14/02/23

Le notti passate in strada.

Le notti passate in strada mi chiedo che cazzo facessi. Che cazzo facevamo tutti noi in strada, ogni giorno, ogni notte, a buttare via il tempo, a parlare di niente, a stare fuori dalle nostre case per non pensare a cosa c'era dentro, a smezzarci una birra, una cinque euro di fumo di merda, sono solo due canne, tre se ti impegni, nulla di più. Nelle notti passate in strada cercavo amici che non avevo perché ero troppo solo dentro di me, stupido e ovvio. A nasconderci da tutti, su gradini improvvisati, nei portoni di case sconosciute, all'ultimo piano nel vano ascensore, muti per non disturbare. Le suole delle scarpe troppo sottili, le piante dei piedi che sentivano l'asfalto, cercavo l'erba per non sentire dolore dopo aver camminato tutta la notte ed ogni volta serviva una mezz'ora per tornare a casa con il rischio di essere assaltati da uomini e da pensieri, il meglio era essere soli alle quattro di notte, solo la musica a tirarmi avanti e pensieri del futuro e del passato e non potevo sapere cosa sarebbe accaduto da lì a qualche anno, non potevo neanche immaginarlo, non vedevo così avanti come a volte vedo ora. E pensavo di essere follemente innamorato e pensavo di essere follemente incazzato e tante volte ero solo molto ubriaco e mi muovevo leggero nell'aria ed era rischioso, con una bottiglia di vodka intera in una tasca eccessivamente profonda di un jeans semistrappato e gente che si ferma e mi guarda e cerca di afferrarla, ma solo per scherzo. Nelle notti passate in strada, solo cicchetti, da voi forse si chiamano shot, di alcol, mai più di un euro cadauno. Il vino costava un euro e venti e dovevo berne due bottiglie per sentire qualcosa ed essere brillo perché allora reggevo l'alcol ed ora la strada quasi non è più la mia, se non quando torno nella mia città e il mio andamento cambia, ritorno a ricordare le notti in strada e dove sono cresciuto e dove mi sono formato e non era bello allora e non è bello adesso, forse la nostalgia lo rende un po' più vivibile, il mio passato intendo, ma se parlassi a me di anni fa mi manderebbe a fanculo e direbbe "fortuna che ne sei uscito e ora vivi altrove, non tornare qui neanche nei tuoi pensieri, stai lontano, non ti voltare indietro, come in nuovo cinema paradiso". E all'epoca non l'avevo neanche visto. Poi ho visto altre strade straniere di notte ed autobus notturni e metro notturne e gente sconosciuta conosciuta per una sola sera, una sola mezz'ora in una stazione e barboni e arabi ed ora ho una casa mia e la notte non la voglio passare in strada perché a casa posso decidere la musica e posso decidere di sdraiarmi sul divano e soprattutto chi invitare. Le altre volte dovevo cercare luoghi chiusi, ma non erano mai i miei, erano garage di amici, centri sociali, bar del cazzo, robe insomma dove poteva accedere chiunque e se non hai il controllo su chi entra ed esce non è davvero il tuo di posto, sei solo lì per caso o per convenienza, perché in questo bar bere non costa tanto e ci fanno ancora fumare dentro ed a nessuno frega un cazzo. Neanche so se si può ancora fumare in quel bar. E i bar erano pochi ed erano sempre gli stessi, un po' perché siamo delle persone abituali, un po' perché i ritrovi di un certo tipo di gente erano sempre gli stessi e quindi conoscevi tutti, almeno di vista, e quando ci ritorni vedi le stesse facce del cazzo e qualcuno non è mai andato via da lì e dopo dieci anni e passa frequenta sempre gli stessi posti che tu pensi "cazzo, ma cambia un po', fallo per te, vai via", ma a loro frega un cazzo. E' casa loro e lì si sentono al sicuro e anche io mi ci si sentivo un po' al sicuro, ma giusto un po' perché appunto potendoci entrare tutti, poteva sempre succedere di tutto, in qualsiasi momento di qualsiasi giorno, bisognava stare attenti.

Ora no, sono solo cocktail bar o comunque qualche pub già un po' più in perché ho qualche banconota in più, molte, e bisogna solo abituarsi a questo salto di qualità, mi ci sono abituato. Forse fa sempre un po' strano, forse è solo stato l'essere diventato un uomo, adulto, che nessuno me lo aveva detto per parecchio tempo e io non ci avevo fatto caso. Eppure c'è sempre quella voglia di mollare tutto e andare via, sparire per qualche giorno, una o due settimane, da tutte le tue responsabilità, dalle persone, poche, che conosci davvero, solo perché puoi, per liberarti la mente, perché ora non devi dare conto a nessuno, ma se alla fine me ne parto un weekend, prendessi la macchina e andassi via, per girare a cazzo in un posto semisconosciuto, alla fine a chi cambierebbe qualcosa? Sarebbe lo stesso di restare a casa tutto il weekend ad annebbiarmi, sono comunque non visibile agli altri, poi penso chi cazzo me lo fa fare di muovermi e andare via, sto bene qua, ho lavorato e sudato e mangiato merda per essere qua, e mai abbastanza merda mangiata, e per qualche anno mi sono sentito arrivato. Adesso sono tornato in me per qualche mese e sono conscio di non essere arrivato da nessuna parte e che non è il momento di fermarsi, again, perché, come scrivevo dieci anni fa, niente compromessi. O spacchiamo tutto o si muore e tanto si muore comunque, quindi tanto vale che.

Quindi tanto vale che ti dai da fare, it was a suicide mission all along, così magari un giorno ti svegli e non senti il peso sopra il petto che senti adesso, ti svegli e dici "beh meglio di prima". Mi ci sento spesso così, ma è facile se vieni dal nulla e sai che lì ritornerai. E per questo mi sento poco compreso e compreso da pochi. Forse me la tiro troppo e veniamo tutti dalla stessa merda, infatti lo pensavo qualche giorno fa mentre giravo a piedi in un quartiere pieno di arabi, mediorientali e altra gentaglia, che poi la maggior parte vogliono solo fare la loro vita tranquilla, sopravvivere, buttare qualche figlio qua e là e morire con un mutuo e un matrimonio nella cintura. Tutto qui, non c'è altro, ricordatevelo, merde. Pensavo che loro mi potrebbero capire di più di quanto mi capiscano i nordeuropei di buona famiglia, gente che ha sempre avuto soldi in tasca e che ha già comprato una casa e una macchina ed è già morta dentro. Sarei potuto essere un criminale, non sarebbe stato difficilissimo, e sarebbe andata peggio di così. Meglio com'è andata ora, mi piace pensare di avere reso felici un po' più persone, donne principalmente, in questo modo, almeno per un po' di tempo. Oppure no. Non sta a me dirmelo ed è difficile mantenere un balance con la vita che faccio io, con il tipo di vita che faccio io, con il pavimento che è il vostro soffitto perché non avete metà delle palle di prendervi il rischio. Se mi ami davvero, stammi lontano da me. Siamo di una razza aliena e non ci frega di fermarci davanti a voi umani, ci fate anche parecchio schifo. Guardavo e guardo tutta la gente qui in giro e c'è una moria di sensazioni e di estetica che mi fa vomitare e il peggio è che guardandovi mi sono sentito un po' come voi e il pensiero mi ha rivoltato, non voglio essere come voi, non voglio essere paragonato. Già essere additato come un umano mi dà ribrezzo, voglio essere più lontano da voi possibile e se non ci riesco mi faccio schifo io per primo. E vorrei allontanarmi sempre di più, sempre di più, e guardarvi dall'alto del mio odio e amore quando mi gira bene, dal basso della mia comprensione per il vostro vile punto di vista che comunque capisco e non giudico, ma al tempo stesso mi è così lontano e a volte incomprensibile che penso non debba dedicargli troppa attenzione eppure ci devo vivere con questi umani e questo è il mondo che mi è stato dato, che mi sono dato, e allora giochiamo qui, non c'è un altrove.

Potenzialmente sembra tutto così semplice: se nessuno di voi si impegna davvero nella vita, il mondo è lì per essere preso dal mio braccio che si allunga verso di lui. E so che non è così semplice è solo che la piramide dove sono salito non permette di salire oltre e quindi bisogna cambiare piramide, ripartire dal basso e risalire, risalire, risalire e poi di nuovo cambiare piramide e di nuovo e di nuovo. Tutto qui, con l'orizzonte che si allontana ogni giorno di più perché siamo insaziabili e vogliamo solo sangue sangue sangue e soldi. Più sangue e più soldi, e sono correlati tra loro, per farci stare quieti un attimo, per allietare ed acquietare la voce, le voci, dentro di noi che urlano "dammi, ottieni, vai avanti" e lo specchio davanti a me che dice "beh, cosa hai fatto gli ultimi due o tre anni? A me sembra quasi nulla, non ti vergogni? I tuoi avi sono morti per molto meno e ti guardano e dicono che sei uno stronzo perché loro al posto tuo, con tutte queste possibilità, si sarebbero impegnati davvero e avrebbero fatto molto di più". Il mio specchio è proprio uno stronzo e ogni tanto mi fa piangere, ma almeno siamo solo io e lui a saperlo, che è già molto meglio di farlo sapere a te. Ed è vero che tutti quelli venuti prima di me al 99% hanno avuto una vita di merda e si sono fatti strada tra ostacoli e intemperie e notti di malattia e morte, più e più volte, e questo non li ha fermati. Coscienti della fine sono andati avanti, per fare cosa? Alla fine solo per farmi essere qui ed avere 'sta bella vita che ogni tanto mi chiedo se davvero me la sono meritata e le stelle mi dicono "ora tocca a te fare qualcosa, non è che ti abbiamo fatto senza motivo". Quindi ora o ti dai da fare o ti ammazziamo perché di te non ce ne facciamo un bel nulla, specialmente se non vuoi sottostare alle regole che abbiamo imposto sulla vita, su questi essere umani, sulla natura, o fai come diciamo noi o ti facciamo sentire male, il più male che puoi provare in quanto essere insignificante sulla terra. Ti togliamo l'amore, gli amici, le ragazze e ti lasciamo solo con te stesso, e se rimani solo con te stesso lo sai che sono cazzi. Perciò riga dritto, bastardo, sappiamo da quale stella vieni e specialmente sappiamo su quale ti facciamo tornare.

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