14/02/23

Le notti passate in strada.

Le notti passate in strada mi chiedo che cazzo facessi. Che cazzo facevamo tutti noi in strada, ogni giorno, ogni notte, a buttare via il tempo, a parlare di niente, a stare fuori dalle nostre case per non pensare a cosa c'era dentro, a smezzarci una birra, una cinque euro di fumo di merda, sono solo due canne, tre se ti impegni, nulla di più. Nelle notti passate in strada cercavo amici che non avevo perché ero troppo solo dentro di me, stupido e ovvio. A nasconderci da tutti, su gradini improvvisati, nei portoni di case sconosciute, all'ultimo piano nel vano ascensore, muti per non disturbare. Le suole delle scarpe troppo sottili, le piante dei piedi che sentivano l'asfalto, cercavo l'erba per non sentire dolore dopo aver camminato tutta la notte ed ogni volta serviva una mezz'ora per tornare a casa con il rischio di essere assaltati da uomini e da pensieri, il meglio era essere soli alle quattro di notte, solo la musica a tirarmi avanti e pensieri del futuro e del passato e non potevo sapere cosa sarebbe accaduto da lì a qualche anno, non potevo neanche immaginarlo, non vedevo così avanti come a volte vedo ora. E pensavo di essere follemente innamorato e pensavo di essere follemente incazzato e tante volte ero solo molto ubriaco e mi muovevo leggero nell'aria ed era rischioso, con una bottiglia di vodka intera in una tasca eccessivamente profonda di un jeans semistrappato e gente che si ferma e mi guarda e cerca di afferrarla, ma solo per scherzo. Nelle notti passate in strada, solo cicchetti, da voi forse si chiamano shot, di alcol, mai più di un euro cadauno. Il vino costava un euro e venti e dovevo berne due bottiglie per sentire qualcosa ed essere brillo perché allora reggevo l'alcol ed ora la strada quasi non è più la mia, se non quando torno nella mia città e il mio andamento cambia, ritorno a ricordare le notti in strada e dove sono cresciuto e dove mi sono formato e non era bello allora e non è bello adesso, forse la nostalgia lo rende un po' più vivibile, il mio passato intendo, ma se parlassi a me di anni fa mi manderebbe a fanculo e direbbe "fortuna che ne sei uscito e ora vivi altrove, non tornare qui neanche nei tuoi pensieri, stai lontano, non ti voltare indietro, come in nuovo cinema paradiso". E all'epoca non l'avevo neanche visto. Poi ho visto altre strade straniere di notte ed autobus notturni e metro notturne e gente sconosciuta conosciuta per una sola sera, una sola mezz'ora in una stazione e barboni e arabi ed ora ho una casa mia e la notte non la voglio passare in strada perché a casa posso decidere la musica e posso decidere di sdraiarmi sul divano e soprattutto chi invitare. Le altre volte dovevo cercare luoghi chiusi, ma non erano mai i miei, erano garage di amici, centri sociali, bar del cazzo, robe insomma dove poteva accedere chiunque e se non hai il controllo su chi entra ed esce non è davvero il tuo di posto, sei solo lì per caso o per convenienza, perché in questo bar bere non costa tanto e ci fanno ancora fumare dentro ed a nessuno frega un cazzo. Neanche so se si può ancora fumare in quel bar. E i bar erano pochi ed erano sempre gli stessi, un po' perché siamo delle persone abituali, un po' perché i ritrovi di un certo tipo di gente erano sempre gli stessi e quindi conoscevi tutti, almeno di vista, e quando ci ritorni vedi le stesse facce del cazzo e qualcuno non è mai andato via da lì e dopo dieci anni e passa frequenta sempre gli stessi posti che tu pensi "cazzo, ma cambia un po', fallo per te, vai via", ma a loro frega un cazzo. E' casa loro e lì si sentono al sicuro e anche io mi ci si sentivo un po' al sicuro, ma giusto un po' perché appunto potendoci entrare tutti, poteva sempre succedere di tutto, in qualsiasi momento di qualsiasi giorno, bisognava stare attenti.

Ora no, sono solo cocktail bar o comunque qualche pub già un po' più in perché ho qualche banconota in più, molte, e bisogna solo abituarsi a questo salto di qualità, mi ci sono abituato. Forse fa sempre un po' strano, forse è solo stato l'essere diventato un uomo, adulto, che nessuno me lo aveva detto per parecchio tempo e io non ci avevo fatto caso. Eppure c'è sempre quella voglia di mollare tutto e andare via, sparire per qualche giorno, una o due settimane, da tutte le tue responsabilità, dalle persone, poche, che conosci davvero, solo perché puoi, per liberarti la mente, perché ora non devi dare conto a nessuno, ma se alla fine me ne parto un weekend, prendessi la macchina e andassi via, per girare a cazzo in un posto semisconosciuto, alla fine a chi cambierebbe qualcosa? Sarebbe lo stesso di restare a casa tutto il weekend ad annebbiarmi, sono comunque non visibile agli altri, poi penso chi cazzo me lo fa fare di muovermi e andare via, sto bene qua, ho lavorato e sudato e mangiato merda per essere qua, e mai abbastanza merda mangiata, e per qualche anno mi sono sentito arrivato. Adesso sono tornato in me per qualche mese e sono conscio di non essere arrivato da nessuna parte e che non è il momento di fermarsi, again, perché, come scrivevo dieci anni fa, niente compromessi. O spacchiamo tutto o si muore e tanto si muore comunque, quindi tanto vale che.

Quindi tanto vale che ti dai da fare, it was a suicide mission all along, così magari un giorno ti svegli e non senti il peso sopra il petto che senti adesso, ti svegli e dici "beh meglio di prima". Mi ci sento spesso così, ma è facile se vieni dal nulla e sai che lì ritornerai. E per questo mi sento poco compreso e compreso da pochi. Forse me la tiro troppo e veniamo tutti dalla stessa merda, infatti lo pensavo qualche giorno fa mentre giravo a piedi in un quartiere pieno di arabi, mediorientali e altra gentaglia, che poi la maggior parte vogliono solo fare la loro vita tranquilla, sopravvivere, buttare qualche figlio qua e là e morire con un mutuo e un matrimonio nella cintura. Tutto qui, non c'è altro, ricordatevelo, merde. Pensavo che loro mi potrebbero capire di più di quanto mi capiscano i nordeuropei di buona famiglia, gente che ha sempre avuto soldi in tasca e che ha già comprato una casa e una macchina ed è già morta dentro. Sarei potuto essere un criminale, non sarebbe stato difficilissimo, e sarebbe andata peggio di così. Meglio com'è andata ora, mi piace pensare di avere reso felici un po' più persone, donne principalmente, in questo modo, almeno per un po' di tempo. Oppure no. Non sta a me dirmelo ed è difficile mantenere un balance con la vita che faccio io, con il tipo di vita che faccio io, con il pavimento che è il vostro soffitto perché non avete metà delle palle di prendervi il rischio. Se mi ami davvero, stammi lontano da me. Siamo di una razza aliena e non ci frega di fermarci davanti a voi umani, ci fate anche parecchio schifo. Guardavo e guardo tutta la gente qui in giro e c'è una moria di sensazioni e di estetica che mi fa vomitare e il peggio è che guardandovi mi sono sentito un po' come voi e il pensiero mi ha rivoltato, non voglio essere come voi, non voglio essere paragonato. Già essere additato come un umano mi dà ribrezzo, voglio essere più lontano da voi possibile e se non ci riesco mi faccio schifo io per primo. E vorrei allontanarmi sempre di più, sempre di più, e guardarvi dall'alto del mio odio e amore quando mi gira bene, dal basso della mia comprensione per il vostro vile punto di vista che comunque capisco e non giudico, ma al tempo stesso mi è così lontano e a volte incomprensibile che penso non debba dedicargli troppa attenzione eppure ci devo vivere con questi umani e questo è il mondo che mi è stato dato, che mi sono dato, e allora giochiamo qui, non c'è un altrove.

Potenzialmente sembra tutto così semplice: se nessuno di voi si impegna davvero nella vita, il mondo è lì per essere preso dal mio braccio che si allunga verso di lui. E so che non è così semplice è solo che la piramide dove sono salito non permette di salire oltre e quindi bisogna cambiare piramide, ripartire dal basso e risalire, risalire, risalire e poi di nuovo cambiare piramide e di nuovo e di nuovo. Tutto qui, con l'orizzonte che si allontana ogni giorno di più perché siamo insaziabili e vogliamo solo sangue sangue sangue e soldi. Più sangue e più soldi, e sono correlati tra loro, per farci stare quieti un attimo, per allietare ed acquietare la voce, le voci, dentro di noi che urlano "dammi, ottieni, vai avanti" e lo specchio davanti a me che dice "beh, cosa hai fatto gli ultimi due o tre anni? A me sembra quasi nulla, non ti vergogni? I tuoi avi sono morti per molto meno e ti guardano e dicono che sei uno stronzo perché loro al posto tuo, con tutte queste possibilità, si sarebbero impegnati davvero e avrebbero fatto molto di più". Il mio specchio è proprio uno stronzo e ogni tanto mi fa piangere, ma almeno siamo solo io e lui a saperlo, che è già molto meglio di farlo sapere a te. Ed è vero che tutti quelli venuti prima di me al 99% hanno avuto una vita di merda e si sono fatti strada tra ostacoli e intemperie e notti di malattia e morte, più e più volte, e questo non li ha fermati. Coscienti della fine sono andati avanti, per fare cosa? Alla fine solo per farmi essere qui ed avere 'sta bella vita che ogni tanto mi chiedo se davvero me la sono meritata e le stelle mi dicono "ora tocca a te fare qualcosa, non è che ti abbiamo fatto senza motivo". Quindi ora o ti dai da fare o ti ammazziamo perché di te non ce ne facciamo un bel nulla, specialmente se non vuoi sottostare alle regole che abbiamo imposto sulla vita, su questi essere umani, sulla natura, o fai come diciamo noi o ti facciamo sentire male, il più male che puoi provare in quanto essere insignificante sulla terra. Ti togliamo l'amore, gli amici, le ragazze e ti lasciamo solo con te stesso, e se rimani solo con te stesso lo sai che sono cazzi. Perciò riga dritto, bastardo, sappiamo da quale stella vieni e specialmente sappiamo su quale ti facciamo tornare.

12/12/18

2020.





Là dove tutto è cominciato, là dove tutto finirà.

Questo è il post numero 300 da quando ho cominciato questo blog.

Il giorno e l'ora di questo post a te non diranno nulla, perché non ricordi.

Eppure a quell'ora è cominciato tutto e a quest'ora di nuovo dobbiamo ripartire.

Il blog va in stand-by, o muore con me, perché devo morire e risorgere un'altra volta.

Specialmente perché il me del 2020 dev'essere una persona differente e mi serve molto tempo per diventarla.






E quando si muore, ci si lascia tutto alle spalle. Il tempo non esiste più e, di sicuro, il passato non esiste più. Torno nel mio eterno presente.

E' stato molto bello, eppure è finito.

Tutto finito.

E solo io so quanto mi avete rotto i coglioni e quanta merda ho dovuto ingoiare per qualche attimo di felicità, vedendo tutto il mio lavoro che principalmente va a favore di stronzi subumani.

Vedere il mio vomito e i miei incubi dissacrati perché non valgo nulla.

E ne sono conscio, di non valere nulla.

Né perderò tempo a lamentarmi come tutti vuoi. Non c'è più tempo.

Arriverà il nostro momento.

Arriverà.

Ora è il momento di separarci, my friend.

E' sempre stata una missione suicida, dall'inizio.

Penultima riga.

Ultima immagine.







06/10/18

I'll love whatever you become.

La cosa più bella che abbiamo fatto è stata rubare il tempo, a chiunque appartenesse, e farlo nostro. Io e te.

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Siamo in cucina e tu sei seduta sul tavolo, hai quella maglietta bianca e azzurra che ti ho regalato l'anno scorso e quei pantaloncini verde militare. Ti guardo le gambe e penso che ci perderei la vita lì in mezzo, le abbraccio. Mi godo ogni centimetro della tua pelle e del tuo odore. Ti prendo in braccio e andiamo sul letto a finire di crepare di caldo, a sudare insieme.
Fumiamo tra una volta e l'altra e restiamo in silenzio a guardare il soffitto. Bello bianco questo soffitto, come sarebbe camminarci sopra senza tutte queste sedie, scrivanie, mobili, cose in mezzo alla stanza? Ci addormentiamo abbracciati per mezz'ora, ci svegliamo e andiamo a vedere un film. E' l'unico momento buono per vedere un film: dopo aver scopato. Altrimenti si finisce sempre a scopare e poi magari pensi "sì, ma cazzo, il film?".

Il film finisce e torniamo a letto, restiamo incastrati in silenzio. Ogni tanto ci guardiamo negli occhi, qualche rumore di labbra che schioccano, c'è odore di incenso.
Ti alzi e vai verso la borsa, prendi un foglio e torni da me. E' piegato in quattro, lo apri e mi leggi una poesia che hai scritto. Forse ce l'ho ancora da qualche parte, un pezzo di te.
Qualcuno bussa al citofono, è la pizza. Tu scendi ed io imbraccio la chitarra e mi metto a cantare qualcosa dei radiohead. Ci metti tanto a tornare, ma ho capito subito che sei rimasta dietro la porta ad ascoltarmi, per paura di disturbare la prestazione.

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Questo sopra l'ho scritto veramente tanto tempo fa. Non l'ho mai concluso, anche se in verità non mi sembra di aver mai cercato bene una conclusione. L'ho appoggiato tra le bozze attendendo l'ispirazione, ma più il tempo passava e più non ci pensavo e più dimenticavo le poche idee che avevo per continuarlo. It's ok, babe.

Non mi ricordo il tuo volto. A volte. E per questo ringrazio le foto e la tecnologia. Mentre scorro tutte le immagini, mi ricordo di quanto sei bella. O dovrei dire eri bella? Non perché tu non lo sia più, semplicemente perché sono passati anni e io mi sto riferendo esclusivamente a quelle foto. Precisazioni linguistiche e temporali, per un tempo che non esiste e abbiamo inventato noi stessi. Ora è tutto più semplice perché ti ho espulso dal sistema. Ho espulso quella parte di te che ancora viveva in me come un virus e mi rendeva orribili le giornate anche se leggevo o sentivo una o due parole trigger, cinque lettere, quattro lettere, da qualsiasi parte, mi facevano deprimere praticamente. Tutto è passato e ho sostituito quel virus con qualcos'altro, che tu sai bene, anche se ti è difficile credermi. Come detto più e più volte, non ha importanza nulla di tutto questo e specialmente non importa quanto tu mi creda o mi voglia vedere o mi voglia sentire. Anzi, mi ha fatto piacere avere del tempo libero per dedicarmi a me, sapendo che la tua vita stesse andando alla grande. Almeno finora, poi recentemente ho raggiunto un paio di grossi obiettivi e negli ultimi due mesi mi sono dato al relax più totale, facendo ben poco di produttivo. E intendo produttivo nel lungo termine, perché di soddisfazioni a breve termine, quelle le ho prese tutte a piene mani. Forse mi serviva un po' di relax o forse devo stabilizzarmi un po' al nuovo livello raggiunto per poter poi continuare ad avanzare. A breve dirò basta e spenderò il mio tempo in maniera più seria. Sai, pare non siamo più adolescenti. Sebbene fare il paragone con i miei coetanei mi faccia pensare di essere ancora incredibilmente giovane, ma è un bias, perché gli altri sono dei cazzo di vecchi sia fisicamente che psicologicamente e con moltissimi mi è difficile instaurare una conversazione seria perché vivono delle loro poche esperienze e danno quelle per scontate e sicure e così e la vita e non andare lontano dalla strada maestra che l'amico dell'amico dell'amico di mio cugino di quinto grado una volta è stato male per questo.

D'altra parte, rilassarmi è più semplice se so che le persone che contano nel mio universo stanno relativamente bene, per quanto bene si possa stare per ora, in questo mondo, e quindi mi sono crogiolato sapendo che non c'erano mostri da rincorrere né dentro di me né fuori. Ma lo so che sono lì e torneranno e mentre io ho buttato due mesi di miglioramento nel cesso, loro sono lì dietro l'angolo pronti ad assaltare me e gli altri. E guerra sia.

Ovviamente ti ho sognata per metà notte e mi sono svegliato alle sei e mezza. Nel sogno eri diventata famosa per qualche strana scoperta o novità che avevi creato e ti guardavo in un servizio di dieci minuti in tv, mi sembrava lungo e ti vedevo immergerti anche in una vasca per dimostrare qualcosa, sempre mentre guardavi l'obiettivo della telecamera. Dopo ti ho accompagnata a parlare con un regista gay famoso che ti avrebbe potuto aprire alcune porte importanti in televisione, anche se a te non fotteva veramente tanto. Volevi solo spiegare meglio e a più persone la tua idea, sembrava una buona idea, ma non la ricordo o forse non era parte integrante/importante del sogno. Io non partecipavo al meeting con il regista. Rimanevo fuori con un amico, come se dovessimo farti da bodyguard. Comunque non accadeva nulla di preoccupante. Ti prendevo e ti riportavo a casa. Finisce così.

Mi sono svegliato perché Naomi si è alzata per andare in bagno. Quando è tornata, si è sdraiata sul fianco destro e io anche, per abbracciarla da dietro. Con ancora le tue immagini in testa, ho pensato che per togliermele un po' dalla mente l'idea migliore era fare l'amore con lei. Dopo mi sono riaddormentato e ho sognato Naomi.

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Qui volevo mettere un'immagine.

Ci ho pensato per qualche ora. Ho setacciato le mie cartelle e nulla mi pareva esprimesse qualcosa di perfetto per la situazione. Perché per te voglio solo il meglio.

Ho ripassato anche le foto dove ci siamo noi. Mi sembrano tutte cose che voglio tenere per me e nessuna risalta effettivamente tra le altre, ce ne sono molte che mi parlano piano e mi fanno ricordare che sono vivo.

Nessuna immagine.
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E quando l'ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la volpe, "…Piangerò".
" La colpa è tua", disse il piccolo principe, "Io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…"
" E' vero", disse la volpe.
" Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
" E' certo", disse la volpe.
" Ma allora che ci guadagni?"
" Ci guadagno", disse la volpe, " il colore del grano".






I remember.

I always remember.

05/09/18

Spigoli.




E' che sono successe tante cose, ma non voglio parlare delle vacanze, né in verità voglio parlare di niente. Non che sia apatico, o forse sì, ma sto cercando di riprendermi mentre le giornate mi scorrono veloci e più scorrono veloci più devo scrivere veloce per darti l'idea che non c'è un cazzo di minuto libero e va tutto di fretta. Insomma, un weekend l'abbiamo passato ad amsterdam e abbiamo girato troppi coffee shop fottendocene della fauna locale e di questa tipa del '98 (l'ho scoperto dopo che era del '98) che ci seguiva in ogni dove, con nostro piacere, sia chiaro, e quindi potrei aver dimenticato tante cose che sono successe, ma è successo ben poco, era un weekend relax in cui io e il mio amico abbiamo fumato il più possibile cercando anche di girare la città, quando capitava. La colazione domenica l'abbiamo fatta a casa della ragazza succitata, mezzi zombie, mezzi uomini, mezzi alieni, e mi sono ritrovato a fissarle le gambe e pensare che finirci dentro sarebbe stato molto bello, ma non avevo alcuna voglia di muovermi, di parlare, di fare cose. Ho bisogno di stare seduto e decedere, almeno per un po'. E non è facile uscire da questo loop, scrivo ora mentre sono in astinenza psicologica da bravo idiota, è tanto bello stare annebbiati, ma sto cercando di ricordarmi che alla lunga è deleterio e io ho cose importanti da fare nella vita, mica come voi che siete stronzi e pensate che cose come, cazzo ne so, la politica e gli influencers di instagram e la televisione siano cose fottutamente importanti. Non lo sono, sono tutte cazzate, coglioni.

Poi sono tornato a casa e appena sono tornato non ho avuto tempo per me, per stare solo un po', perché prima Chloé e poi Naomi sono venute a dormire da me, non insieme, non ancora. Ovviamente la cosa non mi è dispiaciuta troppo, però c'è sempre bisogno di tempo per se stessi. Mi sveglio ogni volta e le trovo vicino a me a guardarmi con occhi sognanti, Chloé un po' di più, forse perché sono la sua prima relazione e perché è più giovane e quindi si starà vivendo quell'innamoramento pazzo che pensi non possa finire mai. Mi chiedo quando la vedrò piangere. Chloé è più alta di me e ha queste gambe lunghissime e il suo odore rimane nella stanza e sulle lenzuola per parecchio tempo. Dovevo specificare che sono entrambe africane? Naomi è minuscola e ha un corpo perfetto, di lei mi innamoro sicuro, se resta abbastanza nei paraggi. La cosa più bella di lei è che quando siamo a letto, mi fa tornare un animale. Perdo qualsiasi controllo e capacità di articolare parole e ringhio e non sono più in me. Che è una cosa stupenda. Ci dimentichiamo spesso di essere animali solo perché sappiamo parlare di cazzate e abbiamo la tecnologia. Eppure il 98.8% del nostro DNA è lo stesso delle scimmie. Tornare animali è importante per ricordarsi cosa davvero ci da piacere, che sono poi le cose basilari: scopare, mangiare, dormire, giocare. Niente di più. E se fai queste cose con più persone che fanno parte della tua cerchia, il piacere aumenta. Io te l'ho detto, fai tu.

Anyway, torniamo a noi. Oggi stavo tornando a casa e una ragazza che avrà avuto diciott'anni scarsi camminava verso di me, ha sollevato gli occhi dal cellulare ed erano azzurrissimi, mi ha guardato e ha accennato un sorriso e io anche stavo sorridendo lievemente, i nostri sguardi si sono incrociati e io ho desiderato di spararmi in testa perché non ho fatto nulla per fermarla.

Non torniamo a noi, ci torniamo prossimamente, babe, piuttosto ascoltiamo la canzone di su che dice:

'sti soldi che c'ho in tasca non mi risolvono il macello che c'ho in testa
ho sempre lei in testa
soldi in tasca e occhi spillati a fine d'a festa

29/07/18

Colazione all'inglese.

Fate attenzione, qua i conoscenti coetanei, o quasi, cominciano a fare figli e sposarsi. Il che allarga il numero di campione utile per fare statistiche fra 10-15 anni. Good. Ho appena interrotto l'ottima striscia di "nessuna malattia" durata ben tre anni. Che incazzatura. E ora vorrei solo guarire.

Comunque, sono passato da Amsterdam e non ci andavo da una vita, ho girato la città e non ho visitato nessun museo. Ho fatto un bel barbecue in un parco e la situazione era ovviamente costellata di vino e canne e buona carne, è stato divertente ed è durato tutto il pomeriggio, fino alle dieci di sera. Il giusto tempo, dato che comunque il sole c'era ancora. Poi sono volato in ostello per prendere qualcosa per coprirmi dal cazzo di vento che c'era, mi sono dato una sistemata e sono uscito con Agathe, ci siamo visti in un bar, lei aveva appena staccato dal lavoro, un negozio di souvenir dove si vendono le solite cose da drogati per turisti, e stava parlando con due ragazzi polacchi, o cechi, non ricordo. Li salutiamo e andiamo a comprare erba in un coffee shop, una classica lemon haze per partire con tranquillità, poi andiamo in un bar tappezzato di stickers in cui si può fumare dentro, che come saprete bene non è scontato ad Amsterdam. Birra che non desidero neanche e mi tocca anche rullare, alright. Mi racconta un po' come le va lì e, che palle, ci tiene a farmi captare che è una donna di mondo e che ha avuto esperienze con le droghe. Non devi fare la grande con me, non me ne frega un cazzo. Certo, l'idea iniziale era provarci e portarla a scopare in un parco qualsiasi, figurati che è legale lì, sì, ripeto, legale scopare nei parchi di notte, ma mi sono affondato nella poltrona e il tempo è passato velocemente ed erano già le due ormai e attorno a noi c'erano persone simpatiche e tanti cocainomani. L'unica volta che vado in bagno fatico a trovarlo tra un corridoio e l'altro e un tipo mi dice "è qui il bagno" e mi precede aprendo una porta, poi entra nell'unico bagno che ha la porta, per il resto solo pisciatoi e io ho problemi a farla se non ho le spalle coperte. Il tipo ci mette una vita perché chiaramente sta pippando e si crea una fila che è chiaramente in attesa di sverniciare le narici, io non batto ciglio, finché non cagate il cazzo siamo tutti amici. Quando ritorno da Agathe, un altro cocainomane si è seduto vicino a lei e cerca di comunicare e parlare, sta fumando un cannone gigante e si addormenta immediatamente tanto che dopo tre minuti arriva un buttafuori, prende il suo telefono e gli dice di andare a dormire a casa, ma con gentilezza, dopotutto non era lui a rischiare gli fottessero il telefono o altro. Noi anche dopo poco ci direzioniamo ad una stazione metro in cui lei può tornare a casa, neanche provo ad andare da lei, mi rompe le palle dicendo che il giorno dopo deve lavorare, baci piccola. Torno in ostello cercando di fare poco casino e dormo qualche ora. Mi risveglio, prendo il mio zaino e faccio il check out, mi sento più tranquillo ad avere tutte le mie cose con me mentre giro. Non mi fido di nessuno, retaggio ancestrale della mia città natale. Cammino e faccio colazione a tappe, senza mai sedermi da nessuna parte, mangiando cose dolci mentre mi muovo, servono zuccheri per riprendermi un po' dal poco sonno che mi perseguita da circa una o due settimane, per ottime ragioni sia chiaro, e ovviamente dopo aver guardato un po' la città, decido di fermarmi  in un coffee shop con dei tavoli stile '800, non prendo nulla da bere anche se valuto un tè per qualche minuto. Prendo una sativa perché ho voglia di rilassarmi e me la fumo tutta con tranquillità.

In questi giorni sono un mezzo ameba e sono sempre in giro in appuntamenti a caso, spendendo soldi per queste piccole e grandi ragazze principalmente africane e portandomele a casa a turno. Scorre tutto bene, ma dovrei cominciare a preparare la mia discesa in italia e organizzare bene quei pochi giorni che ho. Oltre ad essere produttivo come desidero, ma per questo mi scudo dietro la mia malattia attuale. Voglia di fare nulla, voglia di fare zero. Ascolto musica tutto il giorno e cerco di distrarmi con qualche film.

Tra una cosa e l'altra, amici, viaggi per lavoro o per piacere, ragazze e il giusto tempo per me stesso, saranno due mesi che sono impegnato praticamente sempre e la quantità di sonno di quest'ultimo periodo è minima, ma non mi pesa, almeno per ora. Ho calcolato che fra sole tre settimane potrei tornare ad una vita più tranquilla, anche se è un progetto che può essere tranquillamente sballato da quanta voglia avrò di stare in giro e sfoggiare vestiti nuovi e anello nuovo. Sono stato a Londra e solo cinque tossici/barboni/barboni-tossici mi hanno chiesto qualche spiccio. Inutilmente perché ho ritirato giusto le sterline che mi servivano e ho maneggiato tre monete di numero in tutto il weekend. Ho girato camden per trovare qualcosa di originale e spettacolare da inserire nel guardaroba e ci sono riuscito con una maglietta disegnata da un'artista israeliano e un anello nuovo per l'indice destro. Per ora ne mettevo uno che era un rimpiazzo. Un rimpiazzo durato quasi quattro anni. E questo anello è nero e semplice e di tungsteno. E' la mia fase nera che tenta di bilanciare tutte queste nuove magliette bianche. I capovolgimenti della vita. Mentre camminavo per la città per esternare uno dei miei hobby preferiti che è essere solo in mezzo alla gente e camminare ascoltando musica per non permettere alla mia realtà di essere troppo inficiata dagli essere umani, pensavo al fatto che qui c'è stato un punto di svolta della mia vita. Esattamente nella stessa stanza in cui ho dormito di nuovo. E curiosamente a Londra nacque l'idea del mio blog e anche del nome, mentre leggevo una magazine anarchica, se non sbaglio, il nome era modeerf. Su internet non si trova più nulla al riguardo. E invece io ho i pdf, probabilmente scaricati anni fa. Ora torno nello stesso luogo e sono un uomo e posso parlare con il mio amico con più cognizione di causa sulla vita e un po' più ragionamenti filati e logici. Ma non è quando ho creato il blog che c'è stata la svolta, quella è venuta due anni dopo quando sono tornato a Londra. Ci sono rimasto un mese e ora che leggo i post di quel periodo noto i piccoli particolari. Erano i primi post in cui avevo uno stile diverso e che mi piaceva davvero. Trovato in mezzo alle esperienze vissute, con un'incredibile voglia di spaccare il mondo, di eccedere e di aprirsi alle novità e allo sconosciuto, e tra i libri che leggevo e le realtà che venivo a conoscere. E il mio cervello ricordava la zona e mi ha guidato in automatico verso la fermata dove prendere il bus per andare a Brixton. Con quel vago senso di un posto che hai conosciuto e analizzato già e ti suona relativamente familiare. Abbiamo concluso in un locale gestito una famiglia di ciprioti con una colazione all'inglese di quelle che ti riempiono per una giornata: due uova, bacon, salsiccia, toast, patatine. E il tè finale con i biscotti. Sono sicuro di non aver mai bagnato i biscotti nel tè prima di ora. Sono questi i piccoli dettagli che mi sfiziano. O da cui mi piace farmi sfiziare. Magari ho dimenticato un giorno di una decina di anni fa in cui ho fatto la stessa cosa e non l'ho ritenuto abbastanza importante come ricordo da registrarlo. Si cresce e non si può ricordare tutto. I punti fermi comunque li ricordo.