16/09/24

Cerco satelliti amici, ma tutti mi guardano strano.

Quattro anni e mezzo di pausa, quattro anni e mezzo di buio. Ogni tanto provo a riemergere, ogni tanto ci riesco per una settimana, due, un mese, due, massimo tre. Poi torno nel mio buio. E vivere da solo aiuta parecchio. Almeno, di base vivo da solo. Ci sono periodi in cui nel giro di ragazze e relazioni che ho non riesco ad avere mezza giornata libera. Che poi non è la giornata il problema. Più o meno. Per me è più importante e bello stare solo la sera, la notte. Certo, è bello svegliarsi e stare da solo tutto il giorno e farlo per una settimana di fila o più. Solo che in queste situazioni guardo il mio specchio, ci parlo, gli urlo contro, principalmente gli dico di stare zitto. A volte ridiamo insieme, a volte ci guardiamo un po' in cagnesco, ma alla fine voglio bene a quel tizio. I vicini penseranno che sia pazzo dato che ogni volta che mi incazzo, per qualsiasi cosa, piccola (la manica della felpa si incastra nella maniglia della porta per un mezzo secondo) o grande (non mi arrivano i soldi che quello stronzo mi ha promesso da nove mesi), urlo e bestemmio. Ma tanto bestemmio in italiano e qui non mi capisce un cazzo di nessuno. Almeno nel mio palazzo. Nei giorni più belli/brutti fumo da quando mi sveglio fin quando vado a dormire.

Ti spiego: sveglia, canna, caffè, canna, colazione, canna canna canna, pranzo verso le quattro o cinque di pomeriggio, solo perché ho abbastanza fame e non riesco più a rimandare la poca voglia di cucinare che ho. Infatti tante volte ordino da mangiare e visto che sto ordinando qualcosa per ammortizzare il costo della consegna prendo il doppio del menù o il doppio della roba che mi serve e quindi una parte la mangio a pranzo e l'altra se capita a cena. Molto più spesso la mangio a colazione il giorno dopo perché dopo il pranzo si ritorna a fare caffè canna canna canna canna. A questo punto sarebbe il momento di cenare, ma preferisco fumare piuttosto che mangiare e ormai la mia capacità di deglutire cibo è andata via e quindi anche se volessi mangiare lo farei con molta fatica e un'alta probabilità di morire strozzato perché perdo quella poca capacità che avevo di deglutire. Qualche problema con i muscoli del collo o cose così, non si è ancora capito. E nonostante tutto questo vada ad inficiare i miei sacrosanti e lunghissimi obiettivi di andare in palestra, prendere muscoli e massa, me ne fotto il cazzo perché è bello fumare e sono da solo a casa e nessuno mi può dire nulla. Al massimo il mio specchio mi può parlare, o il mio soffitto se mi sento particolarmente estroverso. La libertà è importante. E' quando la perdi che te ne accorgi. Quando hai una tipa in casa che dice "oh, adesso devi fumare?". Sì che adesso devo fumare, sono a casa mia, mi piace farlo, faccio il cazzo che voglio e tu mi dici cosa posso e non posso fare a casa mia? Dio maledetto. Sono comunque un bravo host e quindi se sei mia ospite, va bene, si fa come dici tu. Però nel mio inconscio, e neanche troppo inconscio, ti odio e mi stai sul cazzo. Libertà. Se volevo essere incatenato potevo cominciare a convivere già svariati anni fa, come fa il 90% della gente. In parte perché non hanno i soldi per vivere da soli, in parte perché credono che vivere insieme sia una bella figata e l'amore crescerà, invece vanno solo incontro ad uno schianto di proporzioni bibliche. Oppure magari vogliono fare una famiglia e figli. A me dei figli non frega un cazzo di nulla. Eh, ma poi da vecchio sei solo. Invece i tuoi genitori da vecchi vivono con te, vero? E li passi a trovare spesso, specialmente se vivi in un'altra città, vero? Testa di cazzo.

Comunque a volte esco, devo uscire, per prendere da mangiare o cose simili, e dato che ho fumato come un nero qualsiasi, mi disturba essere in giro e mi sento come se tutto il mondo potesse attaccarmi e sarebbe tragico perché non avrei neanche la voglia e la possibilità di difendermi. Fortunatamente vivo in una zona tranquilla e il peggio che capita è che chi mi passa vicino possa sentire me che puzzo d'erba in maniera abissale. Io non la sento più perché ci sono abituato. Casa mia puzza d'erba, ma tanto in quei giorni non ci entra nessuno, quindi al massimo il problema è, di nuovo, dei vicini. Che però sono quattro anni che non dicono un cazzo. Se avessero voluto dire qualcosa, l'avrebbero già detta. O forse se ne fottono il cazzo perché è uso personale. Abuso personale. Oh poi non metto neanche musica ad alto volume o la tv che urla, magari apprezzano questo e stanno zitti. Io nel mio piccolo cerco di evitarli.

Poi almeno il lunedì devo andare al lavoro, in ufficio. Quando mi rompo il cazzo prendo un bus e in 10-15 minuti sono arrivato. Se ho voglia di camminare e magari la giornata è gestibile e non troppo fredda o non mi diluvia addosso, sono 25 minuti a piedi. Guardo brutta gente mentre cammino. Donne grasse vestite come insegnanti delle elementari o come stronze che lavorano nelle risorse umane e si vede da un chilometro che sono stupide come la merda e dentro il loro cervellino c'è solo il pensiero di che schifo mangiarsi oggi a pranzo o delle unghie che devono rifarsi. Brutte, stupide e grasse. Quanto mi fanno schifo 'ste balene non hai idea. Poi passo davanti ad un teatro, luogo di eventi, posto concerti, cazzo ne so, ci fanno un po' di tutto. E leggo l'agenda: tra le altre cose c'è sempre una discussione antifascista. Madonna. Se 'ste discussioni ve le fate sempre tra di voi, che cazzo di senso ha? "Allora noi siamo contro il fascismo e vorrei anche fare un applauso a tutti gli immigrati che sono venuti qui, braaaavi, e non dimentichiamo la lotta delle nostre compagne femministe in questo tragico mondo governato dal patriarcato". Mi chiedo se ci sia ogni tanto qualche discorso nuovo in questi eventi del cazzo o se siano le stesse masturbazioni mentali di sessanta anni fa. Ma poi che originalità deve avere qualcuno che sta ancora a parlare di antifascismo in un paese che neanche ha mai conosciuto il fascismo. Sicuramente la sola parola fa arrapare tutti i partecipanti. Come al solito, qualche fregna ci crede davvero mentre i maschi ci vanno sperando di scopare prima o poi. Più poi che prima. E come al solito le stesse tipe vengono scopate da energumeni palestrati o neri o arabi che ogni tanto le menano e questo le piace di più. Gli stessi tizi che se potessero apertamente discutere delle loro, poche, idee sarebbero etichettati come maschilisti, misogini e fascistoni. Un piccolo paradosso.

Alla fine torno a casa e appena arrivo ne faccio una e i primi tiri dopo il lavoro sono così belli e soddisfacenti. Ok, lo so, mi sto uccidendo, i polmoni hanno da ridire. Io penso di non fumare tanto perché non fumo sigarette e non fumo uno o due pacchetti al giorno. D'altra parte, le sigarette hanno un filtro grosso mentre le canne hanno un filtro di cartone che fa passare di tutto. Quindi forse le nove o dieci canne giornaliere, nei giorni peggiori, sono di più di un pacchetto. Non lo so. Non so se qualcuno abbia mai fatto il calcolo. A me non interessa. Oh, se mi vuole venire un tumore mi poteva venire già a tredici anni come ad un mio vecchio compagne di classe. Tranquilli, poi è sopravvissuto e non penso se la passi malissimo. Anche se probabilmente non ha mai avuto gli stessi problemi che ho io nel bere semplicemente un bicchiere d'acqua o respirare. Cosa che mi diventa difficile quando l'erba mi prende parecchio male. Ma adesso tutto ok. Sono passato al fumo e noto un netto miglioramento. Anche se non sono fatto. Da anni. Fumare per me è come per te farti un tè. Mi rilassa un po', mi sento ok, mi piace, ma non perdo le capacità cerebrali, almeno non sul breve termine. Posso lavorare, posso guidare la macchina, posso scopare. A questo punto tu dirai "allora che cazzo fumi a fare?". Mi piace. E' come se prendessi un momento, o una giornata, per me. Per stare chiuso dentro me stesso col mondo fuori. Come se mi fossi meritato questo relax. E sono quattro anni di questo relax e penso che ad un certo punto dovrei smettere e lo so che starei meglio se smettessi.

Forse voglio solo ammazzarmi lentamente e questo è il modo più simpatico che ho trovato. C'è gente che beve, io bevo poco o nulla. Ridicolo se ti leggi i vecchi post, ma ormai sono passati dieci anni e più dall'inizio di questo blog, eppure è così. Ogni tanto mi chiedo il perché. Nel senso, è solo un problema di dipendenza o c'è qualche problema più grande sotto che evito di capire o indagare? Bella domanda, mi dice il mio specchio. Forse sei solo un coglione, ci hai mai pensato? E' una buona ipotesi. E' un'ottima ipotesi, rispondo. Alla fine grandi traumi non ce ne ho e non credo nella stronzata per cui i grandi traumi te li puoi scordare o li rimuovi dal tuo cervello e rimangono in una parte sopita che viene a galla solo pagando tra i 150 e 200 euro all'ora a qualche puttana che è chiaramente più pazza di te e il cui trauma è qualcosa come "mio padre non mi toccava da piccola e questo ha creato in me un senso di inadeguatezza perché le mie amiche sono state tutte violentate, forse non ero figa abbastanza a undici anni?".

Sembra che non sto davvero a fare un cazzo, in verità lavoro il giusto, cioè circa una o due ore al giorno, massimo, e il resto del tempo lo passo a scopare o comunque intrattenere e sostenere ragazze che almeno sono più fighe di quelle che scopi tu, questo sicuro al 100%. Solo che, a seconda dei periodi, dopo aver passato tre o quattro notti, o anche cinque, a settimana con loro, alla fine voglio tornare da solo e staccare dal mondo. E per staccare dal mondo il metodo è stare da solo per più giorni possibile mentre fumo e gioco a carte online o alla playstation, e non ci gioco neanche troppo quanto potrei. Non vedo serie, non vedo film. Le serie che voglio vedere sono troppo lunghe e quindi non ho il giusto livello di dedizione per cominciarne una. Ho una lunghissima lista di film ed ogni volta che la apro penso che non ho voglia di vedere un cazzo. Quelle poche volte in cui sono ispirato e prendo uno qualsiasi dei film, scopro che mi piace, grazie al cazzo, e mi chiedo perché non l'abbia visto prima. Un loop di merda. A malapena ascolto musica. Quando lo faccio mi accorgo che mi fa stare bene saltellare per casa e urlare cantando. Leggo poco e nulla e nei giorni migliori non parlo con nessuno, neanche via telefono. Ignoro tutti ed è una bella sensazione. Anche se il telefono lo guardo. Arrivo a fine giornata e penso di averla buttata e che un giorno rivorrò indietro tutto questo tempo buttato, magari quando sarò vecchio e penserò, cazzo ho sprecato quattro anni a farmi le canne senza soluzione di continuità. Avrei potuto gestire meglio le mie tipe, avrei potuto portarle in giro e vivere belle esperienze. E invece tirarmi fuori di casa è un'impresa e quando sono fuori penso solo a quando sarò di nuovo a casa. Stessa cosa quando sono in vacanza, quasi conto i giorni che mi separano dal tornare a casa e farmi finalmente una bella canna da solo. Da solo da solo da solo. I mostri non escono dalle pareti, solo dal mio cervello. Li saluto, ultime due canne e vado a dormire.


14/02/23

Le notti passate in strada.

Le notti passate in strada mi chiedo che cazzo facessi. Che cazzo facevamo tutti noi in strada, ogni giorno, ogni notte, a buttare via il tempo, a parlare di niente, a stare fuori dalle nostre case per non pensare a cosa c'era dentro, a smezzarci una birra, una cinque euro di fumo di merda, sono solo due canne, tre se ti impegni, nulla di più. Nelle notti passate in strada cercavo amici che non avevo perché ero troppo solo dentro di me, stupido e ovvio. A nasconderci da tutti, su gradini improvvisati, nei portoni di case sconosciute, all'ultimo piano nel vano ascensore, muti per non disturbare. Le suole delle scarpe troppo sottili, le piante dei piedi che sentivano l'asfalto, cercavo l'erba per non sentire dolore dopo aver camminato tutta la notte ed ogni volta serviva una mezz'ora per tornare a casa con il rischio di essere assaltati da uomini e da pensieri, il meglio era essere soli alle quattro di notte, solo la musica a tirarmi avanti e pensieri del futuro e del passato e non potevo sapere cosa sarebbe accaduto da lì a qualche anno, non potevo neanche immaginarlo, non vedevo così avanti come a volte vedo ora. E pensavo di essere follemente innamorato e pensavo di essere follemente incazzato e tante volte ero solo molto ubriaco e mi muovevo leggero nell'aria ed era rischioso, con una bottiglia di vodka intera in una tasca eccessivamente profonda di un jeans semistrappato e gente che si ferma e mi guarda e cerca di afferrarla, ma solo per scherzo. Nelle notti passate in strada, solo cicchetti, da voi forse si chiamano shot, di alcol, mai più di un euro cadauno. Il vino costava un euro e venti e dovevo berne due bottiglie per sentire qualcosa ed essere brillo perché allora reggevo l'alcol ed ora la strada quasi non è più la mia, se non quando torno nella mia città e il mio andamento cambia, ritorno a ricordare le notti in strada e dove sono cresciuto e dove mi sono formato e non era bello allora e non è bello adesso, forse la nostalgia lo rende un po' più vivibile, il mio passato intendo, ma se parlassi a me di anni fa mi manderebbe a fanculo e direbbe "fortuna che ne sei uscito e ora vivi altrove, non tornare qui neanche nei tuoi pensieri, stai lontano, non ti voltare indietro, come in nuovo cinema paradiso". E all'epoca non l'avevo neanche visto. Poi ho visto altre strade straniere di notte ed autobus notturni e metro notturne e gente sconosciuta conosciuta per una sola sera, una sola mezz'ora in una stazione e barboni e arabi ed ora ho una casa mia e la notte non la voglio passare in strada perché a casa posso decidere la musica e posso decidere di sdraiarmi sul divano e soprattutto chi invitare. Le altre volte dovevo cercare luoghi chiusi, ma non erano mai i miei, erano garage di amici, centri sociali, bar del cazzo, robe insomma dove poteva accedere chiunque e se non hai il controllo su chi entra ed esce non è davvero il tuo di posto, sei solo lì per caso o per convenienza, perché in questo bar bere non costa tanto e ci fanno ancora fumare dentro ed a nessuno frega un cazzo. Neanche so se si può ancora fumare in quel bar. E i bar erano pochi ed erano sempre gli stessi, un po' perché siamo delle persone abituali, un po' perché i ritrovi di un certo tipo di gente erano sempre gli stessi e quindi conoscevi tutti, almeno di vista, e quando ci ritorni vedi le stesse facce del cazzo e qualcuno non è mai andato via da lì e dopo dieci anni e passa frequenta sempre gli stessi posti che tu pensi "cazzo, ma cambia un po', fallo per te, vai via", ma a loro frega un cazzo. E' casa loro e lì si sentono al sicuro e anche io mi ci si sentivo un po' al sicuro, ma giusto un po' perché appunto potendoci entrare tutti, poteva sempre succedere di tutto, in qualsiasi momento di qualsiasi giorno, bisognava stare attenti.

Ora no, sono solo cocktail bar o comunque qualche pub già un po' più in perché ho qualche banconota in più, molte, e bisogna solo abituarsi a questo salto di qualità, mi ci sono abituato. Forse fa sempre un po' strano, forse è solo stato l'essere diventato un uomo, adulto, che nessuno me lo aveva detto per parecchio tempo e io non ci avevo fatto caso. Eppure c'è sempre quella voglia di mollare tutto e andare via, sparire per qualche giorno, una o due settimane, da tutte le tue responsabilità, dalle persone, poche, che conosci davvero, solo perché puoi, per liberarti la mente, perché ora non devi dare conto a nessuno, ma se alla fine me ne parto un weekend, prendessi la macchina e andassi via, per girare a cazzo in un posto semisconosciuto, alla fine a chi cambierebbe qualcosa? Sarebbe lo stesso di restare a casa tutto il weekend ad annebbiarmi, sono comunque non visibile agli altri, poi penso chi cazzo me lo fa fare di muovermi e andare via, sto bene qua, ho lavorato e sudato e mangiato merda per essere qua, e mai abbastanza merda mangiata, e per qualche anno mi sono sentito arrivato. Adesso sono tornato in me per qualche mese e sono conscio di non essere arrivato da nessuna parte e che non è il momento di fermarsi, again, perché, come scrivevo dieci anni fa, niente compromessi. O spacchiamo tutto o si muore e tanto si muore comunque, quindi tanto vale che.

Quindi tanto vale che ti dai da fare, it was a suicide mission all along, così magari un giorno ti svegli e non senti il peso sopra il petto che senti adesso, ti svegli e dici "beh meglio di prima". Mi ci sento spesso così, ma è facile se vieni dal nulla e sai che lì ritornerai. E per questo mi sento poco compreso e compreso da pochi. Forse me la tiro troppo e veniamo tutti dalla stessa merda, infatti lo pensavo qualche giorno fa mentre giravo a piedi in un quartiere pieno di arabi, mediorientali e altra gentaglia, che poi la maggior parte vogliono solo fare la loro vita tranquilla, sopravvivere, buttare qualche figlio qua e là e morire con un mutuo e un matrimonio nella cintura. Tutto qui, non c'è altro, ricordatevelo, merde. Pensavo che loro mi potrebbero capire di più di quanto mi capiscano i nordeuropei di buona famiglia, gente che ha sempre avuto soldi in tasca e che ha già comprato una casa e una macchina ed è già morta dentro. Sarei potuto essere un criminale, non sarebbe stato difficilissimo, e sarebbe andata peggio di così. Meglio com'è andata ora, mi piace pensare di avere reso felici un po' più persone, donne principalmente, in questo modo, almeno per un po' di tempo. Oppure no. Non sta a me dirmelo ed è difficile mantenere un balance con la vita che faccio io, con il tipo di vita che faccio io, con il pavimento che è il vostro soffitto perché non avete metà delle palle di prendervi il rischio. Se mi ami davvero, stammi lontano da me. Siamo di una razza aliena e non ci frega di fermarci davanti a voi umani, ci fate anche parecchio schifo. Guardavo e guardo tutta la gente qui in giro e c'è una moria di sensazioni e di estetica che mi fa vomitare e il peggio è che guardandovi mi sono sentito un po' come voi e il pensiero mi ha rivoltato, non voglio essere come voi, non voglio essere paragonato. Già essere additato come un umano mi dà ribrezzo, voglio essere più lontano da voi possibile e se non ci riesco mi faccio schifo io per primo. E vorrei allontanarmi sempre di più, sempre di più, e guardarvi dall'alto del mio odio e amore quando mi gira bene, dal basso della mia comprensione per il vostro vile punto di vista che comunque capisco e non giudico, ma al tempo stesso mi è così lontano e a volte incomprensibile che penso non debba dedicargli troppa attenzione eppure ci devo vivere con questi umani e questo è il mondo che mi è stato dato, che mi sono dato, e allora giochiamo qui, non c'è un altrove.

Potenzialmente sembra tutto così semplice: se nessuno di voi si impegna davvero nella vita, il mondo è lì per essere preso dal mio braccio che si allunga verso di lui. E so che non è così semplice è solo che la piramide dove sono salito non permette di salire oltre e quindi bisogna cambiare piramide, ripartire dal basso e risalire, risalire, risalire e poi di nuovo cambiare piramide e di nuovo e di nuovo. Tutto qui, con l'orizzonte che si allontana ogni giorno di più perché siamo insaziabili e vogliamo solo sangue sangue sangue e soldi. Più sangue e più soldi, e sono correlati tra loro, per farci stare quieti un attimo, per allietare ed acquietare la voce, le voci, dentro di noi che urlano "dammi, ottieni, vai avanti" e lo specchio davanti a me che dice "beh, cosa hai fatto gli ultimi due o tre anni? A me sembra quasi nulla, non ti vergogni? I tuoi avi sono morti per molto meno e ti guardano e dicono che sei uno stronzo perché loro al posto tuo, con tutte queste possibilità, si sarebbero impegnati davvero e avrebbero fatto molto di più". Il mio specchio è proprio uno stronzo e ogni tanto mi fa piangere, ma almeno siamo solo io e lui a saperlo, che è già molto meglio di farlo sapere a te. Ed è vero che tutti quelli venuti prima di me al 99% hanno avuto una vita di merda e si sono fatti strada tra ostacoli e intemperie e notti di malattia e morte, più e più volte, e questo non li ha fermati. Coscienti della fine sono andati avanti, per fare cosa? Alla fine solo per farmi essere qui ed avere 'sta bella vita che ogni tanto mi chiedo se davvero me la sono meritata e le stelle mi dicono "ora tocca a te fare qualcosa, non è che ti abbiamo fatto senza motivo". Quindi ora o ti dai da fare o ti ammazziamo perché di te non ce ne facciamo un bel nulla, specialmente se non vuoi sottostare alle regole che abbiamo imposto sulla vita, su questi essere umani, sulla natura, o fai come diciamo noi o ti facciamo sentire male, il più male che puoi provare in quanto essere insignificante sulla terra. Ti togliamo l'amore, gli amici, le ragazze e ti lasciamo solo con te stesso, e se rimani solo con te stesso lo sai che sono cazzi. Perciò riga dritto, bastardo, sappiamo da quale stella vieni e specialmente sappiamo su quale ti facciamo tornare.

12/12/18

2020.





Là dove tutto è cominciato, là dove tutto finirà.

Questo è il post numero 300 da quando ho cominciato questo blog.

Il giorno e l'ora di questo post a te non diranno nulla, perché non ricordi.

Eppure a quell'ora è cominciato tutto e a quest'ora di nuovo dobbiamo ripartire.

Il blog va in stand-by, o muore con me, perché devo morire e risorgere un'altra volta.

Specialmente perché il me del 2020 dev'essere una persona differente e mi serve molto tempo per diventarla.






E quando si muore, ci si lascia tutto alle spalle. Il tempo non esiste più e, di sicuro, il passato non esiste più. Torno nel mio eterno presente.

E' stato molto bello, eppure è finito.

Tutto finito.

E solo io so quanto mi avete rotto i coglioni e quanta merda ho dovuto ingoiare per qualche attimo di felicità, vedendo tutto il mio lavoro che principalmente va a favore di stronzi subumani.

Vedere il mio vomito e i miei incubi dissacrati perché non valgo nulla.

E ne sono conscio, di non valere nulla.

Né perderò tempo a lamentarmi come tutti vuoi. Non c'è più tempo.

Arriverà il nostro momento.

Arriverà.

Ora è il momento di separarci, my friend.

E' sempre stata una missione suicida, dall'inizio.

Penultima riga.

Ultima immagine.







06/10/18

I'll love whatever you become.

La cosa più bella che abbiamo fatto è stata rubare il tempo, a chiunque appartenesse, e farlo nostro. Io e te.

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Siamo in cucina e tu sei seduta sul tavolo, hai quella maglietta bianca e azzurra che ti ho regalato l'anno scorso e quei pantaloncini verde militare. Ti guardo le gambe e penso che ci perderei la vita lì in mezzo, le abbraccio. Mi godo ogni centimetro della tua pelle e del tuo odore. Ti prendo in braccio e andiamo sul letto a finire di crepare di caldo, a sudare insieme.
Fumiamo tra una volta e l'altra e restiamo in silenzio a guardare il soffitto. Bello bianco questo soffitto, come sarebbe camminarci sopra senza tutte queste sedie, scrivanie, mobili, cose in mezzo alla stanza? Ci addormentiamo abbracciati per mezz'ora, ci svegliamo e andiamo a vedere un film. E' l'unico momento buono per vedere un film: dopo aver scopato. Altrimenti si finisce sempre a scopare e poi magari pensi "sì, ma cazzo, il film?".

Il film finisce e torniamo a letto, restiamo incastrati in silenzio. Ogni tanto ci guardiamo negli occhi, qualche rumore di labbra che schioccano, c'è odore di incenso.
Ti alzi e vai verso la borsa, prendi un foglio e torni da me. E' piegato in quattro, lo apri e mi leggi una poesia che hai scritto. Forse ce l'ho ancora da qualche parte, un pezzo di te.
Qualcuno bussa al citofono, è la pizza. Tu scendi ed io imbraccio la chitarra e mi metto a cantare qualcosa dei radiohead. Ci metti tanto a tornare, ma ho capito subito che sei rimasta dietro la porta ad ascoltarmi, per paura di disturbare la prestazione.

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Questo sopra l'ho scritto veramente tanto tempo fa. Non l'ho mai concluso, anche se in verità non mi sembra di aver mai cercato bene una conclusione. L'ho appoggiato tra le bozze attendendo l'ispirazione, ma più il tempo passava e più non ci pensavo e più dimenticavo le poche idee che avevo per continuarlo. It's ok, babe.

Non mi ricordo il tuo volto. A volte. E per questo ringrazio le foto e la tecnologia. Mentre scorro tutte le immagini, mi ricordo di quanto sei bella. O dovrei dire eri bella? Non perché tu non lo sia più, semplicemente perché sono passati anni e io mi sto riferendo esclusivamente a quelle foto. Precisazioni linguistiche e temporali, per un tempo che non esiste e abbiamo inventato noi stessi. Ora è tutto più semplice perché ti ho espulso dal sistema. Ho espulso quella parte di te che ancora viveva in me come un virus e mi rendeva orribili le giornate anche se leggevo o sentivo una o due parole trigger, cinque lettere, quattro lettere, da qualsiasi parte, mi facevano deprimere praticamente. Tutto è passato e ho sostituito quel virus con qualcos'altro, che tu sai bene, anche se ti è difficile credermi. Come detto più e più volte, non ha importanza nulla di tutto questo e specialmente non importa quanto tu mi creda o mi voglia vedere o mi voglia sentire. Anzi, mi ha fatto piacere avere del tempo libero per dedicarmi a me, sapendo che la tua vita stesse andando alla grande. Almeno finora, poi recentemente ho raggiunto un paio di grossi obiettivi e negli ultimi due mesi mi sono dato al relax più totale, facendo ben poco di produttivo. E intendo produttivo nel lungo termine, perché di soddisfazioni a breve termine, quelle le ho prese tutte a piene mani. Forse mi serviva un po' di relax o forse devo stabilizzarmi un po' al nuovo livello raggiunto per poter poi continuare ad avanzare. A breve dirò basta e spenderò il mio tempo in maniera più seria. Sai, pare non siamo più adolescenti. Sebbene fare il paragone con i miei coetanei mi faccia pensare di essere ancora incredibilmente giovane, ma è un bias, perché gli altri sono dei cazzo di vecchi sia fisicamente che psicologicamente e con moltissimi mi è difficile instaurare una conversazione seria perché vivono delle loro poche esperienze e danno quelle per scontate e sicure e così e la vita e non andare lontano dalla strada maestra che l'amico dell'amico dell'amico di mio cugino di quinto grado una volta è stato male per questo.

D'altra parte, rilassarmi è più semplice se so che le persone che contano nel mio universo stanno relativamente bene, per quanto bene si possa stare per ora, in questo mondo, e quindi mi sono crogiolato sapendo che non c'erano mostri da rincorrere né dentro di me né fuori. Ma lo so che sono lì e torneranno e mentre io ho buttato due mesi di miglioramento nel cesso, loro sono lì dietro l'angolo pronti ad assaltare me e gli altri. E guerra sia.

Ovviamente ti ho sognata per metà notte e mi sono svegliato alle sei e mezza. Nel sogno eri diventata famosa per qualche strana scoperta o novità che avevi creato e ti guardavo in un servizio di dieci minuti in tv, mi sembrava lungo e ti vedevo immergerti anche in una vasca per dimostrare qualcosa, sempre mentre guardavi l'obiettivo della telecamera. Dopo ti ho accompagnata a parlare con un regista gay famoso che ti avrebbe potuto aprire alcune porte importanti in televisione, anche se a te non fotteva veramente tanto. Volevi solo spiegare meglio e a più persone la tua idea, sembrava una buona idea, ma non la ricordo o forse non era parte integrante/importante del sogno. Io non partecipavo al meeting con il regista. Rimanevo fuori con un amico, come se dovessimo farti da bodyguard. Comunque non accadeva nulla di preoccupante. Ti prendevo e ti riportavo a casa. Finisce così.

Mi sono svegliato perché Naomi si è alzata per andare in bagno. Quando è tornata, si è sdraiata sul fianco destro e io anche, per abbracciarla da dietro. Con ancora le tue immagini in testa, ho pensato che per togliermele un po' dalla mente l'idea migliore era fare l'amore con lei. Dopo mi sono riaddormentato e ho sognato Naomi.

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Qui volevo mettere un'immagine.

Ci ho pensato per qualche ora. Ho setacciato le mie cartelle e nulla mi pareva esprimesse qualcosa di perfetto per la situazione. Perché per te voglio solo il meglio.

Ho ripassato anche le foto dove ci siamo noi. Mi sembrano tutte cose che voglio tenere per me e nessuna risalta effettivamente tra le altre, ce ne sono molte che mi parlano piano e mi fanno ricordare che sono vivo.

Nessuna immagine.
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E quando l'ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la volpe, "…Piangerò".
" La colpa è tua", disse il piccolo principe, "Io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…"
" E' vero", disse la volpe.
" Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
" E' certo", disse la volpe.
" Ma allora che ci guadagni?"
" Ci guadagno", disse la volpe, " il colore del grano".






I remember.

I always remember.

05/09/18

Spigoli.




E' che sono successe tante cose, ma non voglio parlare delle vacanze, né in verità voglio parlare di niente. Non che sia apatico, o forse sì, ma sto cercando di riprendermi mentre le giornate mi scorrono veloci e più scorrono veloci più devo scrivere veloce per darti l'idea che non c'è un cazzo di minuto libero e va tutto di fretta. Insomma, un weekend l'abbiamo passato ad amsterdam e abbiamo girato troppi coffee shop fottendocene della fauna locale e di questa tipa del '98 (l'ho scoperto dopo che era del '98) che ci seguiva in ogni dove, con nostro piacere, sia chiaro, e quindi potrei aver dimenticato tante cose che sono successe, ma è successo ben poco, era un weekend relax in cui io e il mio amico abbiamo fumato il più possibile cercando anche di girare la città, quando capitava. La colazione domenica l'abbiamo fatta a casa della ragazza succitata, mezzi zombie, mezzi uomini, mezzi alieni, e mi sono ritrovato a fissarle le gambe e pensare che finirci dentro sarebbe stato molto bello, ma non avevo alcuna voglia di muovermi, di parlare, di fare cose. Ho bisogno di stare seduto e decedere, almeno per un po'. E non è facile uscire da questo loop, scrivo ora mentre sono in astinenza psicologica da bravo idiota, è tanto bello stare annebbiati, ma sto cercando di ricordarmi che alla lunga è deleterio e io ho cose importanti da fare nella vita, mica come voi che siete stronzi e pensate che cose come, cazzo ne so, la politica e gli influencers di instagram e la televisione siano cose fottutamente importanti. Non lo sono, sono tutte cazzate, coglioni.

Poi sono tornato a casa e appena sono tornato non ho avuto tempo per me, per stare solo un po', perché prima Chloé e poi Naomi sono venute a dormire da me, non insieme, non ancora. Ovviamente la cosa non mi è dispiaciuta troppo, però c'è sempre bisogno di tempo per se stessi. Mi sveglio ogni volta e le trovo vicino a me a guardarmi con occhi sognanti, Chloé un po' di più, forse perché sono la sua prima relazione e perché è più giovane e quindi si starà vivendo quell'innamoramento pazzo che pensi non possa finire mai. Mi chiedo quando la vedrò piangere. Chloé è più alta di me e ha queste gambe lunghissime e il suo odore rimane nella stanza e sulle lenzuola per parecchio tempo. Dovevo specificare che sono entrambe africane? Naomi è minuscola e ha un corpo perfetto, di lei mi innamoro sicuro, se resta abbastanza nei paraggi. La cosa più bella di lei è che quando siamo a letto, mi fa tornare un animale. Perdo qualsiasi controllo e capacità di articolare parole e ringhio e non sono più in me. Che è una cosa stupenda. Ci dimentichiamo spesso di essere animali solo perché sappiamo parlare di cazzate e abbiamo la tecnologia. Eppure il 98.8% del nostro DNA è lo stesso delle scimmie. Tornare animali è importante per ricordarsi cosa davvero ci da piacere, che sono poi le cose basilari: scopare, mangiare, dormire, giocare. Niente di più. E se fai queste cose con più persone che fanno parte della tua cerchia, il piacere aumenta. Io te l'ho detto, fai tu.

Anyway, torniamo a noi. Oggi stavo tornando a casa e una ragazza che avrà avuto diciott'anni scarsi camminava verso di me, ha sollevato gli occhi dal cellulare ed erano azzurrissimi, mi ha guardato e ha accennato un sorriso e io anche stavo sorridendo lievemente, i nostri sguardi si sono incrociati e io ho desiderato di spararmi in testa perché non ho fatto nulla per fermarla.

Non torniamo a noi, ci torniamo prossimamente, babe, piuttosto ascoltiamo la canzone di su che dice:

'sti soldi che c'ho in tasca non mi risolvono il macello che c'ho in testa
ho sempre lei in testa
soldi in tasca e occhi spillati a fine d'a festa