29/07/18

Colazione all'inglese.

Fate attenzione, qua i conoscenti coetanei, o quasi, cominciano a fare figli e sposarsi. Il che allarga il numero di campione utile per fare statistiche fra 10-15 anni. Good. Ho appena interrotto l'ottima striscia di "nessuna malattia" durata ben tre anni. Che incazzatura. E ora vorrei solo guarire.

Comunque, sono passato da Amsterdam e non ci andavo da una vita, ho girato la città e non ho visitato nessun museo. Ho fatto un bel barbecue in un parco e la situazione era ovviamente costellata di vino e canne e buona carne, è stato divertente ed è durato tutto il pomeriggio, fino alle dieci di sera. Il giusto tempo, dato che comunque il sole c'era ancora. Poi sono volato in ostello per prendere qualcosa per coprirmi dal cazzo di vento che c'era, mi sono dato una sistemata e sono uscito con Agathe, ci siamo visti in un bar, lei aveva appena staccato dal lavoro, un negozio di souvenir dove si vendono le solite cose da drogati per turisti, e stava parlando con due ragazzi polacchi, o cechi, non ricordo. Li salutiamo e andiamo a comprare erba in un coffee shop, una classica lemon haze per partire con tranquillità, poi andiamo in un bar tappezzato di stickers in cui si può fumare dentro, che come saprete bene non è scontato ad Amsterdam. Birra che non desidero neanche e mi tocca anche rullare, alright. Mi racconta un po' come le va lì e, che palle, ci tiene a farmi captare che è una donna di mondo e che ha avuto esperienze con le droghe. Non devi fare la grande con me, non me ne frega un cazzo. Certo, l'idea iniziale era provarci e portarla a scopare in un parco qualsiasi, figurati che è legale lì, sì, ripeto, legale scopare nei parchi di notte, ma mi sono affondato nella poltrona e il tempo è passato velocemente ed erano già le due ormai e attorno a noi c'erano persone simpatiche e tanti cocainomani. L'unica volta che vado in bagno fatico a trovarlo tra un corridoio e l'altro e un tipo mi dice "è qui il bagno" e mi precede aprendo una porta, poi entra nell'unico bagno che ha la porta, per il resto solo pisciatoi e io ho problemi a farla se non ho le spalle coperte. Il tipo ci mette una vita perché chiaramente sta pippando e si crea una fila che è chiaramente in attesa di sverniciare le narici, io non batto ciglio, finché non cagate il cazzo siamo tutti amici. Quando ritorno da Agathe, un altro cocainomane si è seduto vicino a lei e cerca di comunicare e parlare, sta fumando un cannone gigante e si addormenta immediatamente tanto che dopo tre minuti arriva un buttafuori, prende il suo telefono e gli dice di andare a dormire a casa, ma con gentilezza, dopotutto non era lui a rischiare gli fottessero il telefono o altro. Noi anche dopo poco ci direzioniamo ad una stazione metro in cui lei può tornare a casa, neanche provo ad andare da lei, mi rompe le palle dicendo che il giorno dopo deve lavorare, baci piccola. Torno in ostello cercando di fare poco casino e dormo qualche ora. Mi risveglio, prendo il mio zaino e faccio il check out, mi sento più tranquillo ad avere tutte le mie cose con me mentre giro. Non mi fido di nessuno, retaggio ancestrale della mia città natale. Cammino e faccio colazione a tappe, senza mai sedermi da nessuna parte, mangiando cose dolci mentre mi muovo, servono zuccheri per riprendermi un po' dal poco sonno che mi perseguita da circa una o due settimane, per ottime ragioni sia chiaro, e ovviamente dopo aver guardato un po' la città, decido di fermarmi  in un coffee shop con dei tavoli stile '800, non prendo nulla da bere anche se valuto un tè per qualche minuto. Prendo una sativa perché ho voglia di rilassarmi e me la fumo tutta con tranquillità.

In questi giorni sono un mezzo ameba e sono sempre in giro in appuntamenti a caso, spendendo soldi per queste piccole e grandi ragazze principalmente africane e portandomele a casa a turno. Scorre tutto bene, ma dovrei cominciare a preparare la mia discesa in italia e organizzare bene quei pochi giorni che ho. Oltre ad essere produttivo come desidero, ma per questo mi scudo dietro la mia malattia attuale. Voglia di fare nulla, voglia di fare zero. Ascolto musica tutto il giorno e cerco di distrarmi con qualche film.

Tra una cosa e l'altra, amici, viaggi per lavoro o per piacere, ragazze e il giusto tempo per me stesso, saranno due mesi che sono impegnato praticamente sempre e la quantità di sonno di quest'ultimo periodo è minima, ma non mi pesa, almeno per ora. Ho calcolato che fra sole tre settimane potrei tornare ad una vita più tranquilla, anche se è un progetto che può essere tranquillamente sballato da quanta voglia avrò di stare in giro e sfoggiare vestiti nuovi e anello nuovo. Sono stato a Londra e solo cinque tossici/barboni/barboni-tossici mi hanno chiesto qualche spiccio. Inutilmente perché ho ritirato giusto le sterline che mi servivano e ho maneggiato tre monete di numero in tutto il weekend. Ho girato camden per trovare qualcosa di originale e spettacolare da inserire nel guardaroba e ci sono riuscito con una maglietta disegnata da un'artista israeliano e un anello nuovo per l'indice destro. Per ora ne mettevo uno che era un rimpiazzo. Un rimpiazzo durato quasi quattro anni. E questo anello è nero e semplice e di tungsteno. E' la mia fase nera che tenta di bilanciare tutte queste nuove magliette bianche. I capovolgimenti della vita. Mentre camminavo per la città per esternare uno dei miei hobby preferiti che è essere solo in mezzo alla gente e camminare ascoltando musica per non permettere alla mia realtà di essere troppo inficiata dagli essere umani, pensavo al fatto che qui c'è stato un punto di svolta della mia vita. Esattamente nella stessa stanza in cui ho dormito di nuovo. E curiosamente a Londra nacque l'idea del mio blog e anche del nome, mentre leggevo una magazine anarchica, se non sbaglio, il nome era modeerf. Su internet non si trova più nulla al riguardo. E invece io ho i pdf, probabilmente scaricati anni fa. Ora torno nello stesso luogo e sono un uomo e posso parlare con il mio amico con più cognizione di causa sulla vita e un po' più ragionamenti filati e logici. Ma non è quando ho creato il blog che c'è stata la svolta, quella è venuta due anni dopo quando sono tornato a Londra. Ci sono rimasto un mese e ora che leggo i post di quel periodo noto i piccoli particolari. Erano i primi post in cui avevo uno stile diverso e che mi piaceva davvero. Trovato in mezzo alle esperienze vissute, con un'incredibile voglia di spaccare il mondo, di eccedere e di aprirsi alle novità e allo sconosciuto, e tra i libri che leggevo e le realtà che venivo a conoscere. E il mio cervello ricordava la zona e mi ha guidato in automatico verso la fermata dove prendere il bus per andare a Brixton. Con quel vago senso di un posto che hai conosciuto e analizzato già e ti suona relativamente familiare. Abbiamo concluso in un locale gestito una famiglia di ciprioti con una colazione all'inglese di quelle che ti riempiono per una giornata: due uova, bacon, salsiccia, toast, patatine. E il tè finale con i biscotti. Sono sicuro di non aver mai bagnato i biscotti nel tè prima di ora. Sono questi i piccoli dettagli che mi sfiziano. O da cui mi piace farmi sfiziare. Magari ho dimenticato un giorno di una decina di anni fa in cui ho fatto la stessa cosa e non l'ho ritenuto abbastanza importante come ricordo da registrarlo. Si cresce e non si può ricordare tutto. I punti fermi comunque li ricordo.




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