08/06/14

Non è colpa tua.

Mi fa male la testa, ma ho già preso appuntamento. Incontro Elena vicino alla biblioteca, andavamo alle medie insieme e lei era una ragazzetta piccolina, con un bel naso all'insù e con una bella carnagione scura. E' una rimpatriata, penso io e magari anche lei. Ma non è mai una rimpatriata, sappiamo cosa stiamo andando a fare. Ci vediamo e dopo i convenevoli le offro una birra, un gelato e poi un caffè, tutti in posti diversi. Camminiamo per tre ore e ci riaggiorniamo sugli avvenimenti delle nostre vite: l'università, le relazioni, la famiglia, i viaggi. Le solite cazzate, e non ci allarghiamo mentalmente perchè c'è poco da dire. Mi allargo fisicamente: prima una mano sul braccio, poi una tra i capelli, un massaggio alle spalle, un abbraccio, un bacio e finiamo in macchina. E' nuda ed ha un corpo fantastico, ma dice che non vuole farlo lì.
La coscienza? Il fatto che è fidanzata da tre anni con quel tipo con cui ho giocato varie volte a calcetto? Nah, vuole andare a casa. Casa mia.

Siamo di nuovo rivestiti, lei è seduta davanti al pc e mi guarda curiosa, mi perdo nei suoi occhi. Dice "non posso farlo", mentre le tolgo le scarpe e la faccio sedere sul letto. La spoglio piano piano ed è un momento strano perchè non ci sono rumori in tutto il quartiere. E' come se fossimo in una bolla, non sentiamo neanche i nostri respiri. Le sue gambe sono fottutamente lisce e io mi ci infilo con la testa dentro, lei scalcia un po' prima di cedere. Scopiamo e sappiamo entrambi che non succederà più, che è stata una cosa così di una notte e non si ripeterà. Ci va bene perchè sappiamo apprezzare le piccole cose, ci salutiamo un po' malinconici come chi sa che non rivedrà un amico per qualche anno. La vita è anche questa.

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"La tua ragazza mena?", mi chiede Alessia, sforzandosi di sorridere. Ma è quella risata nervosa che mi fa capire che in fondo un po' di paura ce l'ha.
"Non so, non penso. Tu stai tranquilla.", rispondo senza pensarci.

Tre settimane dopo sono con la mia ragazza e stiamo camminando vicino ad una chiesa per andarci a prendere un pezzo di pizza in un posticino che conosco, quando da una stradina dissestata spunta fuori proprio Alessia. Mi avvicino a salutarla, mentre la mia ragazza si blocca diventando di ghiaccio, io non me ne accorgo se non quando si è già avventata a tirare i capelli alla malcapitata. Povera.
Non urla neanche niente, me lo sarei aspettato, invece cerca di dare qualche schiaffo alla mia amante, ma si sa come vanno certi scontri tra donne: sono più i colpi che prende il vento, che non quelli che fanno centro. Ci vorrà un po'. Alessia sbraita "smettila, smettila!" mentre io mi siedo per terra a gambe incrociate come un indiano qualsiasi. Non c'è nessuno nei paraggi, facciamo sfogare la ragazza. E' una scena surreale.
Qualcuno mi tocca la spalla. E' Saverio, un mio buon amico, ragazzo alto e secco, biondo e occhi azzurri, che mi chiede "qualche problema Urno?". "No, hanno quasi finito.", dico con calma.
Lui scoppia in una piccola risata e dice "ok." e continua per la sua strada. Mi è molto simpatico, ma per una strana coincidenza di eventi una sua ex storica ci ha provato con me ed ora io ci sto provando con la sua ex più recente. Non dovrebbe prendersela troppo.

Mi alzo e stacco la mia ragazza da Alessia, non si sono fatte quasi nulla, ma la cosa non può durare troppo. "Dai, dai basta, andiamo a prenderci un pezzo di pizza", le dico piano. Lei si è sfogata abbastanza e si rimette in sesto sistemandosi i capelli come se non fosse accaduto nulla mentre Alessia si rialza con una mezza lacrimuccia negli occhi, le chiedo scusa per l'accaduto. Non risponde e si allontana a passo svelto.

Va bene, la mia ragazza menava, non potevo mica saperlo.

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Io ero qua, qualche giorno fa.

E mentre questa band, che, tra varie altre, mi ha segnato gli ultimi due anni della vita, suonava e cantava solo per me in una notte di giugno stranamente fredda, ha cominciato a diluviare sopra le nostre teste ed io sorridevo e cantavo a squarciagola circondato da altri pulcini bagnati fino alle ossa ed è stato un momento magico perchè Jeff era lì per noi mentre il cielo ci lacrimava addosso cosciente del fatto che stiamo vivendo una bugia, una bella bugia.

2 commenti:

  1. va ben tutto ma vienine fuori da sti cazzo di neutral milk hotel, c'è tanto altro da scoltare, tipo sti fottuti pazzi slavobosniaci:
    https://www.youtube.com/watch?v=qVoyo6eG0sg

    che ceffi!

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  2. Non penso mi passerà. Ma sono comunque aperto a tutto, tranne al fistfucking passivo.

    Hanno del fascino.
    Come cazzo ci arrivi a 'sta gente?

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