31/10/16

Cut up - you're so fucking boring.

Va bene, va bene.

Il tavolo si muove mentre lo osservo, sushi di traverso. Avevamo deciso di non fumare durante la settimana, il proposito è durato ben poco. Sono impegnato a fare cose che mi servono/piacciono mentre conosco gente che lavora 14 ore al giorno sostenendo che è una figata non vedere i propri amici se non una volta al mese. Psicopatici alla festa di halloween. Solo una tipa era vestita da harley queen. Io, come Joker, mi butterei nella merda per venirti a riprendere. Non tu, l'altra dietro di te.

Ti costa tanto essere creativa? Non ti piacerebbe lasciare un messaggio subliminale, o non, nelle cose che fai?

YOU'RE SO FUCKING BORING, MY FRIEND.

Mi dicono che sono troppo ottimista e troppo sicuro di me. Siete voi che puntate nei buchi neri. Gli umani mi fanno schifo. Non avete la benché minima percezione di come funzionate, di come vi muovete e del perché fate qualsiasi cosa. E in tutto ciò andate avanti come se niente fosse. Rivoltanti.

URNO1 significa letteralmente che ognuno di noi è intercambiabile.

Lo so che la mamma ti ha detto che sei speciale e sei un unico fiocco di neve, ma la verità è che

NON LO SEI.

Quindi smettila di essere infradiciato dal tuo personaggio, dalla tua depressione, dalla tua tristezza, insomma non fare come me quando scrivo, perché io lo scrivo, ma nella vita reale non lo esterno. Ci vuole tanto? La cosa diventa noiosa, come te.

O come le emozioni che dovrei avere e non ho. Indagherò anche su questo, perché in effetti un quadro mi fa commuovere, una canzone mi fa piangere, un film mi lascia catatonico, ma il fatto che tu stia soffrendo non mi fa provare nulla.

Allora mi sono appuntato su un foglietto:

WHY SO DETACHED?

(distaccato/indifferente/freddo)

E passerò qualche giorno ad interrogarmi sulla questione.

(Ricorda, non me ne fotte davvero di sapere la risposta. E' un simpatico esercizio mentale e non c'è nulla dietro. Sto bene nel mio distacco. E infatti mi sveglio e sorrido allo specchio. Poi perdo tempo, perdo tempo, perdo tempo, perdo tempo, perdo tempo, perdo tempo, perdo tempo, come se il tempo che mi separa dal baratro sia poi così lontano e i miei obiettivi così lontani, e i miei obiettivi, i miei obiettivi...

BRUCIAMI O PORTAMI A CASA.

BRUCIAMI E PORTAMI A CASA.

Le cose sono collegate.

Solo se mi brucio, mi sento a casa.

Stasera mi ubriaco fradicio di nuovo e poi ascolto queste due canzoni in loop:










Poi mi brucio perché ho troppe poche cicatrici.


06/09/16

Settembre. Parte 2. (Ovunque)

E' venerdi'.

Mi sveglio e visualizzo i messaggi sul cellulare. Whatsapp. Ce n'è uno breve e conciso: "non sei dove dovresti essere".

E' tardi.

Mi riaddormento per venti secondi e faccio un sogno lunghissimo in cui sono ad un concerto metal e incontro una ragazza di nome Tonia che avevo conosciuto ad un concerto precedente. Mi risveglio e rileggo il messaggio. Non era quello che avevo letto prima, ma il significato rimane lo stesso. Ma è venerdi' e cerco di non avere tempo per riflettere: fumo e vedo un film, poi mi sistemo e mi fiondo verso un party in casa. Fumo anche li' e arrivo a casa alle 4.30 di notte e per una semplice distrazione mi schianto sulle scale di marmo, cadendo perfettamente sul braccio sinistro. Mi faccio un male cane. Malissimo, ancora di piu' di quando ho fatto l'incidente e sono volato sull'asfalto. Mi tiro su senza bestemmiare ad alta voce. E' buio e sono sicuro di stare sanguinando o sul punto di sanguinare, non controllo e mi butto a letto. Devo pensare ad altro. Penso a quando sono andato in ospedale dopo l'incidente e mentre la dottoressa mi medicava la mano piena di terriccio e foglie e sporco, mi diceva "non guardare", prima di scartavetrarmi la ferita, e io "ma mi piace guardare".

Abbraccia il dolore, è una delle poche cose che sono tue veramente. Dopo mezz'ora mi addormento. Sabato fumo tutto il giorno e arrivo al solito punto in cui perdo il libero arbitrio e comincio a muovermi in automatico e senza pensare. Cucinare in queste condizioni è sempre molto strano. Non che non sia efficiente, ma mi sembra di non avere il controllo: faccio tutto perché qualcosa mi spinge a farlo, ma non c'è un processo decisionale alla base dei miei movimenti. Dovrei fermarmi, dovrei fermarmi. Ogni tanto mi fermo a guardarmi nello specchio, mentre mi stropiccio gli occhi e sento gli addominali che mi fanno male per la posizione scomoda in cui sono seduto sul divano. Poi metto musica, l'ultimo album dei Crystal Castles, e mi sdraio.


 


E' tardi.

Ho finito di leggere Addio alle armi e il finale è stato troppo repentino per lasciarmi sconvolto. Allora prendo un taccuino e comincio a scrivere "sono irrequieto perché non mi sento coerente con me stesso e al tempo stesso mi giustifico della mia incoerenza perché è troppo tardi". L'irrequietudine e l'inquietudine non mi danno neanche fastidio. Mi sento vuoto, ma di un vuoto che non sento come negativo, ma quasi positivo. Forse cosi' doveva sentirsi Buddha. E io so pensare, so aspettare e so digiunare. Pare si possano raggiungere risultati notevoli con queste conoscenze. Entro due anni vi faccio sapere. Parlo ad alta voce per riflettere meglio e rispondermi piu' lentamente di quanto farei in mente.

Perché non sono finito in galera come tutti gli psicopatici che, come me, hanno una bassa attività in determinate aree dei lobi frontali e temporali, ovvero quelli collegati all'empatia, alla moralità e al controllo di se stessi?

E invece sono uno psicopatico pro-sociale.

Io, pro-sociale?

Lascia stare, si dice cosi'. Significa semplicemente che, sebbene hai difficoltà a provare empatia per gli altri, nel 99% dei casi, comunque riesci a seguire abbastanza le regole della società e sei riuscito sempre a fermarti dal commettere omicidi.

(Per maggiori informazioni sul mio cervello: http://www.smithsonianmag.com/science-nature/the-neuroscientist-who-discovered-he-was-a-psychopath-180947814/?utm_source=mentalfloss&no-ist)

Effettivamente sono riuscito a fermarmi in un paio di occasioni e, guardando indietro, è stata una buona scelta. In galera non ci si diverte molto.

E' tardi.

Ricordatelo.

Vorrei ricordami a cosa pensavo tutti quei pomeriggi che passavo da solo in stanza, quando non c'era lo smartphone a bruciarti il cervello e tenerti occupato 24 ore su 24. A cosa pensavo? Alla morte, alla vita.

Memento mori, dottore.

Ora hai cosi' tanti progetti e non hai neanche tempo per pensare alla morte.

Quando c'è la morte, non ci sono io. E perché sei passato alla seconda persona?

Per non farti sentire solo, per farti pensare di stare a parlare con qualcuno.

Non me ne frega. Non c'è mai stato nessuno quando serviva e non c'è mai nessuno quando serve.

Ah, le solite stronzate che si dicono. Sei tu che ti rinchiudi. Prendi il primo aereo, sai che è tardi.

Non posso.

E smettila di vivere con il freno a mano. Brucia tutto.








Prendo l'aereo, ma è tardi, anche se quando poggio il piede a terra sono felice. Ho già rimpiazzato i progetti saltati con altri progetti piu' esagerati e malati. Nel migliore dei casi ne andrà in porto uno, ma è cosi' che ho sempre giocato. Quando arrivo, la casa è vuota. Svuoto la valigia e riempio lo zaino con il minimo indispensabile. Mando messaggi tutti uguali a svariati amici ed amiche proponendo di andare via dalle strade della città e del centro. Nessuno risponde. Entro comunque in macchina perché non mi va di stare fermo e perché la speranza non muore mai. Sorpasso chiunque vada leggermente lento e faccio del male alla trasmissione accelerando sui dossi creati dalle radici degli alberi. So esattamente quando scatteranno i semafori della strada principale e brucio tutti quanti. Veloce, veloce, piu' veloce. Parcheggio sotto casa di Ines. So che non è li', ma dovevo andare lo stesso. Suono il citofono e mi risponde la sorella.

Ines è partita.

Era troppo tardi.








Ma non ha importanza il fatto che sia tardi. E sai perché non ha importanza? Perché non è tardi. Perché il tempo è una dimensione e noi non abbiamo le parole e i simboli per descriverlo. Il tempo è un'imposizione culturale sulla nostra realtà, non è insito nella realtà. Non è lineare. E' una sfera.

Quando sei vivo, veramente vivo, quando sei pienamente cosciente di te stesso e delle tue sensazioni ed emozioni piu' alte...in quel momento puoi percepire che il tempo è un luogo.
Quel momento è eterno, è per sempre, ma non come lo intendete voi.

Significa che è ovunque, in ogni luogo.

Non sarà mai tardi.


31/08/16

Agosto. Parte 1.


Sono le tre e venti di notte e ho appena riportato Laura a casa. Ho la testa vuota mentre guido, ma appena dopo aver finito di scopare, in un momento che, per tutti (e di solito anche per me), dovrebbe essere pieno di pace, amore e disintegrazione neuronale, ho solo pensato "ti odio". Senza neanche averne motivo. Analizzo velocemente la questione mentre guido e ascolto la musica, lei forse parla, forse no, e mi chiedo se in verità non odi me stesso. O il me stesso che ora sono e domani non voglio essere. Anche qui, preferisco non permettere alla mia mente di approfondire. Guido.

Alle tre e mezza raggiungo Michela, Dovevamo vederci circa tre ore prima. E' sulle scale di una piazza con un amico che non ho mai visto e appena arrivo li trovo a limonare. Si interrompe, quasi sorpresa, mi saluta e mi passa una canna. Mi siedo di fianco al ragazzo e comincio a fumare mentre lei mi spiega che tutti gli altri amici sono andati via. Parliamo delle rispettive serate. Il ragazzo si chiama Ivan e mi è simpatico, tanto che vorrei se la scopasse. Io fumo con calma e parlo con loro, che si interrompono ogni volta gentilmente dalla limonata per rispondermi. Sono molto rilassato e non mi sento assolutamente di troppo. Tra l'altro lei mi ha chiamato piu' volte intimandomi di raggiungerla. Se avessi conosciuto la situazione, non mi sarei presentato pur di dare al ragazzo una chance in piu'. Alle quattro decido di andare via e lei insiste per farsi accompagnare, mentre io cerco di smollarla li', appunto perché Ivan lo vedevo piuttosto carico. Ma Michela è irremovibile.
Mentre la riaccompagno a casa, lei mi svela che voleva dargliela, ma non voleva dargliela, gliel'avrebbe data la sera stessa, ma forse no. Insomma, se non fossi arrivato io, al 99% il ragazzo avrebbe concluso la serata come si meritava. L'avevo intuito. Però. Ci rifletto un attimo.
E mi immagino tutte le volte in cui mi sono trovato in una situazione simile, dalla parte del ragazzo, e non ho saputo di essere stato a un centimetro da una scopata, e magari lo desideravo ardentemente. Sono brutte cose, ragazzi.

Vado a dormire e faccio sogni lucidi in cui mi sveglio e scopro che la ferita sulla mia mano e' finalmente guarita. Mi sveglio per realizzare che non è cambiato un cazzo e mi fa male usare la mano per qualsiasi minima cosa. Allora vado a casa di Manuel per due chiacchiere e lui gentilmente mi invita a pranzo (non avrei mai cucinato di mia spontanea volontà, piuttosto sarei andato avanti a panini). E' un giorno silenzioso di metà agosto, sono le due di pomeriggio e non c'è veramente nessuno in giro. Esco un attimo sul balcone di casa sua a godermi il silenzio. Ahhhh, che meraviglia. Le nostre riflessioni spaziano dal cinema a quanto sia lecito scoparsi la cugina. Io dico che sia lecitissimo, lui sostiene di no. Ma non litighiamo per certe cose. Dopo un paio d'ore vado via perché lui deve invitare una ragazza a casa e io mi ero organizzato di conseguenza, invitando Chiara a casa.

Chiara è una ragazza molto intelligente e arguta, mi trovo benissimo a discutere con lei. Siamo usciti un paio di volte svariati mesi fa, ma, a causa del momento che vivevo allora, non ho spinto piu' di tanto e quindi ci siamo ritrovati entrambe le volte a sorseggiare io del tè e lei una tisana, affrontando argomenti che vanno dalla tracheotomia al nostro terribile passato. In tutto questo, lei si è curata bene dal dirmi che è fidanzata da qualcosa come sei anni, e questo mi fa intuire che abbia un neanche troppo latente desiderio di cavalcarmi. Ora che il suo ragazzo è all'estero per un paio di mesi, si è rifatta sotto e, complice la mia casa libera, ho deciso di invitarla direttamente a casa.
Mentre scopiamo la prima volta, mi chiedo su cosa si stia segando il suo ragazzo in quel preciso istante. Dopo essere venuto, cerco di immaginare di essere da solo, ma sento il suo respiro. La odio per un breve attimo, ma so che non se lo merita assolutamente. Mi chiedo cosa ci sia che non va nel mio cervello. Mi alzo e vado in bagno e mi porto il cellulare per confermare l'appuntamento che ho un'ora e mezza dopo con Marta.

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(dai Urno, non ti crede nessuno!)

Ma no, infatti. Questo che parla è Felix che sta a Urno come Chinaski sta a Bukowski.

(Tutto vi devo spiegare, cazzo. Tutto.)

Ah ah ah, che incredibile fantasia che ho.
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Mentre scopiamo la seconda volta il mio cervello trasforma il viso di Chiara in quello di una mia amica che voglio farmi da piu' di 10 anni. Si assomigliano e non mi è troppo difficile. Duro scandalosamente troppo, anche se non vorrei, perché sono conscio del fatto che tutta questa soddisfazione non mi permetterà di agire come dovrei con Marta, quella con cui mi vedo dopo, che tra tutte è l'unica che ci tengo davvero a farmi. Sono sudato e anche un po' stanco e vorrei rilassarmi dieci minuti in piu', ma devo accompagnare gentilmente fuori di casa Chiara e andare a prendere Marta.

Ora, per Marta bisogna fare un passo indietro.
Con lei mi ero frequentato circa un anno fa per un paio di mesi e la cosa aveva portato ad un semi-innamoramento da parte sua e la promessa di vederci il prima possibile, poi, studiando lei in un'altra città, era tornata a casa e si era messa con un altro tipo. E fin qui, nulla di nuovo sotto il sole.

Ma mi colpi' molto qualcosa di lei, anzi del mio rapporto con lei: mi piaceva stare con Marta.
Stare nel senso di stare vicini insieme, anche se non facevamo nulla, anche se stavamo solo a sorseggiare una birra vicini, non mi fregava nulla.

Un mese fa, le mando un messaggio innocuo e lei mi risponde che è in città. Qualcosa mi sale al cervello e immediatamente le dico che DOBBIAMO vederci. Mentre attendo la risposta comincio a saltare per la casa mentre faccio il verso di un serpente quando viene attaccato (questa cosa è durata un quarto d'ora). Lei mi dà buca, ma mi lascia una minima speranza dicendo che forse forse forse si libera per una mezz'ora dopo la cena. Nel tentativo di incuriosirla e spingerla a venire, nonostante dopo cena avessi io un appuntamento non rimandabile, le dico che ho una cosa per lei, messa da parte dopo quei famosi mesi dell'anno scorso.

Ma non avevo tale cosa.

Perciò comincio a scavare nei tiretti cercando una collana o un bracciale da regalarle, ma non trovo nulla e allora penso "ok, andrà bene un libro", ma i libri che ho non sono adatti quindi mi tocca scendere di casa mentre rido come un malato pensando al fatto che dopo aver detto una stronzata il mio cervello mi impone di rimanere coerente e quindi ora devo comprare qualcosa per lei nel caso improbabile in cui si renda disponibile dopo cena. Il libro che volevo effettivamente regalarle non è in nessuna libreria della città, ma all'improvviso una seconda scelta mi balena in testa e compro un libro molto bello, che avevo regalato qualche anno fa ad un'altra ragazza. Ovviamente la sera mi risponde all'una dicendo che non ce la faceva. E questo lo scopro quando leggo il messaggio alle cinque di notte, o di mattina che dir si voglia.

Successivamente mi dà buca per altre due serate in cui avevo casa libera e in cui sarei andato a colpo sicuro. La terza volta, mi concede due ore e mezza del pomeriggio.

E ora torniamo da dove eravamo venuti.

Mi parcheggio sotto casa di Marta, scendo dalla macchina e la saluto, poi ci infiliamo in macchina e in modo automatico mi dirigo verso casa mia, anche se il progetto iniziale prevedeva un semplice caffè. Vorrei sedermi sul letto, ma lei vuole stare sul balcone, non so perché acconsento. Il sesso precedente mi ha fulminato sicuramente qualche neurone. O saranno state le cinque canne del giorno prima. Marta vuole sentire le ultime cazzate che ho fatto, eccessive anche secondo i miei standard, ma io non rispondo, perciò lei mi racconta le sue. Ha strapazzato un paio di ragazzi, ma c'è uno, casualmente un mio sosia, di cui è morbosamente innamorata. In verità vuole solo poterlo distruggere e buttare nella cloaca insieme a tutti gli altri, ma questo lei non lo sa. Rientriamo in casa e mi butto sul letto, lei prende una sedia per non sedersi vicino a me.
Provo a tirarmela addosso un paio di volte, poi rinuncio.

"La vera tragedia del nostro rapporto, sai qual è?", le chiedo.

"No, dimmela."

"E' che a me piace stare con te, per principio. Anche se te la tiri e non me la dai, comunque mi fa piacere stare con te. Poi, si', ci provo. Ci provo piu' perché moralmente devo provarci con una bella ragazza che si trova nella mia stanza", per un attimo mi chiedo se sarebbe utile dirle che su questo letto un'ora prima ho scopato con un'altra, ma decido di glissare.

Subito dopo le butto addosso il libro che ho comprato per lei. Apprezza e dice che lo leggerà. Le dico che non mi importa davvero se lo leggerà o meno, ma volevo regalarglielo solo per vedere il suo sorriso. E' tutto vero. E infatti non mi crede. E neanche questo mi importa.

Ci provo un altro po' e alla fine ottengo solo di stare abbracciati fino a quando devo accompagnarla via. Lei mi confessa che le volte precedenti mi ha dato buca solo perché sapeva che me l'avrebbe data in una di quelle serate e non le andava. Insomma, a questo giro non sono riuscito a smuoverle l'ormone e ammetto a me stesso pacatamente che non ho neanche fatto troppo per ottenere qualcosa in piu'. Non sono neanche troppo deluso, mi sento solo un po' strano perché se la rivedo potrebbe essere fra due mesi come fra un anno. La accompagno da un'amica, torno a casa e prendo la pipetta per farmi salire una botta di thc velocemente al cervello. Al quarto tiro lungo sento il mio cervello abbandonarmi. E metto un po' di musica.


27/07/16

Enjoy life.

Viaggio dentro l'abisso dentro Felix solo perche' dovrei capire delle cose che non capiro' e perche' se non scrivo certe cose da qualche parte, come le butto fuori?

Questa canzone, non ti dico quale altrimenti me la riproponi, mi fa venire voglia di fare male a qualcuno o, in mancanza, a me stesso. Vorrei prendere a pugni un albero, il sedile, il finestrino. In alternativa, comincio a desiderare che cristina prenda il suo cellulare grande come un citofono e me lo spacchi in testa ripetutamente fino a farmi sanguinare. Con un movimento eccezionalmente veloce del suo braccio.

Spaccami il cellulare in testa.

Solo perché sarebbe una cosa quasi inaspettata e immotivata, non per altro. Ci penso spesso. Magari siamo seduti sul divano prima di guardare un film, o mentre lo guardiamo, e io vorrei prenderti a pugni solo perché sarebbe una cosa esteticamente bella da fare e da vedere.

Spaccami il cellulare in testa.

Purtroppo non lo fa.

Con l'ultimo barlume di lucidità le chiedo di mettere una canzone, non ti dico quale altrimenti me la riproponi, che ho sempre ritenuto che mi faccia diventare buono, nel momento in cui la sento. Mi cullo nel ritornello e torno una persona normale.

Quando metto piede in casa trovo una canna già fatta e allora, anche se sono stanco, sudato e fa un caldo incredibile, decido di fumarla. Non fumare prima di pranzo, una regola basilare da rispettare sempre, e invece...Paralizzato sulla sedia, stanco a sentire il cuore che batte e a chiedermi perché ho fumato e fra quanto riuscirò a rialzarmi.

Ho pulito la casa, e cambiato le corde alla chitarra, e ora cerco di mantenerla pulita riuscendoci con incredibile successo, a parte tutte le volte che mi cicco la cenere addosso in un modo o nell'altro. L'ultima settimana di lavoro prima delle vacanze deve essere improduttiva e noi non siamo da meno. Ho fatto partire quattro album, di cui il primo era Abbey Road, e mi sono infilato nella vasca con l'acqua calda a farmi una canna. Non l'avevo mai fatto. Relativamente rilassante, ma la logistica non e' semplice. Almeno se vuoi evitare di avere cenere nell'acqua, ma queste sono scelte personali.

Cut.






Le canzoni sono importanti. Non e' necessario che tu abbia i miei stessi gusti musicali, ma fammi capire, fammi sapere, che ci sono canzoni che ti smuovono nel profondo e ti toccano e sopratutto dimmi perche'. Questo voglio sapere. Quando ho/hai pubblicato questa canzone, a cosa pensavi? Le parole a quali pensieri e immagini ti portavano?

For neither ever, nor never
Goodbye

Per te significa che non si potra' piu' fare nulla e quindi addio?
Per te significa che mai ci diremo addio?

Sono interpretazioni plausibili entrambe, ma vedi che significato diverso che hanno.

Ma e' proprio grazie a cose come queste che abbiamo un minimo di possibilita' di capirci, di aprirci, di comunicare.


Cut.

Torno a casa dalla festa e sono in macchina di John. Gli parlo del mio passato, quello su cui faccio sempre il riservato. Donne, donne ovunque. E del futuro. C'è Cassie che mi aspetta, e non lo sa, da qualche parte e dico a John che l'ho già minacciata di rapirla per almeno ventiquattro ore.

"Di questa Cassie, mi parli troppo bene, sembra un bel tipo, perché non la porti una volta tra noi amici, cosi' la conosciamo?"

"Sono lusingato, ma dato che è difficile beccarla, quel poco tempo che è in giro preferisco rapirla e tenerla su un letto tutta per me."

"Capisco perfettamente. Peccato."

Amo John piu' di quanto abbia amato alcune delle mie ragazze.

Perché, tu, uomo che stai leggendo, lo sai che devi coltivare delle amicizie che siano una forma di quasi amore e che, se sono buone e fondate su basi solide, ti accompagneranno tutta la vita. Le donne vanno e vengono, anche quelle migliori, anche la donna della tua vita, e spero tu ne abbia almeno due o tre. Gli amici saranno la tua famiglia, non perderli di vista.

Fumo tutti i giorni e finisco per parlare da solo, per riflettere con gente che ne sa, e mi scervello sul fatto che odio tutti, ma principalmente odio me stesso (e' una fase passeggera).

(non è vero, ti sto chiedendo aiuto. Aiuto! Si', proprio a te che leggi.)

(ti ho messo un minimo di disagio/preoccupazione/paura?)


Mi guardo allo specchio con gli occhi rossi dicendomi che tuttavia la giornata e' andata bene e tutto quello che dovevo fare l'ho fatto, anche se so che non e' vero neanche per il cazzo.

Sapete che cannabis e psicosi probabilmente sono collegate in un certo bel modo?

Informatevi: http://aje.oxfordjournals.org/content/156/4/319.full


Ma riprendero' la mia vita in mano un'altra volta e un'altra volta e un'altra volta finche' non sara' la volta decisiva. We do never give up, che e' la didascalia che avrei messo sotto la nostra foto, se ne avessimo fatta una in questi giorni.

Il lato positivo di questo nichilismo esistenziale degli ultimi giorni e' che non ho voglia di sentire nessuna e mi va molto bene cosi'.

Enjoy life, io ci sarò.









08/07/16

Un pugno nello stomaco.

Siamo io e Dave nella sua stanza, a parlare di come siamo finiti ad essere li' quando fuori c'è il sabato sera che ci aspetta. Dave mi racconta di come e quando ha perso le certezze e le credenze nelle relazioni. Mi racconta di quando con V. ha capito che la relazione stava andando verso la fine e allora, appena si è trovato in una buona situazione per farsi un'altra, si è scopato un'altra. E mi dice:
"sai, Felix, credevo fermamente nella fedeltà e pensavo sempre che se almeno io avevo questa morale, questa base in cui credere, ci sarebbe stata qualcuna che l'avrebbe pensata allo stesso modo. E invece se io per primo mi sono tolto questa certezza, non ha senso continuare a cercare. E poi ho scoperto che anche lei si era fatta un altro successivamente. Abbiamo deciso senza troppi problemi di lasciarci."
Dopo di ciò Dave si è fatto qualche mese di alcol in endovena per tentare di recuperarsi e recuperare la situazione. Lui ha il conforto dell'alcol, io quasi non bevo piu'. Non ho quella dose di felicità e cupa tristezza che ti prende quando bevi. Io ho 'ste canne che sono mazzate. Come quelle che ci stiamo fumando ora. E mentre lui mi parla di V., io rifletto sul fatto che questo amico che ho davanti, una delle persone piu' simili a me, sia rimasto incastrato e spaccato da una ragazza che ha lo stesso nome di quella che mi ha incastrato e spaccato. Coincidenze. Per altre cose siamo diversi. Ad esempio io mi sono sempre fatto ragazze tendenzialmente alte quanto me, lui ha beccato solo ragazze piu' basse. Con la prima ragazza storica ha vissuto due anni e mezzo in simbiosi. Lei non aveva amici al di fuori di lui e del suo gruppo e anche quando la storia è finita hanno continuato ad uscire nella stessa comitiva. Sono cose strane che io ho vissuto solo di striscio.
"Ma raccontami tu, Felix. Quella Judy, come cazzo hai fatto?", mi chiede lui. Nessuno sa come cazzo ho fatto, non ho mai detto a nessuno quali corde esatte ho toccato per avere una delle ragazze piu' fighe della città. Judy aveva una fila di ragazzi che le ronzavano intorno, una fila. Io sono apparso dal nulla dopo averla vista un paio di volte in giro con amici. Le ho inviato un messaggio dopo otto mesi che non ci sentivamo e l'ho invitata a prenderci una birra. Mi ricordo ancora la panchina dove eravamo seduti a bere, mentre lei mi raccontava cosa faceva all'università e io le percorrevo la pelle con il dito dal collo al petto per andare a indagare sulla sua collana. La venne a prendere un amico. Siamo andati tutti insieme a prenderci un cicchetto, ma io mi sono defilato e sono tornato a casa e lei mi chiede "non mi offri nulla?" e io rispondo "fatti offrire qualcosa dal tuo ragazzo". Mi manda a quel paese ridendo e rientra nel bar.

"Mi piaceva molto. Aveva questi occhi incredibili azzurri. Era bellissima. E non gliel'ho mai detto perché sono un coglione. E avrebbe fatto di tutto per me. L'ho portata a casa per fumare insieme e sentire musica e poi ci siamo sdraiati sul letto. Ero fattissimo e avevo il cuore a mille. Eravamo semisdraiati vicini con i cuscini dietro la schiena. Ognuno perso nel suo trip. Poi comincio a toccarle una mano. Ci sdraiamo a cucchiaio e lei mi accarezza la mano di rimando. Mi giro all'improvviso, le giro la faccia verso di me, abbozza un sorriso, e la bacio una volta. Da li' è cominciato tutto. Non facemmo l'amore la prima volta. La riaccompagnai a casa e ci lasciammo con un bacio. Non parlammo di nulla e ci salutammo. Ci siamo visti per una settimana e poi la portai in un parco con le altalene a bere vino, a parlare di musica mentre lei fumava. Non ricordo i discorsi ora e mi dispiace. Siamo andati in macchina e abbiamo fatto l'amore. Ho preso con me una cosa sacra. Era sopra di me ed era tesa e spaventata, ad ogni movimento o parola mi innamoravo. Dave, Judy non è stata la prima, né l'ultima e la nostra storia è stata una cosa incredibilmente pazza e scriteriata e problematica, ma cazzo, Dave, se non la penso tutti i giorni, quasi."
"Felix, cosi' ti fai male al cervello. Ma ammetto che mi capita la stessa cosa. E perche' succede?"
"Il cervello mi fa male comunque. Perche', perche', perche'...", aspiro il tiro piu' lungo che i miei polmoni mi concedono, "perche' la sua bellezza e' un pugno nello stomaco e il suo sorriso ti fa vedere il paradiso. Sara' per quello. Non che non ce ne siano state altre, lo sai. Ma lei era una cosa a parte."
Guardo fuori dalla finestra e ripenso ai capelli di Judy e alle mani di Judy. Piano piano mi ci sto allontanando mentalmente, ne sono convinto.

"E ora si butta in relazioni di un anno o un anno e mezzo, prendendo gente che mi assomiglia e mollandola senza pieta'. Il vero perche' non lo sapremo mai. Forse una sorta di vendetta per come si e' sentita trattata da me. E ogni volta che c'e' un nuovo ragazzo, e lo vedo per strada con lei e sono entrambi felici, so gia' che quel tipo si crede l'ennesimo furbo che ci ha fregati tutti, ma dopo un anno sono io a vederlo raccogliere i cocci della sua anima. E penso che a fregarli tutti sono stato io che l'ho lasciata andare prima di farmi distruggere. E vivo nel what if  della situazione."
"Non ho capito. Te ne penti o no di averla lasciata?"
"Nah. Ho fatto la scelta piu' incredibilmente razionale della mia vita e, per come le cose sono andate successivamente, penso che sia stata una grande scelta. E mi stupisco della lucidita' con la quale l'ho presa. Ogni volta che vedo i suoi ex distrutti, penso che potevo esserci io al loro posto. E in quel periodo storico una cosa del genere non so cosa mi avrebbe provocato. Forse ora starei ingollando antidepressivi uno dietro l'altro mentre mi taglio le vene."

Dave ride di gusto e mi dice che non sono il tipo: "non sei il tipo. Ti saresti iscritto probabilmente a qualche corso di muay thai o krav maga o pugilato per dare e prendere botte tremende per sfogarti e saresti andato in giro a cercare risse piu' o meno inconsciamente per calmarti. Ah, e secondo me avresti anche violentato un paio di ragazze, ma sul serio. Gia' ti vedo con gli occhi iniettati di odio."
"Non sarebbe stato un universo parallelo troppo grave, non credi?"
"No, sicuramente ci sono cose peggiori."






12/06/16

Overkilling.

Ogni voce nella mia testa ha un tono diverso e una personalità diversa. Eppure sarebbe doveroso essere uno e uno solo e sapere in quale direzione coerentemente andare. E tu puoi avere anche idea sul da farsi, ma scontrarsi con la realtà e con l'hardware mentale di quelli che ti circondano è un problema. Ma perché non ci prendiamo un giorno per raccontarci tutta la verità? Come reagiresti se ti dicessero esattamente tutto quello che pensano di te e tutte le cose peggiori che hai fatto? Prenditi la responsabilità delle scelte che fai, nessuno lo farà per te. Fai pace con te stesso e accettati.






Eppure c'era un sottile piacere nell'essere rotti, o forse lo penso solo nostalgicamente in questo momento. Era il piacere di non avere responsabilità, all'infuori del respirare. Non ti veniva chiesto nulla, da te stesso, s'intende, perché non avevi la forza o la possibilità di fare nulla. Dovevi solo respirare e guardare il mondo da lontano. Come se fossi fuori di te. Derealizzazione. E' niente finché non ci pensi e non te ne accorgi coscientemente. E poi ti ritrovi a guardare allo specchio questa persona che non sei tu, che ti guarda di rimando e da un momento all'altro potrebbe urlarti in faccia, senza che tu ti muova. E li' capisci di essere dissociato. Il tuo corpo lo senti come lontano e le tue azioni non sono le tue. C'è qualcosa che si muove, ma non sei tu. Sei solo e cerchi di parlare con te stesso, ma quando ti rispondi capisci che non sei solo e stai parlando con un altro invece. E lui è tremendo. Crede di avere tutte le risposte.

- Guardati dall'alto.

- Ripeti che tu sei quello che sei e il mondo non è quello che sei.

- Sono rotto, sono rotto, sono rotto.

- Non pensavo di essere cosi' rotto.

- Perché non riesco a piangere?

- Dovremmo vedere piu' sangue.

Voglio lottare. Voglio cacciare. Ho 24 anni e sono un adulto da molto tempo. Eppure nessuno me l'ha detto. Dov'è il mio vecchio bel mondo in cui sedicenni e diciannovenni si massacrano fino alla morte per la mera sopravvivenza? Dove ogni battaglia ti lascia una cicatrice, dove vedi gli occhi del tuo nemico spegnersi. Ho una forza inestimabile che non ho mai provato e vorrei lottare e uccidere e rischiare di morire e non sentire la paura perché l'adrenalina si è fatta spazio nel mio cervello e in quel momento sentirmi vivo e dentro di me. Finalmente.


Sesso e overkilling.


Non chiedermi come, ma ho visto anche il tuo dolore. Sono entrato nel tuo corpo, a centinaia di chilometri di distanza, nel passato, e ho visto la tua immagine dall'alto a cercare di morire in solitudine. Senza successo. Ho cosi' chiaro quel momento nella mia/tua mente. Io ero li'.

Allora provaci. Guarda in altri occhi, i tuoi, quelli che pensi siano tuoi, quelli di un'altra persona. E cerca di intravedere l'abisso. L'abisso bianco che ci ha accompagnato quando non potevamo piu' vedere, piegati in due, sdraiati per terra a contorcerci dai conati. Immedesimati. E rivivi tutte le tue vite passate e quelle parallele. Sei sempre tu, non lo capisci? Siamo tutt'uno.







09/06/16

Scannatevi.


Sono un uomo.
Quando avevo 15 anni e mi trovai la ragazza, mio padre mi comprò dei preservativi.
Bravo papà.

Durante l'adolescenza nessuno mi ha mai crIticato quando uscivo con diverse ragazze.
Punto principale. Chi critica le ragazze perché escono con diversi ragazzi sono due tipi di persone: 1) i ragazzi che non sono tra quelli con cui la ragazza esce; 2) altre ragazze che devono affossare la tipa per i piu’ svariati motivi come il voler uno dei ragazzi con cui esce, sapere di non essere figa quanto la ragazza in questione, etc.

Attualmente continua così.
Nessuno mi giudica quando voglio farmi una ragazza e prendo l'iniziativa.
Io giudico una ragazza che prende l’iniziativa. In modo molto positivo. Dove siete?

Nessuno mi vigila i vestiti, dicendo che devo fare attenzione a come mi vesto.
Puttanata che fanno quelli del punto principale.
Nessuno mi ripete che devo fare attenzione perchè “le donne pensano solo al sesso”.
Stronzata che ripete chi vuole che tu sia morigerata e santa. Principalmente il tuo ragazzo.

Nessuno pensa che le mie ex stessero con me solo per scopare.
Infatti pensano che stessero con te solo perché avevi dei vantaggi sociali e/o monetari da offrire.

Non sono mai stato giudicato perchè avevo dei preservativi nello zaino o nel portafoglio e non li ho mai nascosti ai miei genitori.
Punto principale.

Non mi hanno mai detto che per sposarmi devo essere vergine, essendo un uomo.
Fortunatamente non siamo piu’ ad inizio ‘900 quindi non dire questa cazzata.

Non mi hanno mai ripetuto che “L’uomo deve valorizzarsi” o “Fatti rispetto”. Il mio sesso ottiene il rispetto da sè.
Questa cazzata non solo non l’ho mai sentita, ma non capisco perché non si potrebbe applicare a qualsiasi uomo che passi la giornata in casa a non fare un cazzo o similia.

Quando esco per strada nessuno mi chiama “gnoccone”.
E di questo sono molto deluso.

Nessuna sconosciuta mi dice “sexy” in tono aggressivo.
Corollario. Mi spiace che tanti uomini siano dei coglioni, ma è una questione di civiltà del luogo in cui vivi. Non dell’essere uomini.

Io posso camminare per strada mangiando un gelato tranquillamente, perchè so che non sentirò niente come “Lascia stare il gelato e vieni qui a ciucciarmi”.
Io posso perfino camminare per strada mangiando una banana.
Non ho mai dovuto attraversare una strada per sviare un gruppo di donne al bar, che mi diranno qualcosa al mio passare, lasciandomi pieno di vergogna.
Io non sono mai stato seguito da una donna in macchina mentre tornavo a casa a piedi.
Io posso prendere la metro piena di gente tutti i giorni con la certezza che nessuna donna si sfregerà su di me con pervertite intenzioni.
Non ho mai sentito dire che qualcuno del mio sesso sia stato stuprato da un gruppo di donne.
Vedi corollario.

Posso prendere l’autobus da solo di notte, non ho paura di essere stuprato in qualsiasi momento. Questo rischio non esiste nella testa delle persone del mio sesso.
Vedi corollario. Inoltre, va bene, in quanto uomo non sarò stuprato. Ma se vivo in un luogo dove lo stupro è all’ordine del giorno, lo stesso sarà per gli altri crimini. Quindi, in quanto uomo avrò probabilità, se giro da solo, di essere picchiato o derubato senza motivo.

Quando esco di notte, posso indossare quello che voglio. Se soffrirò qualche tipo di violenza, nessuno mi incolperà dicendo che ero ubriaco o a causa dei miei vestiti. 
Punto principale + corollario.

Se, un giorno, io fossi stuprato, nessuno andrà dicendo che la colpa è mia, che ero in un posto inadeguato, che ero vestito indecentemente. Nessuno giustificherebbe l’atto dello stupratore. Io sarei trattato come VITTIMA.
E questo è quello che accade normalmente, a meno che a parlare non sia qualcuno del punto principale oppure qualche supermorigerato con dei valori morali ascetici.

Quando ho una relazione sessuale con una donna subito, al primo appuntamento, sono praticamente applaudito.
E io applaudo anche la donna quando lo fa, perché vuol dire che non è impacchettata negli schemi mentali del ‘se la dai subito sei una troia’. Schemi che provengono dal…punto principale. Avete immaginato bene.

Nessuno mi chiama “troione”, “facile”, “gigolò” per avere del sesso occasionale ogni tanto.
Punto principale.

99% dei siti pornografici sono fatti per piacere a me e agli uomini in generale.
E il 99% dei film/serie romantiche, e anche non, sono fatti per piacere alle donne. Film in cui l’uomo piu’ figo del mondo e/o estremamente ricco decide di abbandonare la sua fantastica vita, dove scopa ragazze in plurime frequentazioni mentre va anche a prostitute ogni volta che gli va, per mettersi con quella che prima era bruttina, ma poi si fa un po’ piu’ figa e decide di stare solo con lei e amarla forever. Questo è il porno delle donne. Ce lo avete e vi piace anche tanto.

Nessuno resta scioccato quando dico che guardo porno.
Nessuno mi giudicherà mai perchè dico che mi piace scopare.
Nessuno mi giudicherà mai se mi vede leggere libri erotici.
Nessuno resterebbe scandalizzato se dicessi che mi masturbo.
Punto principale. Se guardi porno, e so benissimo che il 99% delle ragazze guarda porno, non me ne sbatte una minchia perché è una cosa normalissima.

Quando ho lo stesso incarico di una donna nell’ambito lavorativo, non prenderò mai meno soldi di lei.
Prenditela con il tuo stato dove tu hai il diritto di voto. Ah, lo sapete che in Italia le donne sono 30.688.237 e gli uomini 28.745.507? E cosa vuol dire? Che le donne hanno piu’ potere di voto e allora perché non votano altre donne in politica? Perché non votano chi si darebbe da fare per ottenere la parità dei salari? Chissà.

Se fossi promosso ad un livello più alto, nessuno sparlerebbe dicendo che probabilmente sono andato a letto con il mio capo. Le persone riconoscerebbero il mio merito.
Punto principale, ma stavolta correlato al lavoro e non al sesso.

Se dovessi viaggiare per lavoro e dovessi lasciare i figli con la madre qualche giorno, nessuno mi darebbe dell’irresponsabile.
E viceversa perché siamo nel 2016.

Nessuno trova anormale se a 30 anni io non ho ancora avuto dei figli.
E infatti lo trova anormale la gente che vuole vederti donna nel modo che vuole lei e non in quello che desideri tu. E se sono coglioni non sarà colpa mia.

La società non vede la mia verginità come un trofeo.
Se io esco con dei determinati vestiti nessuno mi dice “Se le va a cercare”.
Se io fossi in discoteca e una donna mi facesse del sesso orale, non sarei io ad essere sparlato. Nessuno mi chiamerebbe “puttanone” e neanche direbbero “E poi ha anche il coraggio di scrivere frasi d’amore su Facebook”.
Se in qualche modo si diffonde un video dove sto avendo una relazione sessuale con una donna in pubblico, nessuno mi criticherà o insulterà. Non sarei uno schifoso puttaniere, uno stronzo, un disgraziato. Sarei solo un uomo. Compiendo il mio copione da macho.
Punto principale.

Nessuno dice che è mancanza d’igiene se non mi depilo.
Ma seriamente?

Nessuno mi giudica se sono un padre single.
Punto principale.

Non mi proibirebbero mai di occupare un incarico alto nella Chiesa Cattolica perchè sono uomo.
Prenditela con il papa.

Non sono mai stato obbligato a fare lo pulizie di casa perchè sono un uomo.
Non conosci mia madre. E se stai qualcuno che ti obbliga, fatti due domande.

Non mi hanno mai costretto ad imparare a cucinare, essendo un uomo.
E chi ti avrebbe costretto, no, giusto per sapere. Conosco ragazze che non cucinano e, fidatevi, ci si può far sesso come con tutte le altre.

Nessuno dice che il mio posto è in cucina perchè sono un uomo.
Nessuno dice non posso dire le parolacce, essendo un uomo.
Nessuno dice che non posso bere, essendo uomo.
Corollario. Dipende dalla società scollata in cui vivi. A me non fregherebbe un cazzo, stai dove ti pare, my love.

Nessuno guarda male il mio piatto se ho messo tanto cibo.
Non puoi avere scritto questo seriamente.

Quando dico “No” nessuno pensa che me la stia tirando. No è no.
Qui c’è da fare una distinzione e un discorso lungo,ma supponendo che ci si riferisca ad un ‘no’ deciso, magari accompagnato da un vaffanculo, si ritorna al corollario.

Non ho bisogno controllarmi i vestiti per evitare che una donna cada in tentazione.
Corollario.

Le persone del mio sesso non vengono stuprate ogni 12 secondi in Brasile.
E ancora di piu’ vengono derubate. Penso il Brasile quindi abbia problemi su tutta la linea in quanto a sicurezza e vivere civile. (Ah, anche in Brasile le donne sono di piu’, 4 milioni piu’ degli uomini. Ci sarà un politico, o qualcuno con voglia di scendere in campo, che voglia risolvere questi problemi e che le donne voteranno? Fatemi sapere.)

NON SVALORIZZIAMO IL DOLORE CHE NON CONOSCIAMO.
E non scriviamo puttanate che derivano principalmente dalla morale della società in cui vivi, che non è giusta perché è normale e accettata.
E guardati allo specchio prima di dire che la tua migliore amica è una troia perché ha baciato un ragazzo in discoteca o è uscita con un ragazzo e ci ha scopato la sera stessa. Migliore amica. Figurati con le conoscenti. Su, guardati allo specchio.

20/05/16

Cronache da un nuovo letto.

Ho sentito il tuo odore mentre tornavo a casa, passando vicino ai bar. Strano come un profumo possa farti essere contento. Apro le narici e me lo godo tutto, scompare, faccio altri cinque metri e lo sento di nuovo. Per un attimo valuto se fermarmi e restare ancora vicino a te, poi proseguo.

Jacque è svedese, ma non ha nulla che può testimoniarlo a parte la sua lingua. Ha capelli castani e occhi castani e non è neanche eccessivamente alta. E' una fervente femminista, salvo ritrattare tutto perché le piaccio appena le metto la conversazione su un piano logico. E poi non ho voglia di discutere di stronzate con una che si stancherà di me fra 4-5 settimane, quando si accorgerà che non ho assolutamente voglia né bisogno di una relazione come la intende lei. Proprio per il suo attaccamento a queste idee femministe del cazzo ho provato piu' piacere del solito nello stringerle il collo mentre la scopo. E lei è tutta contenta. A parte il femminismo, è simpatica e probabilmente intelligente, ma non mi sono curato di scoprire tutto in fretta perché ho a malapena voglia di vedere gente. L'ho incontrata in un museo perché eravamo rimasti a fissare lo stesso dipinto surrealista. Sono cose che non succedono tutti i giorni. E' inoltre l'unica con cui mi piace restare in silenzio a guardare il soffitto della mia stanza. Poca musica in sottofondo.

Margot è un bel problema: è una stangona nera che parla solo francese e pochissimo inglese. Che è un grande lato positivo perché non dobbiamo comunicare in altri modi che non siano stare a letto o fumare canne. Che poi è forse l'unica cosa che abbiamo in comune. A parte il corpo quando lo condividiamo. E questa cosa è cosi' nuova e diversa che mi piace. Comunichiamo al 90% in maniera non verbale. Sorrisi, pizzicotti, carezze, smorfie strane, baci, fabbricazione di filtrini, apertura di piccole buste di plastica piene di erba. E poi il secondo lato positivo e' che piano piano sto imparando il francese grazie a lei. Anche perché non mi sarei mai messo a studiarlo di mia spontanea volontà senza l'incentivo della figa. Margot fumerebbe piantagioni di erba e per questo ha trovato un compagno di crimine perfetto in me. Ora che ci penso scopiamo tra una canna e l'altra solo perché farne un'altra immediatamente dopo sarebbe uno sbattimento troppo grande (e potrebbe ucciderci, penso ogni volta io che indago sugli effetti della droga sul mio cervello cercando di capire se qualcosa è cambiato, se sono ancora in me, se dovrei smetterla, se non sono immortale come credo di essere). Effettivamente i weekend con lei sono i piu' piacevoli. Zero sforzo e massima felicità.

Giulia non è il mio tipo e non so come sia finita nel mio letto. Ho finto di essere un professionista lavoratore, incravattato a scroccare vino di lusso, attento a sembrare informato sugli ultimi svolgimenti legislativi e politici. Vi assicuro che e' stato difficile. Eravamo già in una piazza piena di gente cosi' e tutti tutti parlavano solo di lavoro. Lei fingeva chiaramente di partecipare a questi scambi di stronzate sociopolitiche. Era palpabile che la cosa quasi la disgustava, allora l'ho avvicinata e l'ho tirata via di li', ma non potevo creare troppo dislivello tra le conversazioni che stava ascoltando prima e quelle che le avrei fatto ascoltare io. Quindi le ho raccontato di quando sono stato invitato ad una cena di alto livello con consulenti finanziari, gente che lavora in commissione, rappresentanti di grossi partiti e di multinazionali, ed io ero li', giovane e sagace. Mentre ho solo un tirocinio non pagato, ma finché non ha indagato...Una storia del genere mi avrebbe interessato solo relativamente, lei invece ne è rimasta impressionata e seguendo la scia del vino l'ho portata a casa.  Ha origini italiane e viaggia il piu' spesso possibile, sempre impegnata, pensare che con lei è stato difficile anche fissare un appuntamento. E ora è sul mio letto a dormire. Mi ha preso probabilmente per un bed and dickfast, dopo tutti i soliti discorsi sul non cercare gente che vuole solo scopare. Sono un bed & dickfast. Domani dobbiamo lavorare entrambi e lei dovrebbe anche svegliarsi alle 6.30. Buona fortuna. Rifletto un po' sulla possibilità di svegliarla e mandarla a casa, ma mi fa piacere dormire con lei, perciò metto una sveglia alle 6.30 cosi' male che vada può fiondarsi fuori di casa quando desidera lei. Mentre dorme, salgo sopra in cucina a fumarmi una canna e ascolto Strunk, lasciandomi cullare dalla musica, leggero, e ripensando a Giulia che mi dice 'non possiamo continuare cosi'', a tutte quelle che me l'hanno detto, o hanno tentato di farmelo capire, ai lupi ingabbiati che diventano cagnolini,  a Iggy Pop, a Moloch, a Ginsberg, ad Alice Glass, a dov'è finita questa giornata, ai colloqui, a tutte le volte in cui sono stato lasciato, a quelle in cui mi sono comportato male con una ragazza, alle lacrime versate e viste versare e percepite versare, vi ho visto piangere tutte, al tuo sangue sulla strada, alle urla di uomini adulti, a tutte le volte in cui ti sei guardata allo specchio infilandoti la gonna mentre pensavi al fatto che ero lontano, a quando ho fatto una foto delle nostre mani vicine, mie e di Margot, pensando ad un titolo per la foto, 'morte bianca su pelle marrone', al tuo viso, alle tue dita, alle mie regine che mi hanno rubato, ai suicidi, alle lettere di morte, alle lettere d'amore scritte al computer, ma principalmente a mano perché sappiamo di avere a che fare con qualcosa di molto molto grande.

10/05/16

Sento il bisogno di scrivere, ma ho ben poco da dire, perciò saluto Joyce prima di andare a dormire.

Volevo scrivere un post su una ragazza, ma dopo i primi righi, che sono questi,



"Tu fumi male,", mi diceva Judy, "quando aspiri si sente il rumore dell'aria e invece devi mettere le labbra cosi' e non si deve sentire nessun rumore. E poi fai sempre tiri piccoli, tira di piu'!"

E Judy aveva ragione e ancora oggi quando fumo so benissimo di star facendo tiri piccoli per un qualsiasi fumatore normale, saranno i miei polmoni che non sono mai stati favorevoli.




Ho deciso che non avevo voglia di continuare e tessere le lodi di delirio e distruzione che accompagnano Judy. E allora mi sono detto: entriamo nei meandri della mia mente scrivendo il piu' velocemente possibile senza pensare a nulla, cosi' vediamo cosa esce fuori. Sai, Judy, qualche tempo fa ho visto una tua foto ed era la prima, dopo tanto tempo, in cui non mi piacevi e ho pensato di essere guarito, ma in verità, come dice Leonard Cohen, non c'è una cura per l'amore (there ain't no cure for love, sentitela). Poi è comunque tornato tutto normale. Ora, io ho a che fare con gente che ha finti hobby di merda e nulla di nulla da dire tanto che mi sto squagliando. Devo ancora capire in quali circoli infilarmi e come o quanta droga mi serve per rimpiazzare le relazioni sociali, non molta, vi assicuro. Vi assicuro che quando resto a casa so bene che voi pensate che io sia triste e scontento, ma in verità sono molto felice di stare lontano da tutti, ho tutto quello che mi serve, mi guardo allo specchio e sono felice, per il resto c'è la droga, a volte riesco anche a scrivere, dovrei tornare a scrivere su carta, ho ben due agende/taccuini per questo scopo, eppure. Si', mi sembra una grande idea, musica, agenda, penna e un parco. Le prossime mattine del weekend sono risolte.
Hello, se non sbaglio giovedi' si torna a casa o comunque uno di questi giorni. Well, welcome back, we all missed you ed io sono solito usare pluralia maiestatis. Senti come casa qualsiasi posto in cui ti poggi, anche per tre o quattro mesi? E nel prossimo posto ti sentirai a casa? Fammi sapere.
Io mi sento a casa, e questo l'avevo già scritto. Mi curo eccezionalmente nel fisico, e sto anche cercando di curare la mente e migliorare piano piano, come piace a noi. (discorsi fatti e rifatti mille volte in cui io mi mantengo sempre vago e nessuno capisce mai un cazzo, ma fidatevi, vi dico, e basta.)

E' uscito il nuovo album dei radiohead, ascoltatelo, io devo ancora maturare un giudizio, sono troppo impegnato a pensare alle ragazze che vedo e alla loro memoria da pesce rosso e ai loro incredibili hobby come ballare fare shopping viaggiare ascoltare musica di merda essere brutte e comunque pensare che tutti se le vogliano scopare, minchia, ma se becchi uno che ti vuole scopare e hai quella faccia, fagli una statua prima di dargliela. E poi non mi fate bestemmiare, 'ste foto con il naso e le orecchie e la bocca da cane fanno cagare calcestruzzo, sono proprio una merda apocalittica e io pensavo che la duckface fosse insuperabile. Cioè, seriamente voi ragazze vi immaginate un ragazzo che guarda la vostra foto con 'sta bocca a culo di gallina e pensa "CHE FIGA ASSURDA, VORREI FIOCINARLA!", no, manco per il cazzo. E, se aspirate ad uno con un qi del genere, vi auguro le cavallette e le cimici nel materasso, porca troia. Comunque c'è tutto un problema di comunicazione e quando devo parlare con una che non ha NULLA da dire mi cadono i coglioni e preferisco parlare al muro o suonare questa chitarra di merda che è costata solo 37 euro ed è irreparabile, eppure è già meglio di nulla, ma non posso presentarmi in un parco a suonarla, figurati non ho neanche la custodia e qui piove da un momento all'altro, anche solo cinque minuti, giusto per dare fastidio, forte. Comunque ti penso sempre, lo sai? Lo sai. Capisci, non posso ricoprirti di attenzioni, per quello hai i mi piace su facebook e le settantacinque persone che ti fanno la corte, io sono al di fuori, guarda ti racconto una storia simpatica al riguardo: una volta mi sono scopato una figa pazzesca e questa il giorno dopo ha messo una sua foto su facebook, nulla di che, era lei, la sua bellissima faccia, non si vedeva neanche una mezza scollatura, era inverno, eppure sono piovuti like e ce n'erano centinaia e vuoi sapere quale mancava? Il mio. Devi sapere dove guardare e dove NON guardare, cosi' puoi capire come funzionano le cose. Kid, kid, kid, kid, kid, kid, kid, kid, kid, kid, my kid, kid, kid, ho qui con me una cosa di qualità che devo condividere (ah, ma ti ricordi tutta la diatriba su questo verbo? Ecco una comoda autocitazione per chi ha voglia di leggere qualcosa di due anni fa.) e abbiamo tre opzioni: o sale Veronica (al 99% lei non legge il blog, ciao Veronica.) o sale Sue (ma sai perché Sue? Ora lo sai.) o la condivido con l'unica altra persona degna che è sicuramente qui. ME STESSO.

Comunque è (era) uno di quei giorni brutti (per me belli) in cui mi alzo la mattina e mi stanno sul cazzo tutte le persone e non voglio sentire nessuno, ma nessuno nessuno nessuno e la cosa tragica è che non c'è nulla da fumare e qua o rimediamo in fretta o divento una brava persona, non mi fate compiere scelte di cui possa pentirmi in futuro, perché in passato ne ho fatte svariate.

Piuttosto, vediti Control. E' il film su Ian Curtis, e se non sai chi è, veramente, fuori dai coglioni. Eccezionale. La sua camera è piena di poster di Bowie, Lou Reed e Iggy Pop (sentitevi il suo ultimo album) e c'è Panic In Detroit di sottofondo in una delle prime scene, poi lui scrive canzoni e poesie e gli sta sul cazzo la gente e va ad un concerto di Bowie e poi a sentire i Sex Pistols. E ricordiamo, saprete benissimo, che si suicida ascoltando l'album The Idiot di Iggy Pop. Era una descrizione breve per dire che Ian mi somiglia molto e poi la chicca è che cita a memoria una poesia di Wordsworth e indovina quale?

My Heart Leaps Up

My heart leaps up when I behold
A rainbow in the sky:
So was it when my life began;
So is it now I am a man;
So be it when I shall grow old,
Or let me die!
The Child is the father of the Man;
And I could wish my days to be
Bound each to each by natural piety.





15/04/16

New home.

Io non volevo venire e vederti. Non volevo venire da te perché sapevo che avrei incontrato qualche faccia qualsiasi di gente che vale meno della metà di me, però con quel sorrisino di merda che sottintende "io questa me la sono fatta/me la faccio e tu non potrai farci proprio nulla". E invece sono venuto lo stesso. Ma erano altri tempi. Ora non mi creerebbe problemi.

Le cose cambiano e, a volte, ci si trova dalla parte giusta della barricata. Un mesetto fa sono andato a trovare Cassie nella città in cui studia, muovendomi come un fantasma tra i corridoi del suo dormitorio, cercando di uscire il meno possibile dalla sua stanza. E comunque prima o poi qualcuno dovevo incontrarlo, tipo il suo ragazzo. Mentre guardavo su facebook le foto in cui loro due erano abbracciati e contenti nel mio cervello sguazzava un

"ma quella è la mia ragazza, cosa ci fa con un altro?"

"ah, è il suo ragazzo."

C'è uno sconvolgimento di ruoli nella mia mente che non hai idea.

Ma non ho voluto infierire e ho mantenuto un basso profilo con tutti, anche con quei tipi che prima, e dopo, se la sono scopata. Forse ho perso ore di treno solo per fare quello stesso sorrisino di merda che anni fa rimproveravo ad altri e di cui avevo paura. Ed è l'ennesima dimostrazione che sono una persona orribile.







Basta quisquilie. Il tempo era maturo and so I left. Ho trovato una nuova casa e mi sono costruito una nuova stanza e già la amo. La città si schiuderà piano piano fra le mie mani e anche se non lo farà non me ne frega un cazzo, perché ho già svariati progetti che ho intenzione di portare a termine nei prossimi mesi. Ho addirittura una voglia matta di lavorare, chissà se mi passerà.

Qualche giorno prima di partire Valeria mi ha chiamato e abbiamo parlato un po'. Mi ha chiesto se mi stessi lasciando dietro qualcosa di importante. Traduzione "esattamente chi ti stai scopando adesso?". La mia risposta è stata vaga, perché una risposta sincera, che poi non vuole mai nessuno, avrebbe portato ad una spiegazione troppo lunga come, ad esempio:

"guarda, c'è una che è interessante e con cui avrei rifatto volentieri l'amore, ma non ho il tempo di beccarla, la rivedrò chissà quando. C'è una figa e che dovrei farmi perché il suo ex si è scopato una mia ex, e questa è solo una motivazione in piu', me la vorrei fare comunque. Un'altra è giovane e gnocca, ma allo stesso tempo terribilmente innocente, e la cosa mi aggradava molto. Una gioca a fare la lesbica e non ho tempo da perdere a smontare le sue puttanate interiori, però una botta se la sarebbe meritata. Con una eravamo rimasti una sera vicini vicini e con quella tensione che saliva, saliva, ma non avevo voglia di farla rimanere una notte sola, fottuto romanticismo, e allora non ci ho combinato nulla, sapendo che prima o poi sarà anche il suo turno e andrà tutto bene. Poi ci sarebbero due vecchie situazioni che si potevano gestire bene. Ah, ho anche un paio di storie relativamente stabili. A parte questo, non c'è nulla di importante. Si', gli amici, ovviamente. Ora vado a scrivere una lettera d'amore, ci sentiamo."

Invece ci siamo solo augurati buona fortuna, che comunque non è poco. Voglio bene a Valeria. La nostra relazione è stata carina e istruttiva, almeno ora che la vedo a posteriori. Quando è finita, ho messo un paio di canzoni e ho pianto cinque minuti, o forse un quarto d'ora, è bello perché non mi capita quasi mai. La sera stessa sono uscito con un'altra per portarla nel mio personale inferno.




Quando sono con te, non è sicuro che io sia davvero con te. A volte mi concentro sulla musica, a volta mi immagino che sopra di me, o sotto, ci sia un'altra. Dal passato o qualcuna che non ho neanche mai sfiorato.
Come quando facemmo l'amore per tutti i mesi dell'anno e ogni volta avevi una faccia diversa.

30/03/16

Il mattino ha l'odio in bocca.




La follia.

Lei c'è sempre. Ci sarà sempre. Voi non lo capite e io sono folle.

Il mattino ha l'odio in bocca e luci blu. Io volevo la luce verde, quella luce verde del grande gatsby e del narcisismo. Ne arrivano altre, ne arrivano tante. Esplosioni, attentati, a me frega poco. Cinque minuti a piedi o mille chilometri di distanza, è uguale. Mi sono fatto una nuova casa e una nuova stanza e so già che sarà un bel periodo. Mi sento piu' a casa di quando sono a casa mia. E chissà se questa volta qualcuno mi verrà a trovare.

Tutto sta nel crearsi qualche routine.

E nel conoscere gente che sia un minimo appagante, che rappresenti un minimo di sfida, con cui si possa discutere di qualcosa che non sia alcol e droga. Già il lavoro mi sembra un argomento piu' interessante.

Sapere come funzionano le cose rende inutili un'enormità di discussioni. Tutte si riducono nella mia testa a "che cazzo continuiamo a parlare se tu non capisci un cazzo? Non hai mai uno stimolo. Non mi accendi il cervello".

Forse sono stato abituato troppo bene. O forse devo uscire di casa piu' spesso.







In verità sono molto contento.

12/02/16

Arianna e i Moderat.

Ho sognato Arianna.
Eravamo (perché i sogni li descriviamo sempre al passato?) in un hotel dove c'erano mille ragazzi come noi, come se fosse una gita scolastica. E la mia stanza era la numero 160. La dividevo con altri due amici, ma non saprei dire quali. La stanza aveva un televisore enorme e letti e mobili come un qualsiasi college americano che si rispetti. Era una gita di piacere e a pranzo eravamo tutti insieme in questa enorme sala mensa con tavolate lunghe e piene di cibo. Arianna si viene a sedere vicino a me ed ha degli occhi luminosi e mi tocca la gamba mentre io sbuccio un mandarino. Poi mi sussurra all'orecchio che vuole vedermi e stare con me. Le dico il numero della stanza, ma per errore le dico 116 e non 160. E le dico di presentarsi alle 16-16.30 perché prima devo vedere un film con un amico.
Torno in stanza a vedere il film con il mio amico e mi accorgo che il film dura più di due ore. Non vorrei far aspettare Arianna, ma, d'altro canto, non voglio interrompere il film. Controllo l'ora, sono le 16.30. Controllo quanto manca al film, tre minuti. Metto in pausa, esco dalla stanza e trovo Arianna sulla soglia della stanza 116 che è incredibilmente di fronte alla mia, la 160. Sorride. Le dico di aspettare un attimo. Torno, finisco di vedere il film e il mio amico va nel bagno. Faccio entrare Arianna, si poggia un attimo sul letto. Il mio amico esce dal bagno, li presento e poi va via. Lo accompagno alla porta e ci scambio due chiacchiere. Rientro in stanza e Arianna ha messo insieme due letti creando un enorme letto matrimoniale, ha sistemato per bene lenzuola e cuscini e l'ha messo in mezzo alla stanza. E' una cosa ben fatta e carina. Sembra proprio un atto d'amore. Di quelle cose che faresti per una persona a cui vuoi bene. La prendo in braccio, la sollevo un attimo facendo attenzione a stringerle una gamba e poi la butto sul letto mentre ridiamo.

Arianna esiste. Dall'esterno la vedo come una barca senza timone in giro per questo mondo in cerca di una guida o di qualche porto sicuro. E' un po' incasinata, e questo le piace sottilmente. Ho passato un pomeriggio, e mi ricordo benissimo la data ed è quasi passato un anno, con il cuore a mille e l'adrenalina e il cervello in pappa perché mi piaceva il suo viso e in un attimo lessi tutto quello che c'era dietro. Ci scoprimmo in poco tempo e stavamo quasi per vederci. Poi le cose sono andate diversamente, ma non c'è nessuno da biasimare per questo. Lei pensò di avermi ferito, ma non fu così. Io mi ripresi solo successivamente dal vuoto di quel periodo. Però per una settimana fu molto carino conversare con lei come due idioti che si sarebbero sicuramente innamorati e pensare a dove andare e a come vedersi. Mi diede la speranza di guardare oltre il presente del cazzo che esisteva. (Esagero, ma mi piace farlo.) Ora sapevo che da qualche parte c'era qualcuna come lei e un giorno mi sarei innamorato di nuovo. E qualcosa di simile è anche accaduto. E un giorno forse ci vedremo anche, ma, come tutto, non ha molta importanza se sia domani o fra due o tre anni. L'ho sognata un altro paio di volte e non accadeva nulla di eccezionale, forse a malapena ci riconoscevamo. Nonostante non l'abbia ancora mai vista di persona, ho realizzato che le voglio bene.
La speranza è importante. E Arianna non leggerà questo scritto.





C'è un concerto dei Moderat il 29 aprile, a Roma. Io non so dove sarò, perciò non posso comprare il biglietto. E penso che la gente che va a sentire i Moderat sia bella gente. Qualcuno con cui mi piacerebbe stare accalcato. Sicuramente è pieno di strane fighe elettroniche.

Se potete, fateci un pensiero.
Ma prima ascoltate il secondo album dei Moderat.

05/02/16

Il primo weekend.

Oggi che sono bello incazzato vi regalo uno di quei post che vi piace tanto (ma a chi?): donne, scopate e un tocco di poesia. E la droga.

(Perchè, ci sono momenti in cui non sei incazzato, urno?)
(FUORI DAI COGLIONI! HO DETTO FUORI!)

Disclaimer:
The stories and information posted here are artistic works of fiction and falsehood.
Only a fool would take anything posted here as fact.

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Ho mal di testa. Non voglio uscire. Aurora mi chiama e cerca di strapparmi un appuntamento. Le dico che le farò sapere il prima possibile. Appena butto giù la chiamata, mando un messaggio a Caterina. Lei non risponde, come sempre. E allora vaffanculo, non posso stare a perdere tempo dietro a te, penso. Mi chiedo se sarà davvero l'ultima volta che la cerco. Chi se ne fotte. Ricontatto Aurora e dico che va bene. Una scopata svogliata e torno a casa.

Sue, Sue, Sue.
Farei follie per Sue e le follie peggiori non le conosce neanche lei, sono troppo troppo alte anche per noi squilibrati. Sue, Sue, Sue, le dico mentre la prendo per mano e la guido verso casa mia. Sue viene mille volte e ha degli orgasmi potentissimi che quasi mi cacciano il cazzo fuori da lei. Facciamo l'amore cinque, sei, sette, nove, dieci volte. Lo farei fino a morire. Tra una pausa e l'altra parliamo di noi e dei nostri progetti, intanto fumiamo canne oggettivamente grosse per noi, e mi balenano davanti alla mente pensieri assurdi come "parlare con Sue è bello come scoparla", perché Sue ha tanto da dire e sopratutto sono cose che non hai mai sentito prima, o almeno non da una donna. E dirò di più: ha capito come sono, sa come sono e mi accetta per questo. Questo è molto di più di quello che voi avrete mai. La sera guardiamo un film e siamo fattissimi e senza pensarci ci stringiamo le mani e mi sembra di avere le mani completamente fuse con le sue. Come se fosse la stretta perfetta, un connubio incredibile che sarà difficile ripetere. Dormiamo insieme e ripetiamo il tutto il giorno seguente finché non si fa veramente tardi e devo volare via.

Mi infilo in macchina e affronto spavaldo un traffico asfissiante, arrivo a casa e non ho neanche il tempo di farmi una doccia, "meglio, arrivo con chissà quale odore di ormoni e sesso addosso", penso, e corro di nuovo giù perché Cassie ha casa libera per una mezza sera e l'ultima volta che ci eravamo visti non me l'aveva data e ora mi ha invitato lei quindi secondo me, secondo me, secondo me, avete capito. La piccola Cassie si fa trovare seminuda, ma di smollarla non se ne parla, nonostante io stia insistendo come un assatanato, per quanto possa insistere qualcuno che ha passato gli ultimi due giorni a scopare dalla mattina alla sera. La motivazione è che "Felix, so benissimo che tu hai altre", brava, penso io, "e non mi va. Non sarai mica fidanzato?" "Se mi davi del frocio mi insultavi molto di meno". Per inciso, mi ha dato del frocio per tutta la serata, curiosamente in tutti i casi in cui è capitato ho sempre concluso bene con la ragazza. Allora l'unica cosa che resta da fare è, prima che arrivino i genitori a trovarci sul divano con la mia mano nei leggins della loro adorata figlia, cambiare luogo. Entriamo in macchina e andiamo in un pub, io prendo un cocktail e lei una birra e qui decido di rilassarmi, ho bisogno di riposo anche io, e di sentire cosa ha Cassie da dire. E' piacevole parlare con lei, non che non me lo aspettassi, ma è più piacevole di quanto potessi immaginare. Mi parla di come sono andate a puttane le sue ultime relazioni, di come il mondo non sia più lo stesso da quando siamo cresciuti e non contiamo più i giorni che ci separano da un obiettivo, un regalo, una visita di un amico, no, ora andiamo avanti a mesi e ci sembra normale. "Ci rivediamo tra due mesi, quante volte l'hai detto a qualcuno, o ti è stato detto?", e ci sembra anche poco, aggiunge lei. Ma non è così ed entrambi lo sappiamo. Ci spostiamo nuovamente in macchina. Mi infilo in una stradina appartata e ricomincio a cercare di spogliarla, con crescente successo, finché non mi ribadisce più volte di avere il ciclo. Sai che problema. Mi sfilo la canottiera, la metto sotto di noi e vado a segno. Cassie è dolce a livelli assurdi, in senso positivo, e mi chiede "ancora, ancora!" ed è anche leggermente pazza. Scrive solo cose ansiogene e ha una bella fantasia malata. Mi piace e punterò a rivederla il più presto possibile. Ha quel tanto che basta a poter farmi pensare di rivivere un amore pazzo. Organizzazione permettendo. La canottiera è impregnata di sangue e non vale la pena salvarla. Ci appallottolo dentro i fazzoletti usati per pulirci e la butto fuori dal finestrino. Au revoir, il tuo sacrificio è stato utile per la causa.

La sera dopo è la volta di Aurora. Di nuovo. Aurora mi richiede sempre come se non potesse fare a meno di me. Io posso fare assolutamente a meno di lei. Non mi piace stare con lei. Non mi dà soddisfazione, non mi interessa quello che dice nel 90% dei casi, però vive da sola e ha sempre casa libera. Ok, ok, sembra che stia essendo troppo critico. Aurora ha dei grandi lati positivi: si comporta da donna, nel senso buono, e non rompe i coglioni. Queste due qualità insieme sono così difficili da trovare che non posso buttarle via solo perché quando apre la bocca cerco di pensare ad altro. Che poi è una cosa che faccio comunque. "Felix, mi stai ascoltando?", ripete lei. Odio anche quando mi chiama per nome. Chi cazzo sei? Chi cazzo ti conosce? "Tu sei vuota!", vorrei urlargli, ma poi scoppierebbe a piangere e la cosa mi darebbe ancora più fastidio. Guardo la porta della sua camera e penso a quando finalmente uscirò da lì. Ovvio che tutti questi pensieri non me li faccio mentre scopiamo, ah, dimenticavo, scopa anche bene, siamo a tre qualità grazie alle quali posso soprassedere su tutto il resto. Ciò non toglie che dopo i cinque-dieci minuti di baci e carezze after sex il mio desiderio più recondito sarebbe quello di stare da solo, da qualche altra parte. Non è neanche colpa sua, non può farci assolutamente niente. Povera Aurora, nessuno la salverà dall'inferno. Si sentirà molto in colpa, prima di scoparsi il prossimo cretino. E probabilmente sarò ancora dalle sue parti quando succederà.

Domenica è la fine di tutto e per fare qualcosa di bello decido di metterle tutte e tre insieme in scaglioni di tempo, perciò la mattina corro da Sue, prendo un suo taccuino e le scrivo dediche che non leggerà mai o che non capirà mai profondamente e penso che forse le sto scrivendo per me stesso. "Se ogni carezza che diamo, fosse quella di cui avessimo bisogno?", mi balena in mente, ma questo non lo scrivo. Il pomeriggio prendo Cassie e lei mi fa leggere delle cose che ha scritto e di nuovo cerco di sacrificare qualche indumento pur di entrare dentro di lei e di fottere quel cazzo di ciclo, ma stavolta non devo buttare via nulla. La sera mi vedo velocemente con Aurora, così velocemente che mette il muso lungo mentre mi rivesto senza guardarla. "Ho un appuntamento", le dico di corsa e lei sospetta e mi chiede "Con una più figa di me?" "Molto meglio, con un mio amico. Maschio.". Mi chiudo quella dannata porta alle spalle e volo da Dave. Mi sono scordato di pisciare e ho la vescica che scoppia, arrivo a casa sua e mi fiondo in bagno salutandolo a malapena e godendo terribilmente mentre mi svuoto. Mi ricompongo e gli butto una busta di erba sul tavolo. Mi accorgo che anche lui è abbastanza trafelato. Si è fatto una corsa per tornare a casa in tempo per il nostro appuntamento. Stava ovviamente scopando prima.
"Facciamo qualche canna e poi usciamo, andiamo a quel concerto di cui ti dicevo."
"Assolutamente, Felix, assolutamente, però una la fumiamo qui."
I nostri progetti cambiano molto spesso e molto velocemente. Mi chiama Irene e mi invita ad una festa privata in casa di gente sconosciuta. Sembra interessante, pare ci sarà un bel casino. Mi informo sulla situazione per quello che mi interessa: "posso fumare lì?" "Sì, non c'è problema", risponde lei. "Perfetto", e chiudo la chiamata.
"Dave, dobbiamo andare ad una festa."
Dave scoppia a ridere.
"Ma io ho già scopato!"
"Anche io, Dave, fottesega. Andiamo a drogarci."

E così è: finiamo in questa festa in cui non conosciamo nessuno, a parte Irene e un paio di sue amiche, e restiamo in cucina a fumare per la maggior parte del tempo, senza neanche incrociare gli sguardi della gente che è lì nel salone a parlare di università, università, università. Ogni tanto ballano anche. Noi invece siamo i perfetti asociali. E io ed il mio amico ignoriamo perfettamente quelle poche fighe che ci sono alla festa perché non abbiamo nessuna voglia di ascoltare stronzate o di guardare una negli occhi fingendo che ci interessi quello che ha da dire. Non ce ne fotte un cazzo. Io ho i miei giri, Dave ha i suoi. Due scoppiati nella notte, silenziosi, mistici, che pensano all'unisono e fumano senza soluzione di continuità.

29/01/16

Anedonia.

La testa scoppia scoppia scoppia e tu non puoi fare nulla - la libertà è lontana e si allontana ogni giorno di più.

E l'unica soluzione accettabile sai benissimo qual è.

Ti infili sotto il cuscino e con un braccio te lo tieni poggiato sull'orecchio e cerchi di non sentire le URLA nella tua testa e tutto l'odio che sale sale sale, sempre più carico e sempre più assordante.

Falla finita, falla finita!

E in alternativa devi darti alla droga, non c'è altra soluzione.

Sai benissimo qual è l'altra.

Nebbia, nebbia, nebbia. Tutti fuori dalla mia testa, tutta questa gente reale che si avvicenda nella mia macchina, nella mia vita, in questi locali del cazzo mentre io sono fuori, sono ovunque tranne che lì, e cerco solo di distrarmi e allontanarmi da tutti e tutto.
Distrazioni sempre più pesanti e fuorvianti.
Laceranti fissazioni e apatia e voglia di stare solo e in silenzio lontano dal mondo.
A guardare il pavimento o il soffitto, uniche certezze. Le stelle sono troppo lontane.

Tu sei troppo lontano da te.

E ti chiedi se non ci sia qualche altro psicopatico da qualche parte che si alzi con l'odio in corpo e si trattenga tutto il giorno - e tutti i giorni - dall'ammazzare qualcuno. E so che almeno uno così esiste.
Sai, non è quella sensazione di depressione alla nick drake, alla ian curtis, dove tutto rimane dentro, no. E infatti loro si sono ammazzati. Per evitare questo passo

Evitare cosa? Non puoi fuggire.

bisogna buttare tutto fuori, il più possibile. Anche se significa fare male a qualcuno.
Ma in quel caso, come ben sai, per noi è un piacere. Eppure mi sto trattenendo, mi sto trattenendo.

Ucciditi.

Fidati, non vuoi essere nel mio cervello. Fidati, la nostra follia è depressa a sua volta.

L'abisso in cui guardiamo è BIANCO.




Ci vuole musica più cattiva e più pesante e più martellante che entri nella testa e non esca più, qualcosa come







I beat my machine it's a part of me it's inside of me
I'm stuck in this dream it's changing me I am becoming
the me that you know had some second thoughts
he's covered with scabs and he is broken and sore
the me that you know doesn't come around much
that part of me isn't here anymore
all pain disappears it's the nature of my circuitry
drowns out all I hear there's no escape from this my new consciousness
that me that you know used to have feelings
but the blood has stopped pumping and he's left to decay
the me that you know is now made up of wires
and even when I'm right with you I'm so far away
I can try to get away but I’ve strapped myself in
I can try to scratch away the sound in my ears
I can see it killing away all my bad parts
I don't want to listen but it's all too clear

hiding backwards inside of me I feel so unafraid
Annie, hold a little tighter I might just slip away

it won't give up it wants me dead
goddamn this noise inside my head

it won't give up it wants me dead
goddamn this noise inside my head

it won't give up it wants me dead
goddamn this noise inside my head

IT WON'T GIVE UP IT WANTS ME DEAD
GODDAMN THIS NOISE INSIDE MY HEAD

24/01/16

Del vostro amore me ne sbatto il cazzo.

Del vostro amore me ne sbatto il cazzo.

Ho già chi amare e ho già chi mi ama.

E forse non me ne fotte in entrambi i casi.

Mi sono ritrovato sdraiato vicino a te,

era estate,

e per un attimo,

per un solo attimo,

ho cercato di capire i tuoi sentimenti.

Poi ho guardato con occhi trasparenti

al di là del muro,

i campi e le case

ed ho realizzato che non me ne fregava nulla.

Nel senso buono che tu sai.

Cos'ho che non va in me?

Lo stesso che non va in te.

Andiamo a farci venire le rughe

e a vivere d'insonnia

mentre parliamo delle tue dita bianche.

E poi tagliamoci le vene come piace a noi.

A farci del male,

ad innamorarci,

a fonderci le mani,

a far piangere il mondo.