17/11/11

Noccioline, due euro di vino e sticazzi.





Ti ritrovi a camminare e ad ascoltare musica che credevi fosse morta e a farti domande, domande, domande che non hanno un risposta, ma perchè non devono averla, non ce n'è bisogno.

Sei lì che metti un passo dopo l'altro e pensi che anche se sei giovane hai già qualche anno di passato a cui pensare, e ci pensi appunto. E pensi alle persone e alle cose, le cose prestate, regalate, ricevute in regalo, le cose che ti ridanno dopo un'eternità e ti aspetti che siano pregne di chissà quale significato e di chissà quali ricordi e che ti possano riportare in quel passato. Rileggi i libri e i diari e i quaderni tentando di rimettere insieme tutti i pensieri, i ragionamenti e le sensazioni, ma non trovi nulla del vecchio te.
Ascolti le vecchie canzoni, quando non c'era nessuno a cui dedicarle, ti inventavi un volto o ti immaginavi un futuro, e poi quel futuro arriva e tu non hai fatto in tempo ad accorgerti di tutto questo cambiamento.
Ripercorri le stesse strade, ti immagini tutta una sera, ti ricordi esattamente dov'erano quei cinque tizi che fumavano le canne sentendosi fighi e tu che li guardavi e loro ti rimiravano di rimando come per indicarti "tu, sfigato che non fuma", poi facevi dieci, quindici, passi, uscivi dal loro raggio visivo e cacciavi un pacchetto di sigarette con dentro uno spinello rollato male, lo accendevi perchè non sapevi che dirle, cosa fare, e lei ti scopriva "cosa fai fumi?" con quella voce da rimprovero, "ma non rompermi i coglioni!" "dai, vieni di sopra.".
E poi ti ricordi delle piccole stronzate come un ubriaco che si avvicina a voi e vi guarda "ho perso le chiavi della macchina, cazzo, sto ubriaco, ah, eccole nella tasca", e i piccoli tagli tra le dita per il freddo fanno un po' male quando stringi il pugno e ok computer che ti illumina la strada alle quattro di notte nella città silenziosa.
Le preoccupazioni di prima sono stronzate in confronto ai problemi di oggi, sarà un giorno glorioso domani, quando qualcun'altro non mi dirà le solite cose, non mi descriverà nelle solite maniere e si segnerà tutte le stronzate che gli dico da qualche parte, con data e ora, ad imperitura memoria o a morte breve da accendino in un qualsiasi falò da spiaggia.
Erano proprio delle lunghe notti.

Infine metti una pietra tombale sulla situazione e ti guardi un po' di foto e rimugini per l'ultima volta e pensi che avete semplicemente preso due strade diverse e nessuno ce l'ha con l'altro, ma siete andati avanti così bene che sarebbe quasi disdicevole tornare a guardarsi indietro, magari in un'altra vita, magari in un altro continente, magari con altre persone che possono dirti "sì, è carina, complimenti", magari senza nessuno che ti sbatte la porta in faccia, magari con qualcuno che possa capire, magari con qualcuno che addirittura ti anticipi dicendo "prego" prima che tu possa dire "grazie".






- Prego.
- Grazie.

3 commenti:

  1. Dopo che ho letto 'sto post, ho tirato fuori il vecchio diario che tenevo prima di avere il 2 come prima cifra degli anni.
    E mi sono detto "ma davvero ero così?"
    Oggi mi sono sentito più moribondo del solito.

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  2. @left: dovresti esplicare il tuo pensiero.

    @neuro: siamo dei cazzo di vecchiotti.

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