10/10/15

Dumb down.

Parlo al vento, il vento non può sentire.
Parlo anche a te, ma tu non puoi capire. Allora che cazzo cambia, mi chiedo?

Non esco mai fuori dal mio cervello. Proprio non mi riesce. Guardo voi, tutti voi, e penso solo "cristo, perché non vi sparate in bocca? Sparatevi in bocca, vi prego", e voi non lo fate. Perché io ho capito che siamo tutti stronzi, dal primo all'ultimo. Almeno come base di partenza. Voi invece no. Pensate sia tutto ok. E io devo pensare a tutto. A farmi la barba, a non farmi la barba, al ciclo, alle attenzioni.
Inoltre vi osservo. Tu mi stai simpatico, ti ho anche visto e ti ho salutato e mi sei simpatico. Mi assomigli anche e ascolti buona musica. Però sei giovane e non hai nessuna speranza, almeno per ora, tranquillo, si può migliorare. Anzi, te lo dico tranquillamente: io ero come te. E quindi capisco cosa senti, cosa provi. Non c'è nulla di male. Non mi vedere in una cattiva luce, non sono lo stronzo che ti frega perché ha qualcosa in più di te che non capisci cosa sia. No, no, non c'è proprio nulla.
Che poi, a voler dire la verità, a me piacerebbe essere un cassonetto. E invece sono orgoglioso e stronzo e non ci riesco. Non sai quanti problemi mi crea questo. E chissà se mai li saprai. Un giorno prenderai qualche mazzata e ti cresceranno le palle ed è un bene.
Conosco un tipo che le palle non ce le ha. E io lo accetto. Dico "va bene, non hai i coglioni, ma a questo punto almeno fatti le tette e comincia a succhiare cazzi, almeno ti fai i soldi". Invece questo va dietro ad una che la dà a tutti e una volta al mese la dà anche a lui e in qualche modo psicopatico e burbero riesce anche a farlo sentire in colpa per questo. I prodigi della tecnica.
Tornando a noi due, sai che dovresti fare? Manda a fanculo la tua amica. Sembra una cazzata, ma è la soluzione a tutto. Così ti puoi focalizzare sulle tue passioni e su altre ragazze. E' tanto difficile?

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"Felix, felix, felix!", chiama alice mentre io sono impantanato dentro un divano, con un posacenere di legno sulla gamba sinistra e la torcia appena spenta lì dentro che fuma ancora.
"che c'è?"
"mi hanno detto che sei fidanzato!"
"cazzo, non mi risulta. Fammi fare una chiamata."

Prendo il cellulare, scorro la rubrica, chiamo valeria.

"vale."
"ehi, ci vediamo domani?"
"ti devo chiedere una cosa."
"dimmi, dimmi."
"senti, ma io sono fidanzato?"
click.

"Nah, non mi risulta."
"Allora usciamo uno di questi giorni?"
"Alice, prima di finire a fare cazzate, ti racconto una storia. Qualche giorno fa ero in una casa che non conoscevo e mi sono ritrovato a guardare il muro e la porta di una stanza di una tipa che non conosco e mi sono chiesto che cazzo ci facessi lì. Seriamente. Mi sono chiesto proprio "felix, dove cazzo sei?". Non sono riuscito a darmi una risposta. Io volevo solo fumare. Sai qual è il problema di voi ragazze, ogni volta che si va oltre una scopata e mi mostro per quello che sono? E' che avete questa idea del cazzo per cui dovete vendermi la fidanzata. Dovete farvi vedere fighe e fedeli e brave come una mamma. Sta succedendo ad un mio amico. Sai cosa farei alla tipa che sta facendo questo al mio amico? La squarterei. Sì, lo so, non si dice, non si pensa. Ma io le aprirei la gola volentieri, magari mentre il mio amico la violenta. Ecco, quella per me sarebbe una cosa romantica. E posso dirtelo perché sei una tossica, in senso buono, si capisce. E per questo mi piaci. A me non frega un cazzo. Io non mi voglio fidanzare né sposarmi. Io voglio un'amante."
"Allora scopiamo uno di questi giorni?"
"Ho detto che non voglio fidanzarmi, non provocare."





02/10/15

Diventa difficile spiegare.

Siamo in macchina e fa freddo. Il parabrezza è appannato e lei vi traccia una linea verticale sopra. Poi dice "questo è il confine tra la sanità mentale e la pazzia". Con l'indice tocca un punto a sinistra della linea, "qui è quando non sono con te". Cambia mano e disegna un punto a destra, "questo sarebbe tornare con te. Sarebbe follia".
"Ma tu sei pazza, amore mio", penso io.
Fa freddo ed io ho un maglione blu largo, mai messo prima di oggi e mai messo dopo. Lei esce dalla macchina e si fuma una sigaretta. Io resto dentro e penso a calcoli matematici ed ai giorni della settimana. Poi torna con uno sguardo risoluto e facciamo l'amore.
Siamo folli entrambi, ma lo siamo insieme.

I giorni volano via, scorrono in un via vai di persone, amici, conoscenti che entrano ed escono da casa, si fermano a parlare, tutti si fermano a fumare.
"Io avevo capito che avessi smesso", dice un amico mentre apro un tiretto mostrando il contenuto verde dell'ex barattolo della marmellata. Ci scambiamo opinioni pazze su video musicali e parliamo di musica e solo di musica, tutta la notte.
Ragazze che si avvicendano sul letto che non rifaccio mai. Odori che si mischiano, capelli lunghi di colori diversi. Mi infilo in macchina duecento volte, faccio trecento chilometri solo stando in città, solo a volte mi viene la nausea e la butto giù fumando alle tre di notte mentre guardo le stelle. Piano piano vanno tutti via e rimango da solo. Urla in testa di sottofondo come The Becoming dei Nine Inch Nails. Cosa ho fatto stamattina, cosa ho fatto ieri sera? Dov'ero? Con chi ero? Cosa ho detto e a chi? Va tutto veloce, ma felicemente. Confusione e nebbia, necessaria e superflua al tempo stesso.

Ti bacio, ti abbraccio e dietro le tue spalle c'è una ragazza dai capelli verdi che sorride, non puoi vederla. Lei forse ha capito. Mostriamo a questi passanti cosa vuol dire amore. Regaliamoci un addio degno di nota. Lettere e lacrime: "avrei dovuto scrivere una lettera, spiegando cosa sento, quel sentimento vuoto". Non c'è cura per l'amore e il cantante non vuole essere curato, noi non ne abbiamo bisogno. E non ce ne importa, che siano tre, quattro giorni o una settimana o due ore.
Brindiamo su tutti i cuori che abbiamo spezzato.
Diamoci la mano e facciamo saltare in aria questa città.