28/02/12

Ritorno alle origini.




Questo post non fa ridere, non fa riflettere, non fa niente. E' pigro, ma lo scrivo lo stesso.

Il blog è nato nel periodo in cui ero in fissa con i Nerorgasmo e i Blue Vomit (quasi sinonimi, i due componenti principali sono gli stessi in entrambe le band), perciò ha assunto quest'aspetto semi-tetro (sfondo nero) che tra l'altro non cambio perchè oramai mi ci sono affezionato e perchè non mi intrippa di sperimentare nuovi colori nè di cambiare il layout.
Essendo stato battezzato dall'hardcore punk italiano anni '80, è uscito un po' cattivo (e certamente io sono così).

Mi sembra, comunque, doverosa una precisazione: sono un tipo affabile e adattabile e rido spesso e faccio ridere e sono anche contento.

Così, ci tenevo.


24/02/12

L'Urlo.





Il post è inesistente, perciò ascoltate il video.
A volte mi sento come dal 6.57 al 7.24.

21/02/12

Leprecauni.




- Crederesti nei leprecauni se un tizio con i capelli rossi e la gonna verde ti dicesse di cercare dell'oro lì vicino? -
- Certamente. -

Qualche tempo fa ero in ohio, la solita landa sperduta negli stati uniti, e ho incontrato una ragazza che continuava a darmi ragione e rideva e diceva che gli italiani sono tutti simpatici (io dicevo: no, è un caso raro). Aveva venticinque anni e degli occhi azzurri chiari, mi guardava e parlava del suo ragazzo, che era carino, ma stupido, questo le dava fastidio.

- Sì, anch'io la penso così. -
- Vedi? -

E continuava imperterrita a darmi ragione, sosteneva che le ragazze saranno sempre gelose, ma d'altra parte i ragazzi vorranno comunque scopare il più ragazze possibili, e sorrideva e capiva i miei ragionamenti e quello che le tentavo di spiegare, infine li condivideva anche.

- Voglio un ragazzo intelligente. -
- Allora mettiti con me. -

Dopo la lunga chiacchierata, ci siamo salutati e non sono volati numeri di telefono, perchè sapevamo entrambi che l'avremmo fatto.





19/02/12

It takes a lot to laugh, it takes a train to cry.

Mi siedo sul cesso e mi guardo le mani, sono strane quando ci fai caso, penso a come sarebbero se non avessero le dita, questa specie di quadrato di pelle.
Le mie mani in particolare sono piene di linee, rughe, mi dicono tutti che ho le mani di un vecchio, non me ne frega molto, a me piacciono e ho sempre pensato (e tentato di spiegare, senza successo) che semplicemente chiunque ha le stesse linee/rughe, ma molto meno visibili.

Sono seduto sul cesso e rifletto sul fatto che se qualcuno mi attaccasse in questo momento sarei restio a difendermi. Dev'essere una cosa orribile: sei lì, tutto rilassato, e un tizio entra e ti molla un pugno sul grugno, tu cadi su un fianco con i pantaloni abbassati e il cazzo all'aria e sei contrariato dall'avvenimento. Non si fa.
E nello stesso modo non si uccide qualcuno mentre stà mangiando o durante una doccia calda, o peggio, durante una megascopata. Ci vogliono dei paletti anche in casi di guerra, ci sono limiti che nessuno dovrebbe oltrepassare: ok, ammazzami, ma non mentre sto cagando. E' indegno per me e per te, è irrispettoso, figlio mio.

Quando sono seduto sul cesso e non leggo qualcosa, penso che un giorno moriranno tutti i nostri idoli e con loro anche tutti i piccoli stronzetti diventati famosi grazie ai media di quest'ultimo secolo e moriranno piano piano, come già stanno facendo. Cantanti, chitarristi, batteristi semisconosciuti, calciatori, politici, opinionisti tv, comici, attori, comparse, imprenditori, magistrati, direttori d'orchestra, ballerini, cioè, sto parlando di quando morirà bolle, muti, di pietro, berlusconi, rutelli, bersani, del piero, thiago silva, ronaldinho, messi, fornero, peter north, rocco siffredi, sunny leone, ivana, pitbull, bruce springsteen, bruce willis, brad pitt e la moglie, di caprio, bisio, jessica alba, paris hilton, chinaski, i commentatori del mio blog, i visitatori anonimi, obama, clinton, josh beech, natalia vodianova, mark callaway, triple h, e così via.

Con la televisione siamo arrivati a dare l'appellativo di "famoso" a praticamente chiunque, e quindi dovremo piangerli tutti nel tg all'ora di pranzo, fra quaranta/cinquanta/settanta anni, qualcuno avrà una piccola citazione, mentre qualcun'altro si becca un intero servizio, ad ognuno il suo, dipenderà dalla quantità di amici avuta prima del trapasso.

E tu, minuscolo essere terreno, ti accorgerai ogni giorno di più che tutti questi stanno morendo e sentirai il fiato della bastarda sul collo e ti affretterai a finire i tuoi coglioni programmini a breve termine, correndo qui e lì con il bastone o in carrozzella, sempre connesso con il tuo pc portatile, prima di arrivare a non poterti più muovere e a schiattare strozzandoti con la tua stessa bava mentre pensi ai fumetti ed ai cartoni che hai letto e visto per anni.

12/02/12

Per oggi non ci vediamo, maestro.





Vorrei venire a trovarti, ma i tuoi sono divorziati e tua madre pretende che tu arrivi vergine al matrimonio, e probabilmente tu concordi nel tuo futile inconscio.
Vorrei venire a trovarti, ma so che i tuoi sono completamente pazzi e tua madre ti odia, perciò ti picchierebbe appena metto la prima e me ne sto andando via, poi ti deprimeresti per le tre settimane seguenti scrivendo puttanate su tumblr/blogspot/facebook/flickr/netlog.
Vorrei venire a trovarti, ma magari ti potrei ricordare tuo cugino e potresti tentare il suicidio per l'ennesima volta, non che mi freghi, sia chiaro.
Vorrei venire a trovarti, ma c'è sempre quella nostra amica in mezzo che cova il desiderio represso di scoparmi e il nostro incontro sarebbe mandato a puttane in questo modo, come già è accaduto.
Vorrei venire a trovarti, ma troverei tuo padre che suona la chitarra in giardino e tua madre che lo manda a fanculo mentre la casa va a fuoco, non è un bel quadretto, è meglio se ripasso dopo.
Vorrei venire a trovarti, ma vederti scopare sul divano non è uno dei miei hobby preferiti, ripasserò un'altra volta magari.
Vorrei venire a trovarti, ma so che starai sicuramente fumando, e a me dà fastidio, e allora se comunque devo impuzzonirmi di fumo, a questo punto vado in qualche locale malfamato a sfondarmi di cicchetti.
Vorrei venire a trovarti, ma temo che tuo fratello non sia d'accordo, e neanche tu.
Vorrei venire a trovarti, ma sapere che sono il tredicesimo amico intimo che viene nello stesso giorno, mi cagherebbe il cazzo, sopratutto perchè gli altri erano tutti più fighi di me.
Vorrei venire a trovarti, ma il tuo ragazzo poi mi aprirebbe in due, giustamente, e oggettivamente non mi aggrada una situazione del genere.
Vorrei venire a trovarti, ma quella tua amica cozza ti segue sempre e non abbiamo la più pallida idea di come liberarcene, quando litigate fammi un fischio.
Vorrei venire a trovarti, ma si potrebbe creare quella strana situazione in cui l'amicizia è in bilico e poi non ci guardiamo più con gli stessi occhi, etc. etc.





Il tizio sopra ha detto:

Nessun uomo preferisce la virtù ad una bellissima donna.



Decontestualizzata può sembrare una frase ad effetto, come tante ne dicono gli pseudofilosofi, perciò contestualizziamo:

Confucio è appena andato dal re a parlargli e il re gli concede tanta roba e gli dice "ok, costruisci una scuola, etc." e poi gli chiede di incontrare la regina.
Cazzo, te lo chiede il re, mica puoi dire "no, non mi va oggi", perciò lui accetta.
I suoi discepoli in poche parole gli dicono "non andare, quella è una zoccolona, poi se succede qualcosa sono guai" (ergo: il re ti fa aprire come una cozza e ti fa asciugare al sole per mesi), e lui, da saggio, risponde che sono solo dicerie.

Arrivato dalla regina, lui si inginocchia e fa tutte le riverenze dovute e le sue maniche toccano terra e intanto si alliscia la barba per far vedere quanto è saggio; lei gli chiede di essere presa come allieva poichè vuole imparare la poesia, ma lui rifiuta e piuttosto gli consiglia di andare da un suo discepolo che è fottutamente bravo a capire gli intimi significati della poesia.
Ma la donna non demorde e gli butta là una proposta:
"ci vediamo un'altra volta?"
"sarebbe sconveniente."
"perchè?"
"perchè nessun uomo preferisce la virtù ad una bellissima donna."

Detto ciò, il colloquio finisce.

09/02/12

Flash mob @roma, ore 18.

Organizziamolo allora, dico io.
Un flash mob.

Alle 18 di domani, tutti a palazzo chigi, non mancate!
Dobbiamo essere almeno venticinquemila persone.

Vi chiederete qual è il tema del flash mob.
Bella domanda.

Camicia nera.

Tutti in camicia nera, un flash mob rivoluzionario per marciare su roma.
Dite che l'idea è un po' sputtanata?

Squadra che vince non si cambia, dico io (squadra ahr ahr).
Mentre monti nutre fiducia (il suo setter irlandese), noi bruciamo il tricolore e quell'altra bandiera di merda che ha tante stellette. Non quella degli stati uniti, suvvia. Io però vado a milano a trovare un amico.

Intanto su twitter mi fate sapere come procede la situazione, mi aspetto almeno tremila persone connesse dal cellulare.

Siamo in piazza e stavolta prendiamo il potere #flashmob2.0

@montithepresident le porto l'italia di trigoria. ;)

@theparliament aspettateci che arriviamo... :p


Dopo qualche telefonata e un paio di giorni, mi faccio vivo e stringo un po' di mani. La folla è in visibilio. Ora siamo centomila e altri continuano ad arrivare per darci man forte e fare pressione ulteriore sul governo.
L'esercito aspetta ordini, ma il presidente vuole evitare una guerra civile, perciò mi concede di stilare una lista di ministri entro la serata.
Mi appresto a scrivere e poi chiamo silvio per sentire un suo parere, nello stesso momento napolitano ha un infarto sull'altare della patria, lo seppelliamo nella tomba del milite ignoto. Era vuota.

Diamo fuoco alla fornero per vedere lacrime vere, dividiamo monti in 36 pezzi e li mandiamo a goldman sachs per pagarli stile mutuo, lanciamo molotov sull'ambasciata tedesca e quella francese la ricopriamo di sterco di elefante (messo da parte per mesi).

Non si scherza qui, per farlo capire prendiamo 300 persone a caso e le fuciliamo in piazza di spagna. La gente comincia a rientrare nelle case e i miei collaboratori pensano ad una storia plausibile per giustificare il primo di una serie di massacri, poi vanno sul classico "traditori della patria".

07/02/12

Un giorno di questi ci incontriamo e tu mi spieghi come si fa.

Quanti anni ho, quanti anni ho? Devo andare subito a controllare. Apro il portafoglio, le mani mi tremano, guardo la patente e leggo la data di nascita, faccio un rapido calcolo, con le dita, sono un'idiota patentato (ahahah, patentato, capito?), e scopro che come minimo ci sono due cifre.

Oh merda. Due cifre.
Solo ora capisco la gravità del problema.
Eppure qualcuno avrà vissuto nella mia stessa situazione, ma c'è poco tempo per pensare ora: il dato di fatto è chiaro.
Due cifre: minimo 10 e massimo 99.
Questo può significare solo una cosa.





I MIEI COGLIONI


NON SONO PIU'


IN GARANZIA.

06/02/12

Dovrebbero esserci almeno tanti hobby.

Morte agli esclamatori
di stronzate apocalittiche,
a chi parla a sproposito
senza far incontrare per sbaglio i neuroni,
a chi urla senza un motivo del cazzo,
a quelli che non si muovono,
a chi dorme in piedi,
al dio della stanchezza,
a chi non sa descrivere,
agli scrittori narcisisti di poesie e canzoni,
ai poeti innamorati di vedove fantasma,
agli asteroidi che ci vogliono baciare,
ai finti potenti che non vogliono riformare,
ai creatori di penne e taccuini,
agli ispettori sociali, piccoli psicologi,
ai disturbi alimentari fomentatori
di odio, depressione e pietà,
agli agenti armonici venditori di cazzate,
alle anemiche disfatte che mangiano lenticchie,
a noi bambini che crediamo nelle nostre terribili,
grandi e terrificanti esperienze di vita,
a chi odia i vecchi amici che imprimono
indifferenza ubriaca sui loro volti,
alla rabbia disfattrice di pensieri,
alle paranoie egocentriche create
su canzoni di rockstar ritirate,
alle poesie incompiute di fantasia e vendetta,
ai mondi inventati da letterati infuocati
che parlano con nomi di animali,
ai manifesti di nuove forme d'arte
concluse in un lustro o due,
a chi cerca di fingersi stupido
per non cadere sulle responsabilità,
agli innamorati ignorati e invisibili
all'occhio dell'amato esploso,
ai figli rinnegati che partono
per non parlare più,
alla morte che interrompe questo sogno,
al risveglio in un altro corpo
in luoghi al di là dei sensi,
al paradiso incantato pieno di falsi dei multiformi,
all'inferno, l'ade dei diseredati
dalle fotografie degli opuscoli,
ai cantanti con la voce d'oro
che si vergognano dei loro suoni,
al cielo che ci schiaccia senza mai crollare,
alle isole turistiche con pochi squali
bianchi e già sfamati,
ai ricchi nati in scuole private di mondi ovattati,
ai buddha ragazzini che non conoscono
malattie e piaghe e ferite,
al tempo che interrompe gli orgasmi desiderati,
ai traditori che noi stessi abbiamo in corpo,
alla mente che scherza da sola
e ti muove senza sussulti,
al cuore che si ferma durante una docile passeggiata
e uccide le figlie con gli occhi del cielo,
a lei che si sveglia all'alba per poggiarsi
al davanzale della finestra per vedere
l'ombra dei morti tornare a casa,
a lui che dà all'amore un'altra possibilità,
a chi un'altra possibilità è stata negata,
agli incoerenti convinti delle loro anime nere,
ai biondi con gli occhi azzurri
e le loro porte spalancate dalla bellezza,
ai violenti maneggiatori di armi
che irrompono nelle ferite di festa,
ai buoni che sono sopraffatti
ripetutamente dal mondo,
ai filosofi depressi pensatori
di pensieri già pensati,
alla notte gelosa protrettice delle stelle grigie,
al sole che illumina ed analizza le vite non nostre,
al sorriso velato dei suicidi in fiore,
al fegato dell'ubriaco di assenzio,
ai soldi che comprano malattie lente,
al tempo del giorno unico senza domani.