24/09/14

So sorry.

E quindi, fino a un po' di tempo fa, cantavo e suonavo, ma principalmente per cazzi miei e mi dava quasi fastidio/imbarazzo farmi ascoltare anche dalla ragazza del momento. Finchè non sei arrivata tu e ho pensato che meritassi di sentire la voce di questo stronzo, ma solo perchè era una cosa bella da fare, era un momento eccezionale da vivere tra un orgasmo e l'altro.
Grazie.
Ora non me ne frega più nulla e canto davanti a chiunque, tanto nessuno ti ascolta, nessuno conosce le canzoni, che importa?
Sono tutti ubriachi e giocano a carte per bere ancora di più. Ridono tutti, questi brasiliani sono troppo avanti. E' un'altra mentalità: ballano, sorridono, cazzeggiano, sembra stiano sempre a fare festa. Poi per sbaglio scopri che qualcuno fa medicina, qualcuno fa ingegneria. Io non mi fiderei mai di un dottore perennemente fatto, ma come si fa a non amare quel ragazzo?
Saranno le tre ormai, il tavolino è pieno di posacenere stracolmi e strani vini e un milione di lattine di birra, un tizio si è chiuso in bagno e non riesce ad uscire e noi da dietro gli facciamo il tifo "GIRA LA CHIAVEEEEE!", ma lui non capisce perchè è in un universo parallelo. Dopo dieci minuti esce e io ed amici ci premiamo con una pasta al tonno notturna. Non possiamo coinvolgere i brasiliani perchè sono troppi e abbiamo solo mezzo chilo di pasta. Allora chiudiamo la porta della cucina e cuciniamo quasi in silenzio. Non che ce ne sia bisogno dato il casino nell'altra stanza. Addirittura apparecchiamo la tavola in modo serio, mettiamo anche la tovaglia e finalmente è pronto. Mangiamo come degli indemoniati in fame chimica e, mentre restiamo immobili a cercare di non morire e a far assestare lo stomaco con tutta la roba più il fumo che c'è dentro, ci troviamo a guardare la scena surreale di un brasiliano che entra in cucina barcollando e sorridendo, apre uno scaffale, prende una tazza e la infila sotto il lavandino. Ovviamente non si accorge di aver riempito il bicchiere più del dovuto e dopo due passi finisce tutta l'acqua per terra. Sembra scosso per un attimo. Poi riprende a sorridere e dice "sorry, so sorry!" e di nuovo ripete il procedimento: tazza, lavandino, acqua. Penso in un millisecondo "non ce la farà neanche stavolta.", e infatti...
Cade di nuovo l'acqua e lui ancora "sooooo sorry", con una cadenza lenta impigliata sul "so". Noi stiamo immobili con un sorriso da fattoni, non abbiamo neanche i neuroni per scoppiare a ridere.
Lui esce dalla stanza, va in bagno, prende il primo asciugamano che trova e torna a pulire per terra, ripetendo il mantra "so sorry so sorry so sorry". A quel punto mi piego in due dal ridere e non mi riprendo più.



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