06/10/12

Dobbiamo rifare un sacco di cose.




Quello sguardo, di sfuggita. Mi hai visto ed in quel secondo ho letto tutto nei tuoi occhi: "come cazzo è possibile? Come cazzo ha fatto? Ed io dove ho sbagliato?". Ti ho appena regalato settimane di dibattiti tra te e te nella doccia.
Dibattiti con che guevara.

Quando sarò ricco come voi, prenderò una borsa da trecento euro e la regalerò alla mia futura ragazza, mi farò i capelli rasati da una parte e con un bel ciuffone dall'altra, mi metterò occhiali enormi e colorati anche se non mi serviranno. Avrò una kefiah sempre pronta nelle mutande in caso di corteo, gialla e nera. La barba me la faccio crescere nel caso si noti poco che abbia ventisei/ventisette anni e non ho ancora finito la triennale, farò foto ovunque, camminerò nudo verso il concerto di dente e mi suiciderò.







Sai, non me ne frega più un cazzo di non essere il primo, a volte. Di chi c'è stato prima e di chi ci sarà dopo. Non ha nessun effetto. Finchè nessuno te lo fa pesare. Perchè mentre scrivo c'è gente che MUORE nella mia ombra (c'è gente che addirittura si è fatta la barba per somigliarmi).
Perciò puoi continuare ad essere la mia brutta copia ed a farti sfuggire le migliori opportunità che non riesci a gestire, puoi continuare a seguirmi ovunque vada chiedendoti se hai fatto davvero bene, puoi sempre consolarti dicendo "eh sì, ma le tette/però le tette/c'è da dire che le tette".






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