qualcosa.
Qualcuno pensi ai bambini.

Dovevate pensarci voi ai bambini, stronzi, non tocca a me. Fa caldo qui dentro, non basta?
E invece sei tornata. Ti sei nascosta per un po' sotto una scorza dura da ragazza che ha imparato COSE dalla vita precedente, dai cinquecento anni precedenti, dall'origine della scrittura, dai primi graffiti di cazzi nelle caverne e poi sei riaffiorata in superficie come un marinaio che non riesce a suicidarsi in mare.
E il naufragar m'è dolce in questo cazzo.

Tanto è tutto uguale. Tu sei migliorata ed io mi sono allenato, so cosa fare con te. So cosa dirti e so che non mi ascolterai, perchè è così che funziona tra di noi. So tutte le puttanate che devo sentirmi, del tipo:

non è così
ti sbagli
cambierò
io non sono così
è successo
sono cose che capitano
è un periodo
mi riprenderò
con una videocamera
mi farò un bel video
nuda
così ti ci puoi masturbare sopra
quando ti senti solo
o possiamo farlo insieme


Direi che mi hai stancato, direi che preferisco aprirti la schiena con le unghie, e potrei scordarmi di farti male, ma ricordamelo.


Bentornata, amore mio.
E vaffanculo.

16/05/13

Uniscimi 'sto cazzo.

Guy ha milioni di libri da leggere, che elencheremo brevemente: lansdale, un paio di fantascienza, big sur di kerouac, tre o quattro noir.
E questi sono solo quelli ufficiali.
Vorrebbe anche prendere tra le mani i dialoghi di platone e nietzsche e tragedie greche e le commedie di aristofane, ma mica c'è tempo per fare tutte queste cose?
Guy si sveglia la mattina, fa finta, e guarda i venti gb di musica che ha scaricato di recente e cerca di ascoltare un album a caso.
Prende un album a caso come pornography dei cure. Ascolta le prime due canzoni tentando di concentrarsi sul testo, poi manda tutto a fanculo e mette album che ha ascoltato settanta milioni di volte come ad esempio atom heart mother.
Si piazza davanti al pc e passa da un sito all'altro senza discriminazioni di sorta, pensando che "questo sì che è un fottuto genio" e ridendo quando incontra la foto del cazzo di un tizio infilato in un polipo.
Poi riflette sul fatto che dovrebbe allargare i suoi circoli sociali e, che ne so, chiamare un amico e andarsi a fare una birra piuttosto che prendere a picconate negri virtualmente.
Ma socializzare non è mai stato uno dei suoi punti di forza, allora rilegge vecchi taccuini, mette in ordine i tiretti, si stende sul letto e manda un paio di messaggi a persone che non risponderanno.

La sera Guy esce e si incontra con Fanny che, per inciso, è la sua ragazza. E fanno tante belle cose come passeggiare, mangiare un gelato, andare al cinema, scopare, ascoltare musica, sostare sul letto, parlare della situazione politica attuale e degli ultimi avvenimenti sociali verificatisi nelle loro vite.
Si guardano negli occhi, anche.
Insomma fanno tutte queste belle cose che dovrebbero unire.
Il ragazzo torna a casa e, mezzo brillo, si sdraia sul divano e pensa che tutte queste cazzate che dovrebbero unirci, unirvi, unire tutti noi, sono grosse stronzate fini a se stesse.
Tutti pensano che si dovrebbe essere più felici dopo aver fatto questo e dopo aver fatto quello. CONDIVIDERE è la parola degli ultimi dieci anni.
Dobbiamo condividere quello che abbiamo con gli altri, condividere i momenti con la nostra famiglia, condividere esperienze con gli amanti, situazioni con gli amici, ho condiviso parecchio con Tom, ho condiviso il cesso con un giapponese, ho condiviso i banchi con una zoccola. Stiamo a condividere cose che non sono neanche nostre. Cosa ci frega di condividere, di unirci, per poi tornare ognuno a casa sua, negli stessi letti, sugli stessi divani, per guardare verso il nostro ultimo istante?
Lui non si vuole unire, non vuole che qualcuno di diverso entri a gamba tesa nelle sue giornate per dire cose che non vuole sentire, per costringerlo in circoli sociali dannosi per la salute mentale, per stare a contatto con gente che non merita di essere guardata negli occhi.

Si gira sul divano tentando di trovare una posizione comoda, fissa i ghirigori sul muro e si sente così solo come se potesse morire in quell'istante.
Il cuore gli bussa sul petto per farsi sentire: toc toc toc toc toc toc. Trenta secondi e smette.
E' passato anche questa volta.
Si avvolge nella coperta e comincia a divagare nel dormiveglia.

Così guadagno spazio. Noi sappiamo che si sente...sta male. Ma non è detto - adesso integralizziamo - adesso facciamo un prologo. Sentivo grande - le scie del viscido. Giocatori delle strade provano così ad esportare appositamente luoghi pubblici.
"Io sono cattivo, ma non "cattivo", sono proprio CATTIVO." dice un politico qualsiasi nella sua testa.
Domani mi sveglio presto e mi faccio la barba.

La mattina si sveglia dopo aver sognato l'apocalisse e la fine del mondo e non è contento di essere ancora vivo.
Chiama Fanny, sono le sei di mattina, e le chiede un favore.

"Dimmi, Guy, cosa?"
"Uniscimi 'sto cazzo."

04/05/13

I nemici sono vicini.

Questo è per te che leggi, proprio tu, proprio per te. Personale.
FUCK YOU.



Mi siedo sulla panchina, mi rilasso, apro la lattina di gordon. Il mio amico sta già bevendo una tennent's e resta in piedi, indeciso.
E' più basso di me e già questo dovrebbe dargli fuoco all'autostima, ma non è un brutto ragazzo. Non volevo interazioni umane, ma avevo bisogno di uscire e bere e farlo da solo non mi ispira, piuttosto mi ascolto i problemi mentali e fattuali di altri coglioni come me.

"Urno, non sono innamorato, è un altro sentimento."
"Come no. Senti le farfalle nello stomaco?"
"E' diverso."
"Le dedichi canzoni? Ti masturbi immaginandotela nuda? Hai polluzioni notturne più frequenti del solito?"

Sono a volte insopportabile.
Lui tiene duro e butta giù due sorsi, per fortuna siamo attrezzati con altre tre birre ed una qualche sottomarca di whiskey e della coca.

"No, seriamente, questa mi piace. Non voglio bruciarmela subito, non so come muovermi."

Il posto non è affollato, ma passa una che mi ha dato un due di picche cinque o sei anni fa insieme alla sua orribile migliore amica che sembra un misto tra un palo ricoperto di piscio e un carlino. Lei è ancora una gran figa, ma ha sempre peccato di tette e ricordo sorridendo il fatto che avesse le braccia ricoperte di felici peli biondi. Cristo. Sorrido ancora di più e ingollo la birra.
Anche lui si gira a guardarle il culo ricoperto da un vestito celeste con dei brillantini o dio sa cazzo cosa.

"Bella eh?"
"Fattibile."
"Allora ti piacerà questa storia: svariati anni fa andavo dietro a quella stronza, siamo usciti varie volte e mi ha presentato un milione di sue amiche, qualcuna era anche relativamente figa. Ricordo in particolare una con una quarta non indifferente che, però, mi venne sconsigliata, pare fosse pazza, oh, mi sto dilungando. Tornando a quell'epoca, avevo i capelli corti ed ero un mezzo coglione, più di quanto non lo sia oggi."
"Mm mh."
"Ero riuscito ad avere il suo numero di telefono, di casa, bada, non c'erano questi telefoni cellulari o facebook a facilitare le cose. La chiamai dal nulla più assoluto, ok, ci conoscevamo di vista già prima, e le dissi: ehi bla bla bla, sono io, ti ricordi, vuoi uscire con me? E lei accettò. Minchia. Che conquista. Per farla breve mi dichiarai dopo un mese di uscite e lei cominciò con la solita solfa del "è meglio se restiamo amici", lì me ne andai in un nanosecondo."
"Morale della storia?"
"Morale della storia: ora quella è una troia che ha la figa scoperchiata come un vulcano ed io sono qui con le palle in mano e ogni tanto penso che mi sarebbe piaciuto scoparmela, perciò smettila con queste puttanate del sentimento, del rincoglionimento, del fatto che lei è, lei è. Lei è un cazzo. Guardami negli occhi quando parlo, frocetto e ripeti con me "lei è un cazzo". Piuttosto scopati quella gnocca con cui ti vedi sempre."
"Mannò, è un'amica."
"Meglio."
"No, quella è una situazione complicata."
"E' complicata un cazzo, fossi in te l'avrei stantuffata così forte che avrebbe perso i capelli, le sarei venuto in mezzo agli occhi e le avrei schiaffeggiato il culo fino a farle uscire i lividi."
"Ma non lo faresti mai!"
"Hai ragione, le sarei venuto sulle tette. Fatto sta che hai il dovere morale di scopartela."
"La fai sempli.."

"Urnoooooooooooooooooo!"

Il posto comincia a starmi sui coglioni, mi ha visto e si sta anche avvicinando un tizio che crede di essermi amico, ma a cui io vorrei amputare almeno la mano sinistra per ragioni che esulano dall'esistenza di questo blog, perciò reagisco nell'unico modo possibile.

"Non ti avvicinare o ti sego in due."

Ovviamente pensa che io stia scherzando e rallenta, ancora con un mezzo sorriso su quella bocca di merda e con le braccia a mezz'aria, come se gli avessi bloccato l'abbraccio che voleva darmi.

"Non scherzo, ti sego in due."

Ora è basito. Si ferma un millisecondo, riflette, raggiunge il pensiero che gli serve.

"Nooooooo, urno, io non ho fatto niente!"
"Meglio. Non sei contento così?"
"Noooooooo, ma davvero, non ho fatto niente. Non è come pensi."
"Io non penso, io fra cinque secondi ti prendo a calci e poi amici come prima."
"Ma io non c'entro niente!"

Sono tutti molto lenti a capire, saranno le pasticche che ti danno alla testa.

"PORCO CRISTO, ALLONTANATI SUBITO, NE RIPARLIAMO FRA UN ANNO, E' DIFFICILE DA CAPIRE, DIO CANE?"

Mi alzo per rendere il tutto più credibile, e funziona, amici, funziona. Finalmente si allontana e continua a blaterare sottovoce che lui non c'entra niente, che qualcuno deve avermi detto qualcosa di sbagliato, che sono voci che girano, che nulla è come sembra, che puttanate puttanate puttanate.

"Dicevamo?"
"Sei nervoso, urno?"
"Mai."

02/05/13

Musica sperimentale per cazzi circoncisi.

Ragazzi, regolate il vostro orologio biologico che già vi urla "SEI CINQUE ANNI PIU' VECCHIO DELLA TUA ETA' REALE!" e settatevi degli obiettivi da rispettare.

Non ce la farete. Non è per tutti.

Ora potreste piangere, potreste trovare conforto nelle droghe come fanno gli animali più intelligenti.






O potete trovare un lavoro di merda, applicarvi, smazzare per una paga di 400 euro al mese che magari forse, magari, forse, magari, forse forse forse e chissà, un giorno, magari diventerà un lavoro fiss..ahahhahhhah.
E tentando di ottenere un contratto a tempo indeterminato potreste scendere a biechi compromessi.





Magari schiattate. O finite in qualche centro di igiene mentale dove le infermiere si sfiziano a malmenarvi e a fottervi i due euri (accademia della crusca docet), vecchi balordi e scalcagnati che non siete altro.



Ma se non avete nulla da perdere, buttatevi nella musica sperimentale.
Il sogno di milioni di musicisti che finalmente, dopo anni di strimpellate in pub malridotti e anni di serate indie immotivate, decidono di superare il muro delle solite canzonette rock/pop/wave/metal/punk/folk e di darsi a suoni nuovi.

Suoni nuovi corredati da video eccentrici.

Fate piangere il fantasma di warhol (vorrei fare esempi migliori, ma è l'unico eccentrico che conoscete) e i baffi di dalì e cominciate a comporre, anche se "comporre" è una parola grossa: registrate.

Rumori di cazzi che sbattono tra di loro, tacchi che sbattono su un tavolo di marmo, pacche sul culo, negri che scatarrano, scambi di battute tra psicanalisti e trans normodotati.
Mischiate ogni suono con suoni che non c'entrano un cazzo come il clang di una fotocopiatrice e poi organizzate un video.
Un video superpsichedelico, roba che i pink floyd devono vomitare nella tomba, quelli che ci sono, e morire di colera, quelli ancora vivi.

Dissolvenze, donne che corrono in lontananza, subdole storie d'amore, frasi senza capo nè coda, il mondo visto dallo spazio, astronauti che nuotano negli oceani, cazzi circoncisi che volano l'uno contro l'altro, ma rigorosamente in slow motion.


20/04/13

Sono il figlio del rock 'n roll.

Sarò schietto.
Per me potrebbe esserci chiunque sul mio letto, non farebbe alcuna differenza.
Abituati ad aspirare al massimo ed a sbattere contro quella puttaniera che è la vita.

Non ricordo come ci siamo conosciuti, voglio non ricordare. Era tutto sotto controllo finchè ti assumevi tutte le tue colpe, ma io profetizzai "un giorno mi sputerai addosso tutte le tue colpe e dirai 'è colpa tua, tutto' " e così è successo.
Scherzo, ricordo. Ho conosciuto alexandra in uno di quei party dove eravamo tutti sfondati e io, più o meno, saltavo addosso a qualsiasi ragazza mi capitasse a tiro e parlavo con tutti ed ero socievole.
Insomma, non ero io.

La storia andò avanti relativamente bene, io ero entusiasta di avere una figa e lei era entusiasta di avere una sicurezza, qualcuno che poteva prendersi cura di lei.
Andò bene i primi mesi.
Premetto che io ero un ubriacone del cazzo, come sono tutt'ora, ma lei era quasi peggio, avvantaggiata dal fatto che, essendo una ragazza, riusciva ad ubriacarsi con molto poco. I casini fuoriusciti dalla bottiglia erano infiniti: alcuni derivavano da me, altri dalle sue luride paranoie psicologiche dettate da un'infanzia probabilmente disastrata e vissuta male.

Era tutto sotto controllo, finchè ad una festa in cui era presa male, non cominciai a prenderla a schiaffi per farla riprendere. Odiavo il fatto di dover essere io a gestire una persona come se fosse un figlio e dover dire "non fare così, smettila di bere, non fare cazzate"; mi sarebbe piaciuto stare con qualcuna che fosse riuscita a badare a se stessa.

Ma, piano piano, la mia libertà si andò restringendo fino a soffocarmi senza pietà. Non potevo fare più nulla senza essere sotto controllo, peggio di come si deve sentire un cittadino nordcoreano qualunque. Non potevo uscire senza rendere note le persone che frequentavo, non potevo parlare dei cazzi miei con i miei amici, non potevo guardare altre donne. Non potevo.

Implodevo leggermente dentro di me, ogni giorno andando ad aggiungere una lurida goccia a quel vaso che già traboccava, ma me ne fottevo perchè ero innamorato. Questo mi teneva in piedi, in bilico, ma in piedi.
Bevevo e fumavo e scopavo sperando ci fosse solo questo di mezzo, nulla di più.

E scopavamo, felici, tantissimo. Un quarto d'ora, venti minuti, mezz'ora di felicità, senza problemi. Fin lì andava tutto bene. Era per quello che ero in quella situazione. 
Ma già alla fine della scopata temevo si presentasse qualche situazione di merda come "ho saputo cos'hai fatto ieri/parli ancora con quella?/ho sentito la tua amichetta". Cristo, l'avrei presa a testate, ma sono un gentiluomo.
Per evitare di picchiare lei, prendevo a pugni me stesso.
Tantissimi pugni in testa per cercare di neutralizzare i litigi e le discussioni che portava avanti praticamente da sola, a breve mi sarei causato una commozione cerebrale, ne ero sicuro.

Lei quasi si dispiaceva, piangeva: "non lo fare, smettila!".
E io continuavo a darmi pugni.
Ero completamente di fuori, ma non potevo più sopportare la situazione.

Era una relazione piena di periodi:
periodo di merda,
periodo di merda,
periodo buono che durava massimo una settimana,
periodo di merda per una mia cazzata come tentare di uscire con una vecchia amica,
periodo di merda per discutere della mia cazzata,
periodo di merda per sentirmi dire "io non sono una persona cattiva, perchè mi tratti così? Cosa ho fatto per meritarmi questo?"
E io rimanevo lì, a sorbirmi tutte queste cose per il semplice motivo che lei era la mia vita ed io ero la sua e non sapevo neanche dove andare senza di lei.
Il mio mondo si era chiuso su una persona e non sapevo come uscirne.

Ci svenavamo tutti i giorni per quei brevi momenti di perfezione. Ora ho capito cosa c’era dietro.

13/04/13

Emergenza.






in caso di incendio, sputare sulle fiamme,
accendere sigarette e respirare fumo,
saltare sui tavoli, schiacciare gli amici,
lanciarsi dalla finestra.
spirare con gaudio
senza dare fastidio ai soccorritori.

in caso di terremoto, spingere la terra,
staccare le piastrelle, battere pugni sordi
sui muri,
creare un finto riparo,
piazzarsi sotto tale capanna,
calmarsi,
ascoltare il prezioso rumore
del blocco di marmo e cemento che
ti sfonda il cranio.
spirare in fretta
senza biasimare i giornalisti con i caschi.

30/03/13

I am a bad motherfucker.


 
Godetevi il video, luridi.
 
 
Mi chiedo perchè non ci sia una pubblicità che ci renda noto che gli uomini si lavano il pacco con il palmolive o qualche altro prodotto, mentre 'sta tizia che si sciacqua la faccia bagnando tutto il cesso ci tieni a farmi sapere che si ravana la vagina con chilly.

26/03/13

Ciccioni grassi.




Ciccioni. Ciccioni grassi.
Ciccioni grassi e bassi.
Ciccioni grassi e bassi che a venti anni ne dimostrano trenta.
Ciccioni grassi e bassi che a venti anni ne dimostrano trenta e ti mandano un messaggio sul cellulare:

"puoi dire alla tua amica che è veramente carina? complimenti alla mamma."

Ciccioni senza dignità.

Come quel grassone che ho visto un paio di vacanze fa, sul bus per andare in centro, con i sandali e i piedi che cercavano di fuggire da tutti i buchi e le dita tozze, con un cappellino a coprire la pelata in arrivo.
Occupa un posto e mezzo ed ha in mano un pacchetto di patatine.
Il bus si ferma, salgono due o tre ragazze, di cui una è la leader ed è una gran figa.
Il ciccione la guarda, io gli leggo negli occhi i pensieri "che bella ragazza!" e spero che non faccia stronzate, che non distrugga la sua già misera dignità per farle davvero i complimenti, come se una troia così ne avesse bisogno.
Non farlo, cristo, non farlo. Continua a ravanare con quei salsicciotti che hai al posto delle dita nel sacchetto di patatine pai.
E invece no, non si tiene, non può tenersi dentro altro, probabilmente perchè non ci entra più un cazzo in quel gran tozzo di merda che è il suo corpo, quindi anche un misero pensiero non può rimanere nei meandri del suo cervelletto: deve buttarlo fuori.
E lo fa:

"scusa."

"sì?"

"volevo dirti che sei proprio bella."






Sii almeno realista, culo grosso: la ragazza è una mezza mazza di scopa e non potresti starci sopra senza ucciderla con il tuo ventre abnorme.

Fatti un favore, guarda oltre. Fai come fanno tutti i santi ciccioni di questo mondo: spendi soldi, fai mille regali, fai l'amicone, l'amicone grassottello a cui tutte vogliono bene, ma che nessuna si scoperebbe, insisti un po', mostra il tuo lato dolce e gentile, mostrale la volontà di cambiare, vai in palestra, comprati uno strumento musicale, renditi piacente.
Alla lunga, qualcuna andrà oltre le tue fattezze (FAT-tezze) e te la darà.
E sarà un giorno migliore e sarà un giorno più pulito, prima di morire di infarto grazie al buon amico colesterolo.


Poco realista, poco intuitivo. Ma non hai visto che occhi mi metteva addosso mentre tu cercavi di approcciare maldestramente?
Eppure nel giro questa cosa si sa abbastanza bene. Peccato.




Comunque sono un buon conoscente: le ho riferito il messaggio.
Dopo che aveva finito di attaccarsi voracemente al mio membro, sul sedile posteriore della macchina.

21/03/13

Regressione.






Tutti i risvegli sono tragici, ma ogni giorno quel momento peggiora.




E’ un giorno in meno che ti distanzia dall’abisso. Non l’obsoleto timore della morte: non c’è più spazio per desideri di immortalità, sebbene si speri che qualche scienziato stia lavorando, se non per noi, per i nostri pronipoti, non c’è più spazio per avere paura di perderci quella fetta di torta che è una mezza vita passata a riflettere e a pensare di dominare il nostro corpo. Di morire riesce a tutti e non sarò da meno.




Di guardarsi allo specchio come faccio io, forse riesce a pochi: mi scavo negli occhi e cerco di capire cosa c’è dietro e mi fisso e mi mando a fanculo e il riflesso mi urla “picchiami fuori di te!” e mi ricorda che non so neanche piangere.



“Questa non è la tua favola,” mi ripete, “hai speso la tua adolescenza a guardare fuori dalla finestra, ti è piaciuto il film che scorreva davanti ai tuoi occhi?”.



Mi allontano e cerco di distrarmi con bei pensieri: sono in un bunker ed ai miei piedi sono legati e imbavagliati due tizi, già sanguinolenti, mi abbatto su di loro con tutta la forza che ho, tento di accecarli dando pugni alle sopracciglia, sono fuori di me e vomito su di loro cazzate come “questa è la carezza di Felix! Questo è il tuo risarcimento!” e intanto colpisco, sputo e mi fanno male le mani.



Torno nella mia camera e mi chiedo se qualcuno si senta come me, da qualche parte, in questo mondo, mi chiedo se ci sia qualcuno pronto ad imparare ogni giorno quello che abbiamo tentato di dimenticare: dove siamo finiti?




Siamo fottutamente vecchi e tutta l'infanzia, l'adolescenza, la vita ti passano davanti.



Dove sono finite le nostre grandi speranze? Volevo diventare calciatore, rockstar, poeta, avvocato, nullafacente.



Volevo diventare un uomo, volevo amare, volevo divertirmi. Ma ora siamo sul ciglio del burrone, non si torna indietro.



Tanto vale risolversi subito, prima che arrivi il tramonto dei nostri sogni, prima di continuare a vivere dicendo “avrei potuto farcela, stavo per farcela, ero a tanto così dal farcela” e tornare ai propri giorni vuoti pieni di lavoro, tipici di chi non ha neanche il tempo di avere paura.



Quando realizzi che la tua vita è stata una sconfitta, un nulla insignificante, anche per te che ci credevi, quando vedi i tuoi sogni morire in uno scambio con la puttana del denaro, sai che è peggio della morte. Perciò ora passo il tempo a pregare sapendo che sarò scannato dalla coscienza della sconfitta, come chi accetta di fare il cameriere tutta la vita, segretamente sperando di ascendere la scala sociale, cercando di correre per scoprire l’altra parte del mondo che non gli è dato di vedere.




Ho paura di cadere da dove mi trovo ora e di ammazzarmi e schifo tutta la merda che c’è nel mio palazzo, nel mio quartiere, la merda della mia città dove si marcisce come rifiuti, gli stronzi fumanti del mio paese, tutti doloranti per due pezzi di filigrana e per poter fottersi un aperitivo e andare a letto senza cena.



Sarebbe meglio essere sotto una dittatura o in un continente distrutto da fame e carestie, almeno non avrei delle speranze: sono quelle che ti fottono. Invece questa falsa libertà è ancora più asfissiante e queste facce sono quanto di più fastidioso io riesca a mal sopportare.



Vi vedo nelle vostre giacche e cravatte, vi vedo con le maniche tirate su quando fa caldo, con la camicia, con i mocassini, le scarpe a punta il sabato sera, il rolex da 300 euro, lo sguardo che dice "guardami, sto costruendo il mondo".
Ti guardo, ti guardo, ma vedo un pesce che affoga. Se i pesci fossero così stupidi, inutili e senza senso da affogare, se i pesci avessero delle caviglie che gli permettessero solo minuscoli passi.
"Guardami, per favore, sto realizzando il mio sogno, sono un uomo fatto e fortunato. Vedi la classe? Lo stile? Riesci a misurare il mio lavoro dai pori della mia pelle e dai vestiti sopra essa?"
Vedo solo una ragazzina con un piercing alla lingua che pensa di poter fare pompini migliori solo per questo.
Ogni tuo passo in questo posto è un fallimento, l'emblema del fallimento, sei il fallimento più totale, sei il "chi si accontenta gode", sei un minuscolo mondo, sei un granello di sabbia che spazza i culi dei bagnanti e non ti basta fallire una volta, ti piace ripeterti fino allo sfinimento, guardarti allo specchio, sudato, vecchio, brutto e pensare "ce la sto mettendo tutta, sto facendo davvero il massimo", questo dopo aver concluso la metà della metà della metà di un ottavo di quello che avresti potuto e dovuto fare.
Non è il fallimento in sè che mi fa ribrezzo, ma la tua soddisfazione triste, il risultato di anni di fallimenti ingiustificati e di noie e di scelte sbagliate, ripetute scelte sbagliate, quelle di un insaziabile imbecille.



Mi costringo a guardare dentro lo specchio lercio, l’abisso del mio inconscio, e di nuovo i miei occhi mi squadrano per dirmi “bravo, bel discorso, trai le tue conclusioni e prova ad ammettere la tua paura nel tentativo di distruggerla e di spiazzarla.”



“Le mura che mi circondano alimentano la mia paura.”



“Non basta. Sei un colpevole come tutti gli altri, ammetti la tua paura più profonda.”



“Ho paura di diventare come loro.”

12/03/13

La trilogia: il party-parte 2.

Ho finito di bestemmiare, sento quasi freddo e ho ripassato il vialetto più volte, sono uscito in mezzo alla strada per scoprire che non c'è un cazzo di nessuno nel raggio di chilometri, la città è morta e mi resta una sola cosa da fare: tornare nel capanno. Gli amanti sono ancora avvinghiati, ma devo interromperli, busso sulla spalla di stefano, "sai dove sono gli altri?"
"sono in casa, nella camera."
"quale camera?"
si riprende anche rebecca e mi dà indicazioni: "la prima porta di fronte all'entrata." o qualcosa del genere.

Miracolo. E' tutto sotto controllo, tutto è ancora possibile. Entro nella stanza e sono quasi tutti lì: alessandra ed elisabetta sdraiate sul letto mentre giulio e la ragazza senza nome fanno delle foto alle altre ragazze che cazzeggiano. Mi sdraio sul letto anch'io, faccio foto con il cellulare, parlo un po', ma biascico e preferisco stare zitto, non riesco ad inquadrare la camera nè i discorsi. Alessandra messaggia e noname fa battute incomprensibili, giulio se la ride dall'alto della sua gaiezza. Resto sul letto e mi sento in panne come un auto di formula 1 all'ultimo giro.
Passano minuti e vedo le persone muoversi ad altissima velocità: entrano, escono, parlano, come nella scena delle scopate in arancia meccanica, stessa velocità, poi tutto si ferma.
Sono rimaste elisabetta e rebecca nella stanza ed io sono ancora sul letto.
E' arrivato il momento di mettersi a letto, anzi nel sacco a pelo, e quindi le ragazze si mettono in pigiama. Per farlo devono spogliarsi e lo fanno mentre io sono lì, sono ubriache e non ci fanno caso finchè non sono rimaste in reggiseno e jeans.

"ma c'è lui nella stanza!", riflette ad alta voce elisabetta.
Rebecca ride come un'ebete e fa capire che non fa niente.
Continuano e si tolgono i jeans, la mia mascella arriverebbe a terra come nei cartoni, ma sono paralizzato dall'alcol.
Elisabetta ha un fisico allucinante. Una figa pazzesca.
Anche rebecca se la cava. Dura poco, ma sembra un tempo infinito. Si rivestono. Ho ancora i pensieri sconvolti positivamente da queste due. Cazzo, cazzo, cazzo perchè non gli sono saltato addosso?







Il tempo scorre di nuovo. Entro ed esco dalla casa, bevo, torno, devo lavarmi i denti, si sistemano tutti nei sacchi a pelo, posiziono il mio striminzito sacco a pelo vicino ad alessandra e dico a stefano "tienila d'occhio, io mi metto lì, torno subito". Vado in bagno, mi lavo i denti. Ci metto circa tre minuti, forse, forse di meno, esco dal cesso e sono tutti ancora lì, tutti in preparazione, tutti svegli.
Tranne alessandra.
E' piombata in un sonno profondo in mezzo secondo e io mi incazzo con stefano e mi incazzo con tutti, e cazzo com'è possibile che si sia addormentata in due secondi? Che mondo di merda è?

Mi infilo nel sacco a pelo, mi spoglio, mi tolgo la cinta e comincio a parlare con noname che è accanto ad ale e le chiedo di girarla dalla mia parte. Si è addormentata dandomi le spalle, stronza.
Il discorso dura circa mezz'ora.

"girala"
"no"
"girala dai"
"no, girala tu"
"ma tu sei la sua amica"
"e tu vuoi girarla per scoparla"
"non potrei con tutti questi in giro"
"non la giro"
"e suvvia"
"girala tu"
"capito, capito"

Non faccio nulla. Parlo ancora con gli altri, giulio è l'unico fortunato che si è beccato un divano, stefano e rebecca sono spariti nella stanza di lei e probabilmente staranno scopando o almeno me lo auguro mentre in effetti sono invidioso della sua sorte. Gli altri sono posizionati a cazzo nel salone di casa.
Aspetto che si addormenti un po' di gente e comincio a baciare il corpo inerte di alex.
Noname mi sente e prima di crollare mi fa: "è come scoparsi un morto, svegliala".

Quando sento silenzio comincio a darmi da fare come solo un ubriaco insensibile al più comune sentimento della vergogna può fare: mi sono ormai abituato al buio pesto e vedo il sonno silenzioso della ragazza che ho puntato e i suoi capelli biondi e la sua faccia che sembra dieci volte meglio di ciò che è realmente, grazie alcol, e comincio a baciarla in un ordine che è

guancia
collo
seno
guancia
collo
seno
guancia
collo
seno

Miracolosamente si gira verso di me e perciò il ritmo viene cambiato in

labbra
collo
seno
labbra
collo
seno

finchè non apre la bocca e finalmente sento il sapore della sua lingua.
Qualche dolce alcol per cui cado in paradiso e si limona per tanto tempo, ci tocchiamo, le stringo le tette, le prendo il viso tra le mani, intrecciamo le lingue per un'eternità che non tornerà mai più, mai più, mai più.

10/03/13

Why don't you...

Interrompiamo l'incredibile messa in atto della trilogia che, essendo la seconda parte divisa in due pari, diventa praticamente una lurida quadrilogia. E sappiamo bene che le quadrilogie fanno cagare e nessuno le caga.
Come è giusto che sia, come è giusto che sia a questo mondo mentre java tenta di installare l'ennesimo aggiornamento nel raggio di due giorni.
Mi oppongo a java, a c++, ai monthy python e alle fumate che si faranno al conclave.
Anche io con i miei amici metto in atto delle fumate, ma non ci viene dato tanto risalto nella stampa e nei giornali web online come il cazzo interquotidiano. Non lo trovo giusto.

YOU ARE NOT IN ORDER, PLEASE BE SEATED.

I pawn short breaths. Eyes lid. I need to sun to RE...
PENT.


Hai spaccato il pavimento spaccandoti le ginocchia.

"le mie ginocchia!"
"di nuovo!"
"siamo macchinosi."
"andiamo in scivolata."
"se mi dai una testata, fa male anche se non ho i coglioni."
"così scivolo."
"ho la figa bassa."



Stiamo ripetendo le stesse cose da tre giorni e ci siamo spezzati le gambe, tutti con le stampelle e tutti a ricevere pioggia dalla bottiglia del borghetti.

Roulette russa.



Sto cominciando a pensare che non voglia dire nulla. (io è il soggetto.)

Grazie per l'attenzione.

27/02/13

La trilogia: il party-parte 1.





In macchina, guida tommaso, andiamo a comprare il beveraggio: litri di birra, jack daniels, coca, una robaccia verde, vodka a fiumi, bibite gasate per cocktail, wurstel e patatine per spuntini che non saranno mai mangiati. Per ora siamo io, stefano, il già citato guidatore, rebecca e davide.
La festa è stata organizzata da rebecca per non mi ricordo quale motivo e stefano si è infilato appena l'ha saputo per il semplice motivo di tentare di recuperare la relazione con lei, finita malamente mesi fa; io sono lì solo per ubriacarmi ed abusare di qualche altrettanto brilla ragazza, ma non conosco nessuno, e tommaso e davide sono due amici gay che, però, non sono attratti l'uno dall'altro. Eppure oggettivamente sono dei bei ragazzi: tommy è alto, ha una faccia pulita, due occhi verdi e capelli neri, mentre davide è un biondo magrolino con iridi azzurri. "Meno concorrenza", penso io.
A parte noi cinque, si attende altra gente, non meglio identificata, non si sa quanti, non si sa neanche se verranno. Va piuttosto bene.
Arriviamo a casa di rebecca e buttiamo tutte le buste su un tavolo dentro una specie di capanno grande quanto un soggiorno; dentro è stato già posizionato un computer collegato a due casse enormi che pomperanno musica per ore e ore. Al di fuori del capanno accendiamo del fuoco in un barile (come quelli dei barboni che si vedono nei film), ridiamo e ci riscaldiamo le mani, cominciamo a bere e ci conosciamo tra un bicchiere e l'altro.
Poco dopo l'inizio della festa compare giulio, altro amico gay della cricca noto per il fatto di essere fottutamente divertente e snodabile (lavora in un circo), solo che rimarrà l'unico sobrio proprio perchè il giorno dopo deve lavorare e quindi non lo vedrò mai in azione. Compaiono anche due ragazzi strani con dei cappellini piantati in testa, entrano, parlano con tutti, bevono due birre e dopo dieci minuti sono via, non ricordo neanche i loro nomi.
Continuiamo tutti a bere come ossessi e riusciamo a scrollarci il freddo di dosso, ci sediamo ogni tanto, chi per terra, chi su una sedia a sdraio, chi su delle normalissime sedie e parliamo del più e del meno, commentiamo la musica, cambiamo canzoni, che fai, cosa non fai. Tommaso comincia a raccontare la sua vita sessuale mentre davide lo guarda tra il divertito e lo sconvolto.
"forse non dovrei dirvi questa cosa...ma chi se ne fotte, ve la dico lo stesso" e ci rende noto che è stato felicemente inculato da un amico alla tenera età di quindici anni. Poi mi guarda negli occhi, si alza e dice "se fossi gay, ti scoperei", sono lusingatissimo, ma rifiuto la proposta sottintesa ridendo e spillandomi la vodka sulla felpa. Stefano non si allontana quasi mai da rebecca che se ne sbatte la minchia e deve comunque intrattenere tutti.
Siamo in una fase di stasi, mi preparo ad assaggiare quella cosa alcolica verde quando sento delle voci. Voci di ragazze.
Balzo fuori dal capanno, comincio a camminare barcollando leggermente verso di loro, le vedo, sono tre: una bruna, una bionda e una con i capelli neri. Mentre mi avvicino piano piano per il vialetto, sento una mano sulla spalla sinistra, è davide:
"vedi quella bruna? è fidanzata."
"cazzo, va bene."
Faccio altri due passi, altro tocco sulla spalla, è giulio:
"anche la nera è fidanzata."
"porca puttana."
Prima che stefano possa anticiparmi, mi giro verso di lui e chiedo "la bionda è fidanzata?" "no." "e finalmente, cazzo."
Mi presentano la nera, elisabetta, e la bionda, alessandra. Probabilmente anche l'altra, ma non ne ricordo il nome, perciò la chiameremo noname.
Ignorando quasi completamente le altre, comincio a parlare con alessandra, che non sembra dal canto suo, particolarmente interessata, le preparo un drink, ma non è intenzionata ad ubriacarsi come mi auspicherei io. Fa nulla, si procede.
Vado un attimo al cesso e becco stefano che si sciacqua la faccia e mi chiede come va, come se lui fosse stato da tutt'altra parte nell'ultima mezz'ora, magari è così davvero.
"ti piace qualcuna?", chiede lui.
"l'unica che si può, alessandra."
"ah, grande scelta, grande scelta." e mi incoraggia con una pacca sulla spalla.
"e a te come va con rebecca?"
"ci sto lavorando, ce la farò."
"bene."
Poi mi guarda come avesse avuto un'improvvisa illuminazione o come se si fosse appena risvegliato ed esclama "sì, cazzo, abbiamo degli obiettivi, abbiamo dei bersagli, dobbiamo farcela tutti e due, dai!", annuisco sorridendo come un ebete e lo caccio fuori per pisciare.

A questo punto il mio equilibrio è molto precario e l'annebbiamento della mia mente è simile ad una mattinata invernale milanese. Forse sono stato nel cesso a guardarmi allo specchio per un quarto d'ora o solo per cinque minuti, o mi sono perso magicamente nella casa guardando una bottiglia di candeggina e immaginando di scolarmela per fare la fine di un tizio che conoscevo, fatto sta che quando esco sembra che siano tutti scomparsi: nel capanno ci sono solo stefano e rebecca che limonano sdraiati a terra, con lui sopra.
Non voglio disturbarli, perciò cerco di riflettere, "dove cazzo possono essere andati tutti? Nel giardino non c'è nessuno, dalla casa sono appena uscito...merda. Sono andati via. Senza dire un cazzo. Bastardi infami puttane, senza dire nulla. Senza salutare. Come cazzo è possibile?". Comincio a bestemmiare in tutte le lingue, TUTTE, anche quelle che non conosco, mi ricordo perfettamente il pensiero dopo aver finito le bestemmie in italiano e in inglese: "ora bestemmio in aramaico: ALLAH SHTAZAR! ALLAH SCHAR!".