27/02/14

Alessia.

Vado a prenderla sotto casa, parcheggio ed esco. Le mando un messaggio dicendo di scendere. Alessia scende, le vado incontro e la bacio velocemente. Il cancello si apre e c'è suo padre in macchina, incazzatissimo perchè ostruisco il passaggio. Lei rimane interdetta. Io so che il padre mi scannerebbe, se potesse. E infatti esce dalla macchina e si dirige verso di me.

"Sposta la macchina."
"Sto per farlo."
"Subito."

Mi fa girare i coglioni. "Vuole farlo lei?" e gli sventolo le chiavi in faccia. Figurati se lo stronzo non le prende. Salta nella mia macchina. Salgo anch'io, alessia era già su. Fa manovra e intanto gli dico "so che ce l'ha con me perchè pensa che tutti i problemi psicofisici di sua figlia siano causati da me, ma non è così. Diglielo ale."
"Io non ti credo", risponde il coglione, "anzi ti credo uno o uno e mezzo."
"Le ho fatto spostare la macchina, che vuole di più?"
"Che stai lontano da lei!", sbotta e scende.
"Va bene e vaffanculo, questa è l'ultima volta" e sgommo via.

Fu una tragica lieta fine. Abbiamo fatto l'amore l'ultima volta e ci siamo salutati come se non fosse successo nulla.

Due settimane dopo ci incontriamo per caso al mare. In una cittadina marittima. La vedo passeggiare in giro e la faccio salire in macchina. Mi tocco le tasche e mi accorgo di essere senza portafoglio, merda: c'era una lettera che volevo darle. E questo vuol dire che sono anche senza patente, sti cazzi. Ci fermiamo un po' lontano dalla spiaggia, attraversiamo qualche lido. Ricalcio il pallone che si era allontanato da dei ragazzini che giocano. Ci avviciniamo alla riva, scendendo un centinaio di scale. C'è giusto una striscia di terra sotto uno strapiombo. Ci siamo tenuti la mano per tutto il tempo, Alessia è felice e mi porge la guancia, io la bacio e lei si gira dandomi le labbra.
Siamo di nuovo insieme.
E' lì con la madre. Guarda me e poi guarda lei e dice "a tuo padre non piacerà", ma quasi sorride. Lei era stata un po' più dalla mia parte. Mi credeva. Sapeva che non avrei mai fatto male alla sua/mia bambina.
Prendo ale per mano e andiamo a nuotare. Andiamo sott'acqua e ci abbracciamo, ci baciamo, sorridiamo. Troviamo un vecchio specchio sul fondo. Lei ha con sè la macchina fotografica.
Fluttuiamo. La abbraccio da dietro, i suoi capelli lunghi che si muovono piano e il rumore dell'acqua nelle orecchie. Scattiamo delle foto mentre ci guardiamo nello specchio.
Siamo bellissimi e non siamo mai stati così felici.

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