26/06/15

Emma.

Le grandi cose sono l'amore e l'ingenuità di una bambina.
Quando ho conosciuto Emma, mi innamorai completamente e velocemente del suo viso e compresi tutto quello che c'era da comprendere in poco tempo e le dissi tutto quello che sapevo solo grazie al suo viso, la sua forma, i capelli, quello sguardo. Aveva passato anni contenti, qualcuno di più, qualcuno di meno, con un ragazzo e poi lui andò via e non volle rimanere dopo qualche settimana perché aveva trovato un'altra a cui dedicarsi. Tipico, direi. Lei pianse a lungo. Andava alle feste e beveva e tornava a casa tutta triste guardando la luce riflessa della luna. Incontrò me. Ero biondo, fulgido e con gli occhi splendenti. Decisi di andare subito a fondo e sparare tutte le cartucce perché non c'era bisogno di aspettare, temporeggiare e rischiare e rimase così colpita che ebbe visioni di rinascita e sosteneva che il suo cuore fosse stato mangiato dalle bestie e io pensavo ad una canzone che fa "nel mio cuore, dal mio cuore, c'è una donna che tace le parole di un altro uomo triste". Condivisi con lei canzoni che non volevo condividere con nessun altro perché lei era la persona giusta in quel momento e le feci capire che avevo routine che falciano gli occhi e bombe atomiche che ti spazzano via. E le feci esplodere. Sempre più sconvolta si chiedeva come facessi a sapere tutto e a sapere cosa dire e in quale momento dire e la canzone giusta e il film giusto. Parlammo a lungo, di notte, confessandoci in breve segreti che di solito sono centellinati per anni di una qualsiasi relazione. Tutto questo mentre imparavo le canzoni da suicidio che tanto ci piacevano e ascoltai quella canzone precisa per tutta quella settimana colma d'amore e di desiderio e quando ci guardavamo negli occhi e ascoltavamo la nostra voce era tutta una magia veloce e curiosa. Guardavo le sue foto irretito e pensavo alla nostra estate insieme e poi dormimmo insieme e lei si svegliava con quello sguardo mezzo addormentato, ma già felice di avermi lì e sorrideva e prese dal cassetto vecchi ricordi per indossarli di nuovo e sapevo benissimo che lo faceva solo per me, ma non lo ammise mai. Io sorridevo e aspettavo di andare al mare con lei, su lidi sabbiosi con i nostri asciugamani a spalmarci la crema sulla schiena e c'eravamo vicinissimi tanto che lei si stampò le mie foto e le appese in camera e non solo questo. Anche gli screen dei nostri messaggi finirono lì sul muro e spesso si ritrovava a toccarle con le dita, facendole scorrere lentamente come se io potessi essere lì, ma io ero relativamente lontano e non bisogna mai mai mai abbassare la guardia né temporeggiare perché poi accadde quello che pensavo, che sospettavo, che non volevo. Volevamo quasi vivere insieme, veloci come pazzi, ma un giorno ognuno uscì per fatti suoi e lei incontrò un vecchio ricordo e lui le disse "ti ho pensata sempre", bugiardo, "torniamo felici e giovani come prima, non me ne andrò più". Lei amava il ricordo, ancora e sempre e dimenticò in un soffio il nuovo innamorato sorridente, mi disse addio velocemente. Mi lasciò triste e una storia bellissima morì così. Eppure mesi dopo, come previsto, il ricordo svanì di nuovo. E stavolta per sempre. Emma pianse di nuovo e pensò al povero me, a cosa sarebbe stato se, e solo se, non avesse ceduto al ricordo, ma c'era poco da fare. Mi cercò, cercò il ragazzo biondo, ma non lo trovò mai più.



02/06/15

L'ultimo weekend.

Ci sediamo in cucina, io e lei, aspetto in silenzio quello che ha da dire e lei comincia a parlare, a descrivere cos'è successo di male, cosa non sarebbe dovuto succedere, perchè è finita così, a tratti piange, si asciuga le lacrime, si interrompe, io non so come aiutarla, non so cosa dire e la invito ad uscire, farsi un giro per calmarsi e poi tornare. Scopro solo dopo qualche ora, grazie ad una soffiata, che l'incontro era stato organizzato per farmi delle foto da utilizzare in uno strano progetto universitario e allora chiamo lei e le urlo "cazzo significa tutto questo, stronza? Torna qui, cancella tutto o ti ammazzo! Ti faccio del male, ti faccio malissimo!". Corro in salone dove ha lasciato due paia di scarpe e una borsa piena di milioni di cose: trucchi, chiavi, trucchi, ancora trucchi, una buccia di banana. Io infilo la mano dentro la borsa e cerco di trovare qualcosa che possa buttare con disprezzo dal balcone e alla fine preferisco lanciare tutto per terra e uscire sbattendo la porta.
Sono in un golfo e sto camminando sull'acqua e so che devo raggiungere la grecia (o la turchia?), ma sarebbe meglio trovare una barca o qualcosa del genere, vedo due uomini su una zattera che remano nella mia direzione, gli chiedo un passaggio, ma non vogliono saperne, allora mi butto sopra uno dei due e lo lancio in mare, affonda. L'altro capisce la situazione e mi passa un remo, cominciamo ad andare verso la costa. Alla nostra sinistra un battello ci sorpassa.

Mi sveglio realizzando il sogno appena fatto, che cazzo di cose assurde, lei, le foto e camminare sull'acqua. Guardo il cellulare e scopro di essere già in ritardo di due ore sulla tabella di marcia, maledette canne, mi preparo in mezz'ora senza fare colazione e mi avvio verso la stazione incrociando un vecchio conoscente con una ragazza magrissima, due gambe che sono stecche, e penso che quello potrei essere io se il mio computer supportasse videogiochi più potenti e mi fossi lasciato andare ad un'esistenza da rinchiuso in casa mentre penso tutti i giorni all'unica ragazza che mi piace, la tipa anoressica, e ci muoio dietro e lei non ricambierà mai, solite storie. Che sofferenza, potevo essere io. Vado avanti e compro i biglietti per il viaggio di domani.

Preparo una canna, la infilo dentro il comodo portacanne preso ad amsterdam e mi avvio verso il parco, ad aspettarmi c'è tom, ci sediamo al centro del parco, per fortuna la giornata ventosa ha evitato che il posto fosse pieno di bambini che urlano e giocano, o di semplici stronzi come noi. Gli racconto una lunga storia su come una ragazza di nostra conoscenza abbia soggiogato, umiliato, distrutto e privato dell'anima il suo ragazzo. Questo poveretto muore ogni giorno soffrendo anche fisicamente, somatizza, e lei con precisione chirurgica e inconscia lo distrugge e lo mette alla prova perennemente lasciando terra bruciata intorno a lui, che ha perso amici, amiche, senza contare il suo essere uomo. Quest'inferno ha vette inclassificabili e buchi profondi, pozzi bui di perdizione dove lei ti risucchia via l'anima e il povero sfortunato si ritrova storpio, monco, a respirare a fatica, a piangere senza sosta e a chiedere pietà. E' una cosa orribile che non augurerei quasi a nessuno, e pensare che potevo esserci io al suo posto, non avere più il controllo sulla propria mente, sui propri sogni, pensieri, opinioni, azioni. Nulla di nulla perchè è tutto fermamente e costantemente giudicato nel peggior modo possibile e, tra l'altro, in una maniera passiva-aggressiva che torcerebbe i capelli a satana in persona se lui non fosse impegnato a tirare i fili di questa grottesca situazione. Brindiamo a lui, idealmente, mentre fumiamo e riflettiamo su come non cadere in situazioni simili. "Tanto per cominciare, evitiamo le pazze", dice tom, "sopratutto tu, felix". Io gli racconto di un'altra cui sto andando dietro e lui replica ridendo "ogni volta c'è una nuova, ma da dove cazzo escono?", e io "con questa sto valutando, cioè, voglio farmela, ma non ho ancora cominciato nulla, non ho avuto molto tempo recentemente". "Comunque stasera c'è una festa in discoteca, sei dei nostri?", propongo. Tom fa una smorfia, si fa dare i dettagli e aggiunge "se proprio devo...però non guido neanche per il cazzo".

Alle undici di sera ci avviamo scapigliati verso la discoteca, siamo cinque in macchina e c'è una folla incredibile, mezz'ora e più per prendere un cocktail e noi ne abusiamo, ne prendiamo due a testa e beviamo, beviamo, beviamo, ma chi è questa gente e chi vuole frequentarla e chi vuole ballarci con queste tipe? I miei amici mi premono da dietro, c'è calca e qualcuno si incazza per un millimetro rubato nella fila verso il bancone e judy è lì nella mischia e ci salutiamo e allora prendo i drink e andiamo lontani da tutti a parlare di noi, per sapere come va la vita e finiamo fuori a fumare, a prendere freddo, a parlare apertamente del nostro passato tra un drink e l'altro e intanto io fumo sigarette su sigarette e passa un'ora, non vado dentro a ballare perchè non mi importa. Judy mi dice "vai dentro a limonare con qualcuna, non voglio farti perdere tempo" e io replico "come ben sai, faccio solo quello che voglio fare, se sono qui è perchè lo voglio" e poi apriamo il cuore al mondo professandoci un amore incommensurabile che in questo caso è un volersi bene indistinto e infinito che resterà per sempre e lo sappiamo. Certo, potrei entrare dentro e beccare la prima ragazza ubriaca e parlare, ma chi vuole parlare con certa gente così? E le avrei domandato quali fossero i suoi hobby e io avrei risposto "a me piace prendere le cannonate in bocca" e quella non avrebbe mai capito. Poi ritorno dai miei amici e balliamo con sconosciuti e continuiamo a bere, usciamo di nuovo a fumare e conosciamo gente, c'è una ragazza, silvia forse ha detto che si chiama? Io e tom e altri le parliamo, dice che si deve laureare a luglio e noi ci facciamo invitare poi la saluto baciandola e tento anche di baciarla, ma per principio, non per altro, non mi interessa e infatti "felix, che fai?". Mi allontano e vado verso le macchine e trovo Ed, da solo che fuma una sigaretta dopo l'altra senza fermarsi e me ne faccio dare una e lui è quasi disperato, malinconico perchè è innamorato di una ragazza che è lontana, molto lontana da qui e mi racconta "ero prima dentro e una tipa voleva venire in macchina, ma io non ci riesco, non so cosa succede, non ci riesco più, è che sono innamorato di Elisa e lei non mi caga di striscio e non scende più in città, non la vedrò più, cazzo devo fare felix?" e intanto mi fa vedere la foto dell'ex di Elisa commentando "ma guarda lei e guarda lui, dai cazzo c'entrano questi due insieme? Ci sono io! Io! Sono molto meglio" e in effetti Ed è molto meglio, è un bel ragazzo, ci sa fare, ma come gli spiego subito "appunto perchè a lei ci tieni tantissimo non riesci a calibrare bene la situazione e quindi ora ti trovi fregato, però fai una cosa buona, non sentirla per una settimana e poi se lei non viene, vai tu da lei" "ma l'ho già fatto, sono già salito da lei e non è servito perchè a lei non frega nulla" e io rincaro la dose: "devi andare, devi provarci, ultima volta. Bruciala tutta e bruciala completamente, non lasciare a nessun altro questa decisione, tu ci vai e poi almeno non vivrai con il rimorso. Non sono troppo più grande di te, ma ho avuto le mie esperienze e so che i rimorsi ti rodono l'anima per sempre". Torno dove sono tutti gli altri e ragazze vomitano un po' ovunque, odore di canne e ormai il buttafuori che mi conosce mi dice che non posso rientrare "la pacchia è finita", allora accompagno prima Judy verso la macchina e di nuovo ci preoccupiamo l'uno dell'altra come due divorziati felici, poi prendo gli amici e andiamo in macchina, sono le quattro e mezza e dico "beh, possiamo andare ognuno a casa sua oppure posso salire a casa, prendere del fumo e andiamo a farci una canna", la seconda scelta vince con una votazione unanime e alle sei sono nel letto.

Siamo appena usciti dalla festa e tanti non sono di qui, ma dei paesini vicini quindi ci chiedono un passaggio e vogliono anche litigare come se fossimo dei privilegiati bastardi, noi con pacatezza rispondiamo "prendetevela con gli organizzatori che non hanno messo a disposizione un bus e poi la nostra macchina è piena, cosa volete?", andiamo via e sta guidando alessia. Alessia che non ho neanche mai visto alla festa, ma dopotutto sono sempre stato fuori ed è ubriaca, non riesce a guidare, sale con due ruote su un marciapiede, per fortuna è tardi e non c'è nessuno in giro, e quasi si schianta contro un palo del divieto di sosta, allora ci fermiamo e scendiamo tutti dalla macchina per riflettere sul da farsi. So bene che se mi metto io alla guida arriviamo sani e salvi a casa, ma se mi beccano sono comunque ubriaco e la patente me la sogno per qualche mese, non saprei. Potrebbe guidare tom, ma lui è più ubriaco di me e allora va bene, guido io, non guido io, guido io, non guido io, guida tom e finiamo in un'altra festa, come cazzo è possibile? E fuori ci sono gli invitati che non desiderano imbucati e cominciamo a litigare, non voglio lo scontro, ma questi mi cominciano a spingere, sono in tre, badate bene, ma anche loro sono sfattissimi quindi do un calcio ad uno, un altro lo spingo contro la portiera e l'ultimo fesso, che nella sua lentezza mentale e fisica non ha fatto nulla per aiutare gli altri due, si prende un pugno verticale sotto il mento. "ragazzi, forse è meglio non entrare in questa festa, andiamo a casa" e sono tutti d'accordo.

Mi sveglio e ho mal di testa, sbornia, non ho assolutamente fame e non faccio colazione, resto a letto il più possibile e a mezzogiorno mi alzo, preparo lo zaino e volo in stazione, obiettivo di oggi: essere presente al compleanno di irene. Siamo io, veronica e serena nel treno e passiamo il viaggio a discutere dei peccati altrui e degli inferni negli occhi dei ragazzi fidanzati con donne pazze o semplicemente stupide. Un ragazzo pelato legge american psycho, ha la stessa edizione che ho a casa, probabilmente gli diamo fastidio con il nostro tono di voce non basso, perciò si infila le cuffie di un mp3 nelle orecchie e continua a leggere lanciandoci sguardi curiosi, e non di vendetta. Con buona probabilità semplicemente guardava le gambe delle mie amiche mentre io rido divertito ai nostri aneddoti su vecchie feste.

Quando finalmente la serata arriva e si scopre che silvio, il ragazzo di irene, nonchè mio carissimo amico, non è riuscito ad ottenere nessun tipo di droga e quindi dovremo ripiegare, da buoni cittadini, sull'alcool nonostante la sbornia sia ancora in circolo e non vorrei, ma ci sono otto bottiglie di vino e svariate lattine di birra e qualcuno dovrà pure pensarci. Abbiamo preparato il tavolo, è pieno di cibo che non mangeremo completamente se non la mattina dopo e arrivano tutti gli altri invitati, una coppia e alcune amiche e ovviamente le coinquiline della festeggiata. Tutti a fare un gran casino gentile, seduti in cucina mentre veronica fuma e tutti si vogliono bene nonostante si siano appena conosciuti. Fumo anch'io solo per non bere troppo, cerco di trattenermi e intanto squadro miriam, una di queste amiche, che mi ricorda una vecchia fiamma con cui sono uscito due anni fa solo per due volte, non riuscendo neanche a concludere completamente perchè non mi presi la briga di insistere fino in fondo e lei ha esattamente lo stesso viso e io ci penso e non ci penso a cosa potrei fare, e decido di non fare nulla perchè siamo tutti vicini e allora ci diamo a lunghi giochi di sguardi, a battute sommesse e nascoste fino a quando siamo tutti brilli e battiamo le mani mentre si soffia sulle candeline. Ci diamo ad una partita, lunghissima, di beer pong prima di buttarci tutti a letto e a me tocca dormire per terra e la cosa non mi dà assolutamente fastidio, anzi, sono curioso di sapere come andrà, come mi sveglierò il giorno dopo, se a pezzi o meno, se starò male per quello che ho bevuto e per il fatto che abbiamo prima assaporato vino e poi siamo scesi di gradazione con la birra, errori basilari da non commettere e tutti lo sapevamo bene, e dormo un sonno senza sogni, cosa veramente rara per me.

Si alzano quasi tutti prima di me, tranne silvio che è ormai un sano lavoratore e quindi sente il peso della settimana sul fisico, e ritrovo le ragazze in cucina a fare colazione con gli avanzi della sera prima e via di caffè, uno, due, tre, e le prime sigarette di veronica e serena, non facciamo assolutamente niente altro oltre a parlare tra di noi e guardarci negli occhi un po' disfatti dopo la serata, le ragazze sono lievemente meno belle senza il trucco, e ad ora di pranzo io, serena, irene, veronica e silvio prendiamo il bus per tornare in città e discutiamo su cosa fare la serata. Il mio primo progetto è volare a casa, farmi una cazzo di doccia che mi serve come il pane e infatti quando arrivo nell'ascensore mi rendo conto di avere uno straccio per faccia, la vita alcolica mi pesa addosso e io di tutta risposta prendo il computer, organizzo una playlist e lo metto sul cesso per poter ascoltare la musica mentre mi lavo, we can be heroes just for one day e i joy division: I've been waiting for a guide to come and take me by the hand, could this sensation make me feel the pleasure of a normal man? Mi vesto velocemente perchè dovrei beccare il mio uomo, arrivo in centro e purtroppo è sfornito e allora la cosa successiva da fare che è sulla lista è incontrare vera. La vado a prendere a casa e andiamo in un posto sperduto e sconosciuto così che io possa fumare in santa pace e pensare al fatto che oggi non bevo. Prendiamo il sole su una panchina e guardiamo i bambini schiamazzare da un po' tutte le parti, per quel tempo minimo che ci serve prima di andare in macchina.
Siamo sui sedili di dietro e io penso a quando morirò, giorno che vedo stranamente vicino. E con il cellulare metto della musica e ascoltiamo la musica in silenzio mentre lei è poggiata con la testa sulla mia spalla e l'aria qui dentro è quasi soffocante, perciò apro un finestrino con la gioia di chi può ancora usare la manovella e non è obbligato ad accendere la macchina, la serata passa facilmente e bene e ci distacchiamo qualche ora dopo. Passo in centro a raccattare silvio, ma prima di farlo parcheggio vicino casa sua e noto alcune conoscenze, saluto tutti e li vedo vicino ad una macchina con uno sportello aperto, quasi non ci faccio caso finchè non mi avvicino e scorgo veronica con una bottiglia di birra piena di vino, mi invita alla festa di stasera in un posto poco fuori città, io non ho voglia, il mio piano della serata è rilassarmi a casa con il mio amico e dirci un paio di cazzate. Arriva un'altra macchina vicino e scende carmen insieme a due ragazzi e il mio progetto vero e immaginifico era di beccare lei ubriaca verso le due o tre di notte, indicarla e farla venire a me con un gesto della mano e lei sarebbe venuta dicendomi "ciao", ma la avrei fermata replicando "con queste labbra non mi dici ciao", approfittando dei suoi, e miei, freni inibitori allentati le avrei messo una mano dietro la nuca e l'avrei baciata...tutto un sogno che sarà rimandato solo di giorni o massimo qualche settimana. Ora ci salutiamo e dico anche a lei che alla festa non ci sarò, sembra un pizzico delusa, intanto torno a parlare con veronica che si è intristita all'improvviso e l'abbraccio e le dico che se serve qualsiasi cosa, se c'è bisogno, io ci sono sempre e lei mi dice che lo sa e questa cosa mi riempie. Le dico di badare a se stessa e le rubo gentilmente la bottiglia anche se so che berrà lo stesso altri strani beveraggi e cocktail mischiati male.
Prendo silvio e andiamo a comprare una birra nel box di gente malfamata e criminale prima di buttarci a casa per vedere un film e intanto ci facciamo una canna sul balcone parlando del suo lavoro e dei suoi colleghi e di come se la passa e io replico lo stesso, siamo contenti e ridiamo, finisce il film e continuiamo a fumare mentre gli racconto aneddoti dei miei ultimi mesi finchè non siamo così fatti che la discussione è quasi inutile, ma sempre divertente. Intercetto il suo sguardo perso nel vuoto e chiedo "ci sei?" "sì...cioè no!" e scoppiamo a ridere decidendo poi di andare in centro a prendere un cornetto, la fame chimica morde lo stomaco, entriamo in ascensore e penso ad alta voce "la situazione è sfuggita di mano per l'ennesima volta". In centro c'è fin troppa gente per i nostri gusti e siamo dentro il solito videogioco che è la vita camminando con la schiena dritta e attenti a tutto quello che ci accade vicino, il cornetto è all'albicocca ed è la cosa più buona che abbia mai mangiato perchè il nostro senso del gusto è incredibilmente potenziato, per le tre siamo tutti a dormire.

Mia madre entra in camera aprendo il balcone sostenendo che "c'è puzza di fumo, hai portato qualcuna che fumava?" "Sì.", sto ancora dormendo con il cervello e infatti dopo tre minuti sto di nuovo sognando una vecchia amica che una volta incontrai quasi triste in un locale e mi parlò del fatto che si era appena lasciata dopo cinque anni con il suo tipo e ovviamente disse "ora mi faccio un po ' di vita da single, non voglio storie serie" e dopo una settimana, una fottuta settimana, era già fidanzata con un altro coglione, comunque nel sogno parliamo di relazioni e mi chiede perchè io la veda in modo diverso e mi dice che avrei potuto fare come tutti, vivere una vita normale come tutti e io penso che forse ha ragione, ma devo rifletterci bene, poi mi sveglio alle undici quando una minuscola luce intermittente celeste dal cellulare sul comodino mi annuncia che è arrivato un messaggio, non leggo ed evito l'aggeggio fino al pomeriggio, poi mi faccio una doccia lunghissima, mezz'ora o più, e mi lavo benissimo, ogni centimetro di pelle, ogni capello, perfettamente, esco, mi asciugo, mi taglio le unghie, mi vesto, scelgo accuratamente la maglietta e il jeans e vado davanti allo specchio.
Sorrido, guardo negli occhi il riflesso: "stai andando a morire, è un momento importante e bisogna andarci preparati, a testa alta. Decidi tu come e quando. Il tuo nome è Felix.".