28/04/17

Tornerò da principe.

Mezzanotte.

Ho finito di fumare. Ho fame. Mi alzo e cerco nel mio ripiano una tavoletta di cioccolato fondente, con le nocciole. Non ricordo quanto ho fumato, ma deve essere stato parecchio perché aprire la confezione della tavoletta è un lavoro immane. Non ci riesco, ci metto tre minuti, forse cinque, ma mi ci danno sopra come se fosse chissà quale azione complessa. Alla fine riesco ad aprirla. Arriva il panico. Mi sento come se dovessi morire da un momento all'altro, non ho assolutamente più voglia di cioccolato, ho un qualcosa allo stomaco come se dovessi vomitare e cerco di ricordarmi con cosa ho cenato per capire quanto darebbe fastidio vomitarlo. La sensazione allo stomaco sembra passare, anzi no, non passa. Viene sovrastata dalla sensazione al petto. Morte certa. Torno a sedermi sul divano. Fisso il vuoto davanti a me mentre mi rendo conto che si tratta di un attacco di panico. Carino, non mi succedeva da tantissimo tempo. Così tanto che non ricordo l'ultima volta. Non voglio che nessuno entri nella stanza perché non sarei in grado di rispondere. Aprire la bocca o muovere il corpo mi farebbe morire certamente. Sono immobilizzato. Penso, per la prima volta, credo, "dovrei smettere di fumare". Eppure l'ho capito relativamente subito che non c'è da preoccuparsi. "E' la droga, è il tuo cervello che ha un leggero malfunzionamento, ma ora passa, è tutto nel tuo cervello, non sta davvero succedendo nulla di preoccupante. Rilassati", mi dico. Ma non riesco a rilassarmi. Resto a fissare il vuoto per un tempo imprecisato, dai sessanta secondi ai venti minuti. Intanto mi ripeto che è tutto ok, e di fidarmi della voce che sento dentro la mia testa, va tutto bene, va tutto bene. A questo punto devo trovare una soluzione. L'unica è comodamente adagiarsi sul fianco destro e mettere la testa sopra il cuscino. Appena lo faccio già capisco che starò meglio in un po' di tempo. Mi addormento in cinque minuti. Mi risveglio due ore dopo. Va tutto bene. Scendo e mi metto a letto.





Nove di sera.

Mi avvicino al cancelletto mentre canto "My girl, my girl, don't lie to me, tell me where did you sleep last night". Sono felice. Sarà l'md. Ci mangio sopra. Ci bevo sopra. Ci fumo sopra. Aurora non si accorge che c'è qualcosa di diverso. Voglio salire a casa sua. E rompere tutto. Perché mi sta prendendo in modo cattivo? E' stata una bella serata, almeno credo. Già non ricordo. What? Questo è stato il fumo, penso. Il down. Ah, cazzo, il down. Sono inquieto. Voglio sfogarmi. La prendo per un braccio a la trascino prima in macchina e poi a casa sua. Lei sembra contenta del simil-entusiasmo con cui interpreta le mie azioni.  Metto della musica. La spoglio, la butto sul letto. Nessun preliminare. Mi infilo dentro di lei facendomi probabilmente più male io di lei, ma è lei ad urlare. Non me ne frega un cazzo. Le tengo i polsi serrati sopra la testa e affondo la mia nel cuscino per non guardarla negli occhi. Penso ad un'altra che vorrei violentare. Sono totalmente concentrato su me stesso. Aurora è il più silenziosa possibile. Non emette un suono. Vengo e mi rilasso un po'. Mi sdraio e guardo il muro bianco. Ho voglia di ammazzare, ma non voglia di muovermi. Perciò penso a darmi il pugno più forte possibile sulla coscia destra. Lo visualizzo nella mia mente per una manciata di secondi e poi lo metto in pratica. Bam. Un buon colpo. Volevo sentire dolore. Aurora piange, ma sempre senza fare il benché minimo rumore. Fingo di non vederla. Ascolto per altri dieci minuti la musica e poi mi alzo e vado via salutandola con un "ciao". Lei non risponde. Entro nell'ascensore del suo palazzo e penso che sarebbe meglio smetterla con l'md.











In una delle mie solite follie spastiche che devo rispettare solo per il sano gusto di mettersi un obiettivo e raggiungerlo, ho deciso che tornerò da te solo quando avrò qualcosa in mano. Non posso venire da te a mani vuote, my love. Ma io non tornerò da re. Il re di francia ha potere solo in francia. Il re d'italia ha potere solo in italia. Fuori viene trattato in modo differente a seconda della diplomazia e dei rapporti con gli altri stati. Io tornerò da principe.

Nonetheless, sarai trattata come regina.