04/11/11

Farò una lunga passeggiata per riprendermi i miei pensieri.





Ora potresti parlarmi e stupirmi ancora con la tua fredda lucidità, quella che non ho mai avuto, e per cui mi complimento con te. Potresti chiedermi se sono felice o un parere sul tuo cervello o incazzarti perchè abbandoni qualche certezza.
Potremmo sentire le nostre voci in questo momento, ridere e cantare canzoni di merda senza una linea ritmica, ma potremmo anche criticare le malattie e le teste di cazzo.

Non c'è nulla di nuovo nel lasciare qualcuno per la strada, non è un problema, mica siamo scesi sulla terra per dipendere da qualcuno.
Il problema è quando veniamo lasciati noi, e ci giriamo intorno e non rinunciamo e non capiamo, ma perchè? Il motivo lo sa chi ti ha sfanculato e probabilmente lo sai anche tu, ma non ti va bene lo stesso e se dopo un po' riesci a fartene una ragione consciamente, inconsciamente cerchi di nuovo quella persona e la riconosci negli altri, nei loro atteggiamenti, nelle loro movenze, e la vedi in strada e ti giri a guardare sconosciuti perchè ricordano un po' lei e poi ci pensi e ci ripensi, ma se è finita, è finita, lascia perdere.

Ma tu non ti dai per vinto, no, perciò acchiappi la prima persona simile alla precedente conoscenza e ti ci attacchi come un dattero ad una roccia, e così via: ti ritrovi con una persona simile a quella di prima, ma a cui rimprovererai sempre i suoi difetti, cioè quelle cose che la differenziano dall'altra persona.

E queste sono le tue conoscenze più intime, un filo del telefono di persone, parti dall'originale e vai cercando i suoi simili fino ad arrivare, dopo anni, a qualcuno che non c'entra più un cazzo con la prima persona, ma piano piano ti sei abituato a tutti i cambiamenti, ti sei guardato indietro e ti sei lasciato il passato alle spalle, complimenti ragazzo.

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