18/04/18

Cold turkey. / Five minutes before death.

Cold turkey.

Se devi staccare con una dipendenza, farlo completamente da un giorno all'altro sembra un metodo abbastanza effettivo, ma richiede parecchia forza di volontà e pochi ne hanno. La questione della forza di volontà vale per tutte le cose. Quando ti serve ottenere un obiettivo alla fine hai due scelte, se davvero hai bisogno di arrivare a raggiungerlo: o hai una forza volontà che riesci a controllare internamente o hai bisogno di qualcuno che ti tenga sulla retta via pedissequamente. Che sia il tuo nutrizionista per la dieta, il tuo trainer della palestra, il tuo coach mentale. Devi capire quale delle due scelte è adatta a te e poi darci dentro in entrambi i casi.

Non parlo solo di dipendenze di droga. Ci sono anche quelle affettive. Che sia la città in cui sei nato e vissuto, che sia la tua ultima ex che non rinunci a vedere nella tua vita. O di tutti gli altri tipi possibili che tu possa immaginare. La gente dipende anche da stati mentali, da emozioni. Pensate a tutte quelle persone che vivono nel ruolo di vittima in modo da deresponsabilizzarsi dalle loro scelte e azioni.


 Five minutes before death.

Tre ore all'ora X. Tutto è preparato. Non ricordo cosa ho fatto ieri sera. Ah, sì. Sono stato tutta la notte in giro con una miriade di amici. Ora sono in un bar a prendere un caffè con un amico e mentre lui mi fa ascoltare una canzone mi concentro sul testo. Il mio cellulare vibra. Leggo chi ha scritto. Capisco che è tutto andato a puttane senza neanche aver bisogno di aprire il messaggio. Sposto la tazza di caffè vuota alla mia destra e mi butto sul tavolino con la testa. Non ho neanche la forza di insultare il mondo. Mi servono cinque minuti di nulla. La mia mente è completamente bianca. Dopo cinque minuti comincio a pensare a soluzioni per salvarmi il cervello.

Sei ore all'ora X. Mi sono svegliato da poco, non ho fatto colazione perché ormai il pranzo sarà relativamente vicino. Mi infilo nella doccia e mi pulisco per bene mentre ascolto musica. Mi taglio le unghie e mi vesto già da ora per la serata. Un amico mi chiama e vuole chiedermi un parere su qualcosa di importante. Non ho altro da fare e mi incammino verso il centro della città con le cuffie nelle orecchie, cercando di rilassarmi.

Ventiquattro ore all'ora X. Sono con un amico che è come un fratello a discutere di come risolvere la situazione logistica per il giorno dopo. Non ho portato il pc e lui mi sta facendo usare il suo. Contatto un po' di persone. Problemi tecnici su problemi tecnici. Alla fine riesco a sistemare tutto. E' tutto pronto, ora dipende solo da me. Almeno questo mi piaceva pensare.

Ora X. Il mio cervello è andato a puttane come tutto il grande progetto che avevo messo su. Era preventivato. Alla fine ci sono cause di forza maggiore che ti possono far imputtanare tutto. Però c'è sempre una possibilità di salvare qualcosa di piccolo. Per questo sto cercando fra tutti i miei contatti rimasti in città qualcuno che possa sbrogliare la situazione, anzi, non richiedo neanche questo. Voglio una semplice compagnia perché non mi va di affrontare questo momento da solo. Potrei farcela e l'ho fatto più volte. Ma oggi non mi va. La botta è stata troppo forte e mi serve non pensare per un po', in modo da attutire la cosa o di ritardare la sua considerazione ad un momento in cui sono riposato e/o più lucido. Nessuno dei miei contatti può o vuole aiutarmi. Va bene anche questo. Cose già capitate. Quelli fidati sono pochissimi e davvero non possono. Penso che non c'è nulla più per me da queste parti. Mi viene in mente la scena di nuovo cinema paradiso, quella della stazione. Dove il protagonista parte per la grande città e il suo mentore gli dice di non voltarsi mai, di non tornare più, di dimenticare tutti loro e di guardare sempre avanti. Mi chiedo se io non debba fare questo e rinunciare ai miei collegamenti qui. Penso, che cazzo, che tutte le volte in cui queste persone avevano bisogno io ero lì in due secondi. Ma non posso aspettarmi i miei stessi comportamenti da altri, non da loro sicuramente. E di conseguenza i loro comportamenti non devono influenzarmi in questo modo. Non me ne frega nulla perché non mi aspetto che voi siate come me. Esco e mi metto in macchina.

Sette ore dopo l'ora X. Sono nel pub in cui andavo quando avevo 15-16 anni a bere il cocktail della casa, con un mio fratello a discutere delle rispettive vite e situazioni e io sono lì che gli spiego tutto quanto descritto prima e parliamo dei nostri genitori e della vita e di quando ci si sente uomini, temporalmente intendo, e comunque siamo persone anche abbastanza diverse in gusti e stile di vita, ma il mindset mentale è lo stesso quindi ci capiamo perfettamente e tutti e due vogliamo cambiare il nostro mondo. Certo, la botta è ancora dentro il mio cervello, ma queste tre ore sono state mentalmente rilassanti e ne avevo bisogno. Accompagno il mio amico a casa e do un ultimo sguardo al luogo in cui dovevo finalizzare il mio progetto. Dubito di andarci mai più.

Torno a casa e mi metto a letto pensando che un'altra morte è ora alle spalle.

Cavalco verso la prossima. E poi parlo con il mondo, con la vita, con la natura, con gli dei, come volete chiamarlo voi:

"Anche io ti odio mondo. Voglio tu sappia che è reciproco. E' che non hai capito con chi hai a che fare. Io ti do fuoco dall'interno e ti salirò in faccia con le mie scarpe. Ti farò vedere chi sono e ti schiaccerò come la merda che sei. Fosse l'ultima cosa che faccio."

Fuck this world up.







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