30/11/15

Ulisse e il suicidio sociale.

Stiamo qui a drogarci come se non ci facesse male. Rifletto mentre sono in pigiama e la stanza è vuota. Mi guardo i piedi nudi e fumo beato. Abbiamo speso 70 euro per avere quello che in posti civili ti danno con 40. Ma almeno ho scoppiato l'accendino allo spacciatore.  Mi sono innamorato solo una volta, in questi giorni: ci siamo incontrati per strada mentre tornavo dal supermercato e per circa due o tre secondi ci siamo guardati negli occhi come avrebbero fatto due anime gemelle. Un amore di anni in pochi secondi, perso nel nulla delle solite occasioni. Come cinque anni fa, alla sala da bowling, con le ragazze romane. E c'era Caterina che mi guardava mentre era stesa sulle mie gambe. Ora saprei perfettamente riconoscere quello sguardo che chiede un bacio, la finestra aperta per inserirsi. Allora ero inesperto. Fingiamo che ciò vada bene e siano tutte lezioni imparate.

Io sono in giacca e cravatta cinque giorni a settimana. Non dovrebbe credermi nessuno. Ed io e i miei amici siamo ancora qui, a pagare le tasse, seri e rispettabili al telefono mentre c'è erba sulla scrivania e il posacenere è pieno.  Sperando che almeno tre o quattro weekend all'anno siano sempre così. Parliamo di progetti futuri, cercando di individuare chi sarà quello messo meglio a trovare lavoro e a costruire qualsiasi cosa voglia costruire. Ognuno dice di non essere lui.
In verità nessuno sa cosa farsene del suo futuro. E sopratutto non lo sa la gente sui treni.

Fumiamo fino a non ricordarci più niente e beviamo anche. Usciamo solo per comprare roba e una volta per fare un giro. A fine serata Doc mi rimbocca le coperte come farebbe mia madre. Gli amici mi fanno respirare. Penso sempre che dovremmo approfittare del vino per fare un simposio e discutere della vita, dell'amore e quant'altro. E invece siamo troppo contenti e storditi per pensarci. Meglio non interromperci e darci a qualcosa di meno serio come guardare vecchie foto e foto di gente mai vista e tette di tipe che conosciamo. Foto seminude fatte qualche anno fa da qualche conoscente.
"Guarda com'era figa a 16 anni, questa! E ora..."

Mister dice che tutte le ragazze che mi piacciono hanno lo stesso sorriso. Forse è vero. Sarà qualche imprinting ricevuto durante la prima cotta. Gli devo far vedere l'ultima scoperta, così vediamo se conferma. Vorrei poter confermare anche io e gli dico che il lato positivo di diventare adulti è vedere che fine fanno tutti gli altri e i loro sogni. Quelli delle ragazze mediamente belle non valgono. Troveranno tranquillamente qualcuno che le mantenga e quando si stancheranno di lui ne troveranno un altro e un altro ancora. Con qualche momento di scoramento nei minuscoli spazi vuoti.

Tira un vento maledetto, sono all'inizio di una campagna e cerco di farmi una canna. Il fumo è durissimo, ho messo l'mp3 nella tasca perché voglio stare concentrato e paranoico, cerco di scioglierlo con poco successo, ci metto una vita. Alla fine ho preparato tutto, ma una folata di vento mi fa cadere metà tabacco per terra. Imperterrito continuo e chiudo quel che è rimasto. La canna più triste della storia e nessuno nel raggio di cinque chilometri potrebbe fare da testimone a questa immensa tristezza. Siamo già nati e morti e anche tante volte, quindi qualcuno si sarà già sentito così, avrà già vissuto una situazione del genere. Eppure sono sicuro che a nessuno dei miei amici sia mai capitato. Metto gli auricolari e fumo.

Nella metro c'è una coppia bellissima. O almeno, lei è bellissima. Non se ne fregano di tutti gli altri che ci sono attorno. C'è un posto vuoto tra di noi e lui le sussurra una sottile dichiarazione d'amore che spero vada a buon fine.
"Senti, mettimi nei casini. A capodanno andiamo da qualche parte solo noi due, prendiamo una camera in un hotel o qualcosa del genere. Mentre tutti stanno brindando con lo champagne, noi stiamo sotto le coperte così facciamo l'amore da un anno all'altro. E non mi importa se tutti mi chiederanno dov'ero a capodanno e perché non ho fatto nessuna foto alla festa a cui sono andato. Quella notte sarà solo nostra."
"E la tua ragazza?"
"Non importa, voglio solo te. Mettimi nei casini."
La ragazza sorride e non risponde. Conosco bene quella luce. Procrastinerà la risposta per un po', ma accetterà. Non per lui, ma per andare contro alla sua fidanzata. Eppure, finché il risultato è lo stesso, gli auguro che la cosa vada come desidera. Se è bravo, riuscirà anche a superare i casini conseguenti. Mi alzo e scendo a Policlinico insieme ai miei amici.

Non c'è casa. Non è più casa mia, dicevano gli Smiths e diceva Faina. Io mi ripeto.
Casa mia è lontana, ma so bene dov'è.
Non è posto per noi questo, non dovrebbe essere posto per nessuno. Cammino a mezzanotte e in giro non c'è nessuno e sono conscio di essermi appena comportato da coglione davanti a gente che mi conosce solo molto vagamente. A due di quei ragazzi ho fottuto la fidanzata. Chissà quanto mi hanno pensato dopo averlo saputo. Mi manca la dopamina. Non mi farò cacciare in quelle trappole che vi prendono tutti. Se volete qualcosa da addomesticare, prendetevi un cane. Sono buoni amici. Lasciatemi libero, meglio solo e libero.



2 commenti:

  1. un pò di tutto, un pò di niente, frase preferita:
    "Io sono in giacca e cravatta cinque giorni a settimana. Non dovrebbe credermi nessuno."

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