21/07/12

Free ride.




Mi dò un altro giorno di tempo prima di impazzire, devo trovarmi un lavoro.
"Un lavoro limita i danni che può fare il tuo tempo libero." (cit. anonima?)

Questo non è tempo libero, è riflessione becera e genuina sul giocare o meno, su aspettare o meno, sui problemi che concernono la verità e sulla solitudine meschina.
Stiamo parlando di un punto di partenza, non ho un punto di partenza, come lo trovo? Faccio un viaggio e passo in rassegna la mia mente, con dei colori? Odio i colori. Senza colori, senza disegni. Torno? Muoio al largo della costa. Se torno, ti renderai conto che non ne avrò voglia? Serve pratica, servono scelte, servono parole e nuovi linguaggi, serve arrivare in fondo alla pagina. E' solo un piccolo esercizio per il punto d'arrivo, una risoluzione o la morte delle preoccupazioni. Non ho bisogno di motivi, agisco senza, per autonomia, o per uguaglianza. Non ho bisogno di motivi perchè ho una miriade di scelte di cera pongo e colorate per capire che non ti puoi distaccare completamente dal passato, lo modifichi per renderlo presente.
Viviamo sempre tentando di fare fare fare fare, ma ogni tanto devi porti la domanda "sono in grado di aspettare?".

E' veramente fantastico avere la pappina pronta e un caldo giaciglio in cui dormire e qualcuno nel letto che ti sveglia con un bacio tenero e che se ne frega di sapere come riempi il tuo tempo, però ad un certo punto dovrai farti strada a colpi di unghie ed è meglio abituarsi da subito. La paura è un'insegnante e c'è un solo modo per imparare: ammettere al mondo che ce l'hai.

"Ecco, vedi, il problema è che ho paura."

A questo punto la paura si trova spiazzatissima, tutti hanno PAURA di aver paura e di sentirsi sbeffeggiati per averlo ammesso, ed è proprio qui che devi colpire, tu sai che hai paura, devi solo ammetterlo e condividerlo (se la cosa fosse facile e divertente la farebbero tutti).

In questo momento il vostro dio preferito ha paura.


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