15/11/15

Non è buio, è un buco nero.

Cosa vuoi dire a Nikki? Cosa puoi dire a Nikki, penso. Nikki ti attraversa la strada davanti e ha pantaloni strappati, capelli cortissimi e due labbra enormi e lo capisci da come cammina che a letto è un qualcosa di indescrivibile. E a conferma di tutto ciò, è una di quelle pazze che urla e sbraita quando litiga, poi dopo dieci minuti si calma, fuma una canna e vuole scopare. Le ho proposto una volta di sposarci e di vivere insieme. Giusto come facciata per quelle relazioni sociali o lavorative. Poi in privato ognuno avrebbe avuto la sua vita. Nessun altro matrimonio, nessun altro divorzio, nessun casino. Nessuno dei due vuole figli. Era un crimine perfetto. La proposta vale ancora.
Spesso mi piace stare con lei. A volte, però, è ingestibile. Può tranquillamente prendere e andarsene di punto in bianco, magari durante una discussione. Puoi rivederla due mesi dopo o dopo una mezz'ora. Per lei è indifferente.
Ah, Nikki.
Ho sempre cercato di evitare di portarla a qualche festa con me, ma a volte è così insistente che cedo. Non stiamo insieme. Lei non sta con nessuno.
In una festa in particolare, eravamo a casa di un tipo che a malapena conosco, ma che lei sostiene di conoscere bene, si è bevuta tre litri di vino e ovviamente è stata male e mi chiamava sempre "Felix, Felix". Sopratutto mentre parlavo con altre persone. Non riuscivo a tenere un discorso con qualcuno che "Felix, Felix, vieni qua". Lei stava seduta con la schiena al muro e le gambe piegate verso di sé. Con una mano disegnava cerchi su un ginocchio. Era così ubriaca e arrapata che se ne sarebbe accorto chiunque.
"Ho bisogno di te", disse lei.
Io volevo solo parlare con le persone che conoscevo, c'erano un paio di vecchie amiche che non vedevo da una vita.
"Dai, stai male, ti porto in una stanza, ti butto su un letto e poi ti vengo a prendere fra un'ora", rispondevo con indifferenza.
"Ma tu non capisci davvero? Davvero stai facendo così?", quasi supplicante.
Oh, ma lo so benissimo che per qualche buonissimo e sgargiante motivo hai voglia di scopare proprio ora. E' che proprio ora non si può, non è neanche casa mia, pensai.
"Stai bene?", chiesi.
"No!"
"Ok, resta qui e riprenditi, tienimi aggiornato", e me ne tornai dagli altri.
Senza dire nulla dopo dieci minuti, o un quarto d'ora, la vidi salire di sopra, in stanze chiaramente non adibite alla festa, nessuno se ne curò. Forse pensavano stesse andando in bagno.
La seguii per evitare che rompesse qualcosa.
Una volta ubriaca ha lanciato un profumo contro uno specchio. Siamo dovuti scappare velocemente. Per fortuna la situazione era così incasinata che non si trovava qualcuno da accusare con precisione. Nessuno pagò mai quel cazzo di specchio. Comunque era relativamente piccolo.
Aprii una stanza da letto per cercarla. Occupata. Coperte che si muovevano inequivocabili. Quanti cazzo di invitati c'erano? La porta successiva ero uno sgabuzzino. Anche qui una coppia ci stava dando giù pesante. La ragazza era in ginocchio di spalle e il ragazzo le teneva una mano sopra la testa. Mi guardò un attimo, gli feci un occhiolino veloce che nel buio non avrà neanche visto e chiusi la porta.
Mi stavo avvicinando ad un'altra porta quando questa si aprì e Nikki mi tirò dentro con forza. Chiuse la porta a chiave. Era eccessivo, pensai, non è casa mia. Lei aveva solo un reggiseno nero e i jeans. Aveva delle tette migliori rispetto all'ultima volta. Era passato tempo.
Arrivati a questo punto, non si può dire di no. Ci infilammo velocemente sotto le coperte del letto matrimoniale, ma rimasi sulle mie. Forse volevo farmi desiderare o forse volevo scopare più in là nella serata. Mi agguantò la faccia e me la portò vicino alle sue labbra. Più cerchi di evitarla, più si eccita. Ho dimenticato di dire che anche io non ero affatto sobrio. Non mi si alzava facilmente, ma Nikki si impegnò con la bocca e arrivati al dunque le sfilai i jeans e mi disse "ah, no no, ho il ciclo!". Non feci una piega, ascoltai qualche altro "no" mentre mettevo da parte le sue mutandine e lo infilavo dentro. Mentre lo facevamo, a tratti pensavo al povero festeggiato che avrebbe dovuto spiegare macchie di sangue sulle lenzuola dei suoi genitori. Sono rischi che bisogna correre per avere un party di tutto rispetto. Pensai anche alla ragazza con la quale dovevo vedermi domani e a cosa avrebbe pensato di tutto ciò. Per un momento me la immaginai sopra di me. Per un pelo non scoppiai a ridere. La scopata non fu nulla di eccezionale, eravamo troppo ubriachi e fatti per cambiare posizione. Ad un momento dall'orgasmo, lo tirai fuori e le venni sulla pancia. Rotolai di lato dopo cinque secondi.
Un attimo di relax, un solo attimo.
Nikki scoppiò a piangere.
Potevo solo lontanamente immaginare cosa le passasse per la testa, ma sapevo per certo che nel 50% dei casi il pianto di una donna è insensato e nell'altro 50% è un preludio per mettertelo nel culo. Perciò non dissi nulla e la feci sfogare. Due minuti dopo fece una battuta su di sé o su di noi, non ricordo, e rise come una matta.
E' pazza, pensai.
Mi raccontò velocemente le sue ultime due scopate.
Io volevo andare a casa. La festa era finita per me. Non potevo avere molto di più. Prima o poi qualcuno avrebbe anche bussato alla porta.
"Dai, rivestiamoci", le dissi.
Di tutta risposta, si girò su di un fianco come se volesse dormire lì. Pensava che così mi avrebbe fatto incazzare. Invece mi venne voglia di abbracciarla. Cercai di farlo, ma mi fermò mandandomi a fanculo.
Ah, ma non mi pagano per capire queste situazioni, dissi tra me e me. Mi infilai il jeans e la camicia e mi avviai verso la porta. Nikki mi lanciò l'unica cosa che aveva a portata di mano, il suo reggiseno.
Mi scansai, girai la chiave e andai a prendere un cicchetto di amaro.
Dopotutto, guidavo io.



4 commenti:

  1. mi piace molto l'inizio, prende bene.

    E la frase finale, ovviamente.

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  2. ma alla fine romanzo con cocaina l'hai letto?
    Ricordo che avevi scritto di averlo preso ma poi

    A: Non mi hai mai detto cosa ne pensi

    B: Mi hai detto cosa ne pensi e io l'ho completamente rimosso per colpa, lo sai bene, delle canne.

    In ogni caso, com'è??

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  3. Mi è piaciuto parecchio, Bill. Scorrevole e potente.

    Secondo me, la soluzione è la B, ma non sarò io a dirti di smettere. Anzi, dovresti aumentare la dose.

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    1. e bravo Urno.
      Il prossimo consiglio letterario è "trilogia della città di K"

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