04/12/13

La vittoria della sconfitta.

"E anche una franziskainer", ordino. La cameriera prende appunti e se ne va sgattaiolando.
Matteo continua a raccontare le sue avventure sessuali estive che suonano all'incirca così: "e poi mi sono trombato questa e poi mi sono inculato quest'altra e poi eravamo in spiaggia e mi hanno inculato ho vomitato sul falò."
Io e giuliano vorremmo applaudire, ma siamo troppo presi dalla fame ed ascoltiamo felici. Dai, in verità il racconto è divertente. Non si risparmia sui dettagli degli schizzi di seme un po' ovunque e di quando una tipa aveva il ciclo e lui se n'è fregato il cazzo. Giustamente.
Ci siamo seduti da cinque minuti e già siamo a fare a gara a chi ha scopato di più. Ok, è da parecchio che non ci vediamo tutti e tre e siamo anche uno strano trio, ma possibile che...? Chi voglio prendere in giro. Ogni cazzo di volta che due o più maschi si riuniscono, si finisce volenti o nolenti a parlare di figa.
Ora è il turno di giuliano: si è lasciato con la ragazza mesi fa, ma ancora ci pensa e il discorso presenta almeno dieci volte le parole "la mia ex, la mia ex, la mia ex".

"La tua ex è morta, non ci devi pensare."
"L'ho rivista e stava con uno che conosco, ma che figlio di troia, neanche a chiedermi il permesso."
"Non c'è più il codice morale di una volta.", aggiungo.

Nonostante questo, ora sta contrattando con una e sembra sia quasi fatta, devono solo scopare, ma chissà. Fanno un po' le imprevedibili, quando gli garba.
Ci descrive tutta la situazione. Matteo fa commenti interessati e sembra preso dalla chiacchierata. Io immagino questa qui che mi fa un bocchino.
E poi penso a come sarebbe scoparsi la sua famosa ex. O magari potrei farmele tutte e due in una stanza chiusa, con una cappa di fumo sopra le nostre teste.
A due tavoli dal nostro ci sono un tizio stempiato e una che mi sono scopato anni fa. Sono grandi amici, lo so. Lei non mi parla più, non che mi dispiaccia. Sono stato uno stronzo cattivello, si dice. Cazzate.
Rizzo le orecchie e origlio quello che dicono.

"cazzo, sono due settimane che non trombo!"
"e io sono due mesi!", dice il prossimo calvo, "inoltre mi sveglio arrapatissimo tutti i giorni."
Ridono.
Ahahahahah.
Come se non fosse sotteso il suo "dai, ci starebbe trombare noi due" e come se non fosse chiara la risposta "ma sei un mio grande grande amico!".

"Felix? Felix?"
Torno con il cervello al mio tavolo.
"Felix, e tu?"
E io.
E io?
"Mah. Una settimana fa mi sono bruciato una perchè non l'ho baciata subito. E' che avevo la testa altrove, ma tanto tornerà. Intanto mi sto lavorando lisa, quella che mi ha presentato giuliano."
"Ah, quella! Facile, facile. Tranquillo che anche tu ti farai un giro in giostra.", dice matteo convinto.
"E infatti domani vado ad una festa dove conosco praticamente solo il festeggiato, solo perchè dovrebbe esserci lei."

Mi vibra il telefono.
Come se si fosse ricordato all'improvviso qualcosa, matteo parte in quarta "ah, ragazzi, ma non ve l'ho detto? Questo weekend ho casa libera perchè i miei partono. Organizziamo un festacchione, facciamo una cazzo di orgia. Invito qualche amica e poi ci ubriachiamo e poi ce le trombiamo tutte."
Io sono lievemente interessato, giuliano non tanto.

"Seriamente, felix, ci sei?"
"Ci sono sempre, fammi sapere."

Arriva il mio hot dog e dopo cinque minuti già non c'è più. Scomparso nel mio stomaco, magicamente. Mi ricordo della vibrazione del cellulare. Lo prendo e leggo "grazie per ieri sera, è stato bellissimo, è significato molto per me", alessandra. Non rispondo e prendo in mano il bicchiere di birra. Bevo.


Davvero qui alla festa non c'è un cazzo di nessuno. Una roba alla buona: pizza e birra. Qualche faccia conosciuta. Il festeggiato, paolo, mi intrattiene ringraziandomi per essere qui. Io mi guardo intorno. Sono arrivato in ritardo e lisa non c'è. Aspetto un po'. Parlo di musica con un ragazzo di cui non mi ricordo il nome, poi lo lascio tranquillo dato che sta con una bionda che pende dalle sue labbra. Mi avvicino al tavolo dove ci sono le birre. Bevo senza quasi mai fermarmi. Vicino a me ci sono due ragazzi che probabilmente stanno vivendo la mia stessa situazione. Conoscono paolo, ma non conoscono altri. E stanno ad aspettare gentilmente che tutto finisca. Sembrano simpatici. Siamo tutti e tre a guardare le birre e sento un forte senso di empatia. Dovremmo presentarci. Dovremmo stringerci le mani e chiederci "e tu che fai nella vita?", ma leggo nei nostri occhi che non lo faremo. Sento che provano la stessa sensazione. Strana la vita. Ma il silenzio è un'interazione più che sufficiente per me. Ogni tanto ci inseriamo nei discorsi dei passanti.

Un ragazzo grande e grosso chiede a paolo dove sia un altro amico.
"Oh, arriva più tardi, aveva da fare."
"Ah, starà scopando!"
"No, no, aveva davvero da fare."
"Ahahah, scusami, sono un po' fossilizzato su una cosa."
"Per fortuna è la più importante", dico velocemente.
"Felix, tu sì che hai capito tutto della vita.", risponde lui.

Come cazzo conosceva il mio nome?
Continuo a bere. Oramai è mezzanotte e lisa non arriverà. Non fa nulla. Ho scroccato abbastanza. Anche se scroccato non è il termine esatto, ho cacciato dieci euro e non so neanche quale sia il regalo. Nè lo saprò. Stritolo il bicchiere di plastica che ho in mano e saluto il festeggiato con una pacca sulla spalla.
Mi risponde quando sono già di spalle, impegnato a parlare con due ragazze. Esco dalla casa e chiamo l'ascensore.
Fuori piove. Apro l'ombrello e mi immergo nella notte. Cammino verso casa, non è lontano.
Prendo il cellulare e mando un messaggio a matteo "allora, per il weekend?". La risposta è praticamente immediata "scusami, caro, non è che non vorrei è che..." e una sequela di cazzate che io traduco con "no, guarda, nessun rancore, ma non voglio tu venga perchè poi ti scopi le ragazze e io voglio scoparmele da solo o con qualche amico più fidato di te". Però me la pone bene, la scusa è credibile e io sorrido perchè mi sento di nuovo giovane. Come quando non venivo invitato alle feste delle superiori perchè ci provavo con tutte.
Mica male. Cominciavo a sentirmi vecchio.
Poi arriva un altro messaggio, è laura: "stronzo, domani non ci vediamo.".
Non rispondo.
Oramai prendo complimenti e insulti come se fossero la stessa identica cosa.
Scoppio in una risata e poi continuo ad avere un mezzo sorriso da ebete per tutto il tragitto.

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