06/10/18

I'll love whatever you become.

La cosa più bella che abbiamo fatto è stata rubare il tempo, a chiunque appartenesse, e farlo nostro. Io e te.

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Siamo in cucina e tu sei seduta sul tavolo, hai quella maglietta bianca e azzurra che ti ho regalato l'anno scorso e quei pantaloncini verde militare. Ti guardo le gambe e penso che ci perderei la vita lì in mezzo, le abbraccio. Mi godo ogni centimetro della tua pelle e del tuo odore. Ti prendo in braccio e andiamo sul letto a finire di crepare di caldo, a sudare insieme.
Fumiamo tra una volta e l'altra e restiamo in silenzio a guardare il soffitto. Bello bianco questo soffitto, come sarebbe camminarci sopra senza tutte queste sedie, scrivanie, mobili, cose in mezzo alla stanza? Ci addormentiamo abbracciati per mezz'ora, ci svegliamo e andiamo a vedere un film. E' l'unico momento buono per vedere un film: dopo aver scopato. Altrimenti si finisce sempre a scopare e poi magari pensi "sì, ma cazzo, il film?".

Il film finisce e torniamo a letto, restiamo incastrati in silenzio. Ogni tanto ci guardiamo negli occhi, qualche rumore di labbra che schioccano, c'è odore di incenso.
Ti alzi e vai verso la borsa, prendi un foglio e torni da me. E' piegato in quattro, lo apri e mi leggi una poesia che hai scritto. Forse ce l'ho ancora da qualche parte, un pezzo di te.
Qualcuno bussa al citofono, è la pizza. Tu scendi ed io imbraccio la chitarra e mi metto a cantare qualcosa dei radiohead. Ci metti tanto a tornare, ma ho capito subito che sei rimasta dietro la porta ad ascoltarmi, per paura di disturbare la prestazione.

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Questo sopra l'ho scritto veramente tanto tempo fa. Non l'ho mai concluso, anche se in verità non mi sembra di aver mai cercato bene una conclusione. L'ho appoggiato tra le bozze attendendo l'ispirazione, ma più il tempo passava e più non ci pensavo e più dimenticavo le poche idee che avevo per continuarlo. It's ok, babe.

Non mi ricordo il tuo volto. A volte. E per questo ringrazio le foto e la tecnologia. Mentre scorro tutte le immagini, mi ricordo di quanto sei bella. O dovrei dire eri bella? Non perché tu non lo sia più, semplicemente perché sono passati anni e io mi sto riferendo esclusivamente a quelle foto. Precisazioni linguistiche e temporali, per un tempo che non esiste e abbiamo inventato noi stessi. Ora è tutto più semplice perché ti ho espulso dal sistema. Ho espulso quella parte di te che ancora viveva in me come un virus e mi rendeva orribili le giornate anche se leggevo o sentivo una o due parole trigger, cinque lettere, quattro lettere, da qualsiasi parte, mi facevano deprimere praticamente. Tutto è passato e ho sostituito quel virus con qualcos'altro, che tu sai bene, anche se ti è difficile credermi. Come detto più e più volte, non ha importanza nulla di tutto questo e specialmente non importa quanto tu mi creda o mi voglia vedere o mi voglia sentire. Anzi, mi ha fatto piacere avere del tempo libero per dedicarmi a me, sapendo che la tua vita stesse andando alla grande. Almeno finora, poi recentemente ho raggiunto un paio di grossi obiettivi e negli ultimi due mesi mi sono dato al relax più totale, facendo ben poco di produttivo. E intendo produttivo nel lungo termine, perché di soddisfazioni a breve termine, quelle le ho prese tutte a piene mani. Forse mi serviva un po' di relax o forse devo stabilizzarmi un po' al nuovo livello raggiunto per poter poi continuare ad avanzare. A breve dirò basta e spenderò il mio tempo in maniera più seria. Sai, pare non siamo più adolescenti. Sebbene fare il paragone con i miei coetanei mi faccia pensare di essere ancora incredibilmente giovane, ma è un bias, perché gli altri sono dei cazzo di vecchi sia fisicamente che psicologicamente e con moltissimi mi è difficile instaurare una conversazione seria perché vivono delle loro poche esperienze e danno quelle per scontate e sicure e così e la vita e non andare lontano dalla strada maestra che l'amico dell'amico dell'amico di mio cugino di quinto grado una volta è stato male per questo.

D'altra parte, rilassarmi è più semplice se so che le persone che contano nel mio universo stanno relativamente bene, per quanto bene si possa stare per ora, in questo mondo, e quindi mi sono crogiolato sapendo che non c'erano mostri da rincorrere né dentro di me né fuori. Ma lo so che sono lì e torneranno e mentre io ho buttato due mesi di miglioramento nel cesso, loro sono lì dietro l'angolo pronti ad assaltare me e gli altri. E guerra sia.

Ovviamente ti ho sognata per metà notte e mi sono svegliato alle sei e mezza. Nel sogno eri diventata famosa per qualche strana scoperta o novità che avevi creato e ti guardavo in un servizio di dieci minuti in tv, mi sembrava lungo e ti vedevo immergerti anche in una vasca per dimostrare qualcosa, sempre mentre guardavi l'obiettivo della telecamera. Dopo ti ho accompagnata a parlare con un regista gay famoso che ti avrebbe potuto aprire alcune porte importanti in televisione, anche se a te non fotteva veramente tanto. Volevi solo spiegare meglio e a più persone la tua idea, sembrava una buona idea, ma non la ricordo o forse non era parte integrante/importante del sogno. Io non partecipavo al meeting con il regista. Rimanevo fuori con un amico, come se dovessimo farti da bodyguard. Comunque non accadeva nulla di preoccupante. Ti prendevo e ti riportavo a casa. Finisce così.

Mi sono svegliato perché Naomi si è alzata per andare in bagno. Quando è tornata, si è sdraiata sul fianco destro e io anche, per abbracciarla da dietro. Con ancora le tue immagini in testa, ho pensato che per togliermele un po' dalla mente l'idea migliore era fare l'amore con lei. Dopo mi sono riaddormentato e ho sognato Naomi.

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Qui volevo mettere un'immagine.

Ci ho pensato per qualche ora. Ho setacciato le mie cartelle e nulla mi pareva esprimesse qualcosa di perfetto per la situazione. Perché per te voglio solo il meglio.

Ho ripassato anche le foto dove ci siamo noi. Mi sembrano tutte cose che voglio tenere per me e nessuna risalta effettivamente tra le altre, ce ne sono molte che mi parlano piano e mi fanno ricordare che sono vivo.

Nessuna immagine.
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E quando l'ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la volpe, "…Piangerò".
" La colpa è tua", disse il piccolo principe, "Io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…"
" E' vero", disse la volpe.
" Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
" E' certo", disse la volpe.
" Ma allora che ci guadagni?"
" Ci guadagno", disse la volpe, " il colore del grano".






I remember.

I always remember.

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